Detrazioni fiscali per i coniugi a carico: come chiederle

Quando si procede a dichiarare i redditi percepiti durante l'anno, è possibile accedere a diverse detrazioni fiscali, tra cui quelle per i coniugi a carico.

Per dichiarare i redditi percepiti nel corso del 2021, per i lavoratori dipendenti c’è tempo fino al 30 settembre 2022, mentre per i lavoratori autonomi la scadenza è estesa al 30 novembre 2022. Si tratta comunque di una regola indicativa, perché molto dipende dalla tipologia di redditi percepiti dai cittadini.

I principali redditi che tutti gli italiani devono dichiarare al fisco sono quelli che provengono da un lavoro, di tipo dipendente o autonomo, o relativi al fatturato recepito a livello di impresa. Quando si parla di dichiarazione dei redditi, è anche possibile accedere ad una serie di agevolazioni, e di detrazioni fiscali, in particolare su alcune tipologie di spesa sostenute.

Risulta possibile accedere al alcune detrazioni fiscali anche per i famigliari a carico fiscale, come spiega Taxfix.it:

“Le detrazioni familiari a carico sono quelle che puoi richiedere per i coniugi, i figli e i familiari conviventi elencati in un articolo del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR – Articolo 12).”

Le detrazioni fiscali quindi si possono richiedere per diversi familiari che risultano a carico, ovvero, in linea generale, che non percepiscono un reddito sufficiente al proprio mantenimento, o il reddito è inferiore ad una certa soglia.

Non è raro in Italia, soprattutto in questo periodo storico, assistere a famiglie in cui non tutti lavorano, ma solamente alcuni componenti del nucleo. I figli inoltre sono sempre a carico dei genitori se non percepiscono un proprio guadagno in base ad alcuni parametri.

Per trattare la materia fiscale, chi non lavora attivamente, quindi non produce reddito, è considerato un familiare a carico, del soggetto che presenta la dichiarazione dei redditi. Pertanto il soggetto può richiedere alcune detrazioni fiscali anche per i familiari a carico, incluso il coniuge. Vediamo in questo articolo come funziona.

Detrazioni fiscali: chi può chiederle

Volendo dare una definizione di detrazioni fiscali, sono riduzioni dell’imposta IRPEF che i contribuenti in Italia pagano quando producono reddito, che dichiarano attraverso una dichiarazione dei redditi ogni anno. Le detrazioni fiscali spettano a lavoratori dipendenti, talvolta a autonomi e imprenditori.

Non tutti possono richiederle, per esempio i lavoratori autonomi con Partita IVA forfettaria non possono accedere alle detrazioni fiscali perché lavorano con un regime fiscale già piuttosto agevolato per molti altri aspetti. Non esistono detrazioni fiscali di una unica tipologia, ma ci sono diversi tipi di detrazioni in base alle spese effettivamente sostenute durante l’anno dal contribuente.

Tramite modello 730 il cittadino provvede a dichiarare i propri redditi, e può ricevere determinate detrazioni fiscali su spese specifiche. Il primo esempio riguarda le spese mediche: superata una certa soglia di spesa all’anno, è possibile chiedere una agevolazione sotto forma di detrazione fiscale, sugli acquisti di farmaci e medicinali di diverso tipo, oppure per il pagamento di specifiche visite mediche.

Le agevolazioni fiscali nel 2022 sono molteplici, perché lo stato ha anche introdotto diversi bonus mirati ai cittadini che eseguono lavori di ristrutturazione presso l’immobile in cui vivono stabilmente, o un altro immobile di proprietà. Dallo scorso anno infatti lo stato ha incentivato il settore dell’edilizia introducendo diversi sostegni, come il Superbonus 110%, oppure il Bonus Facciate, o ancora il Bonus Verde.

In base alle specifiche regole di questi bonus, è possibile accedere ad un sostegno fiscale piuttosto che un altro, e anche le modalità di ricezione possono essere diverse in base alle normative. Facendo riferimento ai famigliari a carico, prima di tutto il contribuente può portare in detrazione fiscale le spese, per esempio quelle di natura medica, che ha sostenuto per il soggetto a carico, figlio o coniuge, o altro familiare.

Detrazioni fiscali: chi è il coniuge a carico

Un soggetto, familiare oppure coniuge, risulta a carico fiscale del contribuente quando non produce un reddito proprio, ovvero non sta attivamente lavorando come dipendente oppure come autonomo,o in alternativa guadagna una somma di denaro molto bassa all’anno.

Un coniuge è da considerare a carico fiscale quando il suo reddito annuo non supera 2.840,51 euro lordi, se ha più di 24 anni di età. Un soggetto è considerato a carico, come nel caso di un figlio, se ha una età inferiore a 24 anni e reddito inferiore a 4.000 euro all’anno.

Quando si parla di un coniuge a carico, si può richiedere una detrazione fiscale sull’IRPEF, ovvero sull’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche che ogni anno i contribuenti pagano sia se lavorano come dipendenti che come autonomi (ad eccezione del regime forfettario).

Ma cosa accade quando una coppia di coniugi è separata? In questi particolari casi, il coniuge è considerato a carico fiscale anche quando non convive nella stessa abitazione del contribuente, tuttavia quest’ultimo provvede a erogare periodicamente un assegno di mantenimento. Il coniuge non è a carico se questi assegni non vengono periodicamente versati.

Nella cifra vista prima, di 2.840,51 euro, concorrono tutti i redditi da lavoro autonomo o dipendente, prestazioni occasionali, lavoro subordinato e assimilati, redditi di impresa ma anche redditi cumulati da eventuali strutture, fabbricati e immobili posti in affitto a soggetti terzi, da cui il coniuge ricava una rendita. Sono anche inclusi i redditi derivati da una rendita quando questa proviene dalla casa di prima abitazione.

In caso di coniuge a carico, spetta una detrazione fiscale fissa calcolata sulla base di diversi parametri, in base al reddito lordo annuo complessivo del soggetto che dichiara i redditi e chiede le detrazioni.

Detrazioni fiscali per il coniuge a carico

Per determinare quali sono con esattezza le detrazioni fiscali per il coniuge a carico, si tengono in considerazione principalmente alcune fasce di reddito, prodotto dal soggetto richiedente.

Per stabilire queste detrazioni è quindi indispensabile presentare correttamente la propria dichiarazione dei redditi, che prende in considerazione i redditi percepiti nell’anno precedente. Per esempio nel 2022 bisogna procedere con la dichiarazione dei redditi del 2021.

Per poter presentare tutte le informazioni è necessario disporre di alcuni documenti, come quelli erogati dall’azienda per cui il lavoratore dipendente sta lavorando, oppure il documento riassuntivo delle entrate economiche in caso di impresa o lavoratore autonomo. Inoltre è essenziale presentare i documenti e i dati anagrafici sia del richiedente che di tutti i familiari a carico.

Per stabilire qual è la detrazione spettante per il coniuge a carico, viene individuata la fascia reddituale del richiedente, e viene effettuato un calcolo che prende in considerazione il reddito lordo e alcuni importi fissi di riferimento. Per fare un esempio, chi rientra nella fascia di reddito tra 15.001 e 40.000 euro accede ad una detrazione fiscale IRPEF fissa di 690 euro.

Le detrazioni spettano anche per altre spese incluse in questa possibilità, sostenute dal coniuge a carico. Si tratta per esempio delle spese mediche del coniuge o dei figli, delle spese scolastiche per i figli a carico, per le agevolazioni nel caso di particolari bonus fiscali. Ma sono incluse anche le spese funebri per un familiare del coniuge a carico, o gli interessi passivi sul mutuo.

L’elenco di spese detraibili fiscalmente in sede di dichiarazione dei redditi è molto vasto, per cui è necessario rivolgersi ad un commercialista o ad un centro CAF per analizzare la situazione specifica.

Detrazioni e dati del coniuge

Quando si procede con la dichiarazione dei redditi, oppure con il calcolo dell’ISEE, può essere necessario presentare tutti i dati anagrafici e reddituali del coniuge a carico. Se il coniuge non risulta a carico fiscale, non si possono chiedere le detrazioni fiscali spettanti, tuttavia i due soggetti possono procedere separatamente con la propria dichiarazione dei redditi.

Quando si parla di dichiarare i redditi percepiti l’anno precedente, può essere necessario presentare anche quelli dei figli. Questa eventualità si ha soprattutto quando i dati vengono raccolti per presentare l’ISEE di tutto il nucleo famigliare, per cui è indispensabile segnalare la situazione reddituale di tutti i componenti del nucleo.

In caso di coniuge a carico, è possibile che il valore ISEE sia più basso, perché il reddito percepito e presentato è unicamente quello dell’altro coniuge. I dati principali che vanno indicati nella dichiarazione dei redditi, o per il calcolo dell’ISEE sono quelli anagrafici dei coniugi a carico e degli eventuali figli, più il codice fiscale di tutti i componenti del nucleo famigliare.

In caso di dichiarazione dei redditi vanno poi presentati tutti i documenti che mostrano le spese sostenute agevolabili fiscalmente: si tratta per esempio delle ricevute delle spese mediche, anche quando sostenute dal coniuge, se è a carico, oppure i documenti che riportano i dati relativi al lavoro dei soggetti, di tipo dipendente o autonomo, o ancora i dati relativi alle spese sostenute per particolari ristrutturazioni di casa.

Va tenuto in considerazione che quando il contribuente paga più tasse di quanto dovuto, anche in base alle detrazioni fiscali, può ricevere direttamente in busta paga la differenza, o tramite altre modalità, se si tratta di lavoratore autonomo.

Ma cosa accade quando due coniugi sono separati, per le detrazioni dei figli? In questo caso, la dichiarazione dei redditi non può essere unica, ma ogni coniuge deve procedere con la propria. Per quanto riguarda la dichiarazione dei figli a carico, questa va effettuata in base al caso specifico, in relazione al genitore che effettivamente provvede al mantenimento del figlio.

Le casistiche possono essere differenti, tuttavia quando l’affidamento è esclusivo, la detrazione fiscale per il figlio a carico spetta totalmente al genitore a cui è affidato il figlio, mentre in caso di affido congiunto la detrazione fiscale può essere rivolta ad entrambi i genitori, con una suddivisione al 50%.

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