Domicilio digitale, cos'è e perché conviene attivarlo

Da qualche giorno è attivo l'Inad, dov'è possibile eleggere il proprio domicilio digitale per ricevere comunicazioni in tempo reale dalla Pubblica Amministrazione. Cos'è l'Inad?

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Già da qualche giorno è attivo l’Indice nazione dei domicili digitali che permette ai cittadini di eleggere il proprio domicilio digitale, con la creazione di un indirizzo di Posta elettronica certificata.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione, nell’era della transizione al digitale nei rapporti con la Pubblica amministrazione. Un quasi addio totale alla carta, per tutte le comunicazioni da parte delle amministrazioni. Con la registrazione al portale, si possono ricevere comunicazioni in tempo reale, molto più rapidamente rispetto agli ormai “classici” metodi per posta.

Ma cos’è il domicilio digitale? Perché conviene attivarlo? Da quando sarà obbligatorio avere un indirizzo di posta elettronica certificata?

Cos’è e a cosa serve il domicilio digitale

Il 6 giugno 2023 è nato l’Indice Nazionale dei Domicili Digitali (Inad) e un mese dopo, il 6 luglio 2023, è diventato consultabile da tutti i cittadini, i quali potranno decidere di registrare un indirizzo di Posta elettronica Certificata (Pec), dove ricevere tutte le comunicazioni dalla Pubblica Amministrazione.

Le PA, a partire dal 6 luglio 2023, hanno iniziato ad utilizzare il domicilio digitale per inviare le comunicazioni inerenti raccomandate per multe, accertamenti, cartelle esattoriali, rimborsi fiscali, detrazioni e molto altro. In che modo? Utilizzando il domicilio digitale.

Ma cos’è il domicilio digitale? Si tratta di un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) avente valore legale e valido per ricevere le comunicazioni da parte delle Pubblica Amministrazioni. Per il momento, l’iscrizione è ancora facoltativa e chi non ha ancora indicato la Pec continuerà, fino al 30 novembre 2023, a ricevere le comunicazioni nella classica forma cartacea per posta.

Fino al 30 novembre, le PA, prima di procedere ad inviare per posta qualsiasi comunicazione, controlleranno che per quello specifico codice fiscale sia attivo un domicilio digitale oppure no. Ciò vuol dire che prima o poi il domicilio digitale dovrà essere attivato, in quanto dopo il 30 novembre le Pubbliche Amministrazioni non invieranno più comunicazioni cartacee.

Come si attiva?

Anche se ci troviamo in un periodo transitorio (6 luglio-30 novembre) è opportuno spiegare come attivare il domicilio digitale. Potrebbe sembrare un’operazione difficile soprattutto a chi non è molto abile nell’uso dei dispositivi informatici e digitali (si pensi, per esempio, agli anziani).

Tuttavia, attivarlo è molto semplice ed è sufficiente registrare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata. Ciò vuol dire che il cittadino deve essere già in possesso di una Pec.

Cosa fare? Bisogna collegarsi sul sito www.domiciliodigitale.gov.it e autenticarsi con un’identità digitale:

  • Spid;

  • Cie;

  • Cns.

Successivamente, una volta ottenuto l’accesso, non bisogna far altro che seguire la procedura guidata e registrare il proprio indirizzo.

Chi può eleggere il proprio domicilio digitale su Inad?

  • Le persone fisiche con almeno 18 anni d’età;

  • I professionisti che svolgono una professione non organizzata in ordini, albi o collegi ai sensi della Legge n. 4/2013;

  • Gli enti di diritto privato che non sono tenuti all’iscrizione nell’INI-PEC.

Perché conviene attivarlo

Anche se non da subito obbligatorio, attivare il proprio domicilio digitale su Inad presenta alcuni vantaggi. In primo luogo per quanto riguarda la comodità del servizio: tutte le comunicazioni della Pubblica Amministrazione vengono inviate in tempo reale.

Ciò vuol dire che i cittadini non riceveranno più comunicazioni in ritardo e non subiranno più problemi relativi al mancato recapito nella propria casella postale o il rischio di non essere trovati a casa.

Se parliamo di vantaggi, in primis, c’è una significativa riduzione dell’uso della carta e, in secondo luogo, dei costi di spedizione. Anche per la stessa Pubblica Amministrazione ci sono alcuni vantaggi come, per esempio, l’avere a disposizione un sistema centralizzato molto più efficiente.

Per i cittadini è conveniente attivarlo innanzitutto perché, in caso contrario, si verrebbe tagliati fuori dalle comunicazioni – anche se a ben vedere si tratta di una convenienza forzata. Sicuramente, però, è comodo e veloce e si hanno sempre a portata di mano le comunicazioni.

Quando è obbligatorio avere la Pec

Molto presto, avere una casella Pec diventerà obbligatorio per tutti i cittadini. Anche se l’obbligo non è immediato e si può temporeggiare, per adeguarsi, fino al 30 novembre 2023, dopo quella data tutti dovranno essere in possesso di un indirizzo Pec ed eleggere il proprio domicilio digitale.

Come abbiamo spiegato, dopo quella data, le PA smetteranno di inviare le comunicazioni in modo cartaceo e non avere il proprio domicilio digitale significa essere tagliati fuori dal ricevere cartelle esattoriali, multe, ma anche rimborsi, detrazioni e molto altro ancora.

È bene ricordare che avere una Pec è molto conveniente, non solo per la velocità e anche la sicurezza delle comunicazioni, ma anche perché ha validità legale al pari di una raccomandata.