Dopo Poste Italiane, stop cessione del credito da altre banche: bonus edilizia a rischio

La decisione di Poste Italiane di bloccare il credito d'imposta è una batosta per i bonus edilizi. Ma non è l'unica banca. Ecco cosa sta succedendo.

Sul sito di Poste Italiane è stato comunicato che l’acquisizione di nuove pratiche relative al credito d’imposta è stata sospesa. Inevitabile il richiamo alle recenti sentenze della Corte di cassazione, che hanno confermato la legittimità del sequestro dei crediti d’imposta successivi alle richieste di Superbonus fraudolente. 

Ora altre banche e istituti prenderanno decisioni analoghe. La domanda a questo punto è una sola: cosa succede adesso ai lavori iniziati? Quale futuro per i bonus sull’edilizia? La frenata è inevitabile. 

Stop alla cessione del credito d’imposta, dopo Poste anche Banca Intesa ed altre: cosa succederà ai lavori acquisiti?

Nessun problema per le pratiche già in lavorazione, per le quali il messaggio sul sito di Poste rassicura chi è riuscito a richiedere la cessione del credito prima dello stop. L’effetto di questo fermo alle acquisizioni, però, non è isolato: anche Banca Intesa, ad esempio, ha smesso di acquisire nuove operazioni di cessione del credito d’imposta.

Si prospetta un fermo nella ripresa del settore edilizio, che soffre per le recenti sentenze della Cassazione sul diritto al sequestro dei crediti d’imposta ceduti da parte dell’amministrazione finanziaria. Secondo la corte, infatti, nulla rileva di fronte alla frode commessa dal cedente, che quindi coinvolge anche il cessionario nel momento in cui questo vedrà sottrarsi il credito d’imposta.

Il sequestro preventivo, infatti, è stato ritenuto legittimo e opportuno anche con riferimento all’acquisizione del cessionario, e si ritiene che questo aspetto sia stato determinante nella scelta degli istituti di credito su menzionati di sospendere le cessioni.

Lo stop alle acquisizioni è generalizzato, riguarda tutti i bonus disponibili. Ma se lo stop di poste è scritto a chiare lettere sul sito, quello di Banca Intesa non è stato seguito da nessuna comunicazione, sebbene gli utenti di fatto non riescano a presentare nuove richieste.

Le sentenze della Cassazione e i loro effetti sulle banche 

Sono cinque le sentenze con le quali la Cassazione ha affermato la possibilità di procedere al sequestro dei crediti d’imposta ceduti. Tra le sentenze, una di queste vedeva Poste Italiane come soggetto cessionario, mentre le altre riguardavano Banco Desio e della Brianza, Cassa Depositi, Illimity Bank e Groupama.

Nel merito, la Cassazione ha confermato che il sequestro dei crediti d’imposta si può effettuare ogni volta in cui si verifica una frode. Questo postulato è stato confermato in tutte le sentenze, rendendo legittimo il sequestro avvenuto anche di fronte alla buona fede del cessionario, che risulta di fatto estraneo al reato posto in essere dal cedente.

Viene dunque meno la tutela della buona fede degli istituti di credito, richiesta a gran voce dalle banche italiane già da qualche mese. Adesso, viste le recenti sentenze, si dubita che il mercato del settore possa riprendersi in fretta. 

Leggi anche: Superbonus 110% e Bonus casa, Poste Italiane ferma la cessione del credito. Cosa cambia?

Le preoccupazioni nel mondo dell’edilizia

I costruttori sono in allarme. Federica Brancaccio, presidente Ance, si dichiara molto preoccupata rispetto al comportamento degli istituti di credito. All’aumentare del rischio di vedersi sequestrare il credito d’imposta, le banche hanno dato avvio a una speculazione sull’acquisto del credito d’imposta senza precedenti.

In media, prima delle sentenze, un credito al 110% si acquistava per il 102%. Oggi si è arrivati all’85%.

È necessario che vengano date risposte concrete, altrimenti migliaia di imprese saranno in forte crisi.

Sembra quasi che gli istituti di credito, Poste e Cassa Depositi e prestiti vogliano distruggere la misura. Spiega Brancaccio che, se le banche possono essere giustificate dall’esaurimento della propria capacità fiscale, allora CdP e Poste, che non hanno simili problemi, dovrebbero continuare a comprare.

Anche secondo CNA la situazione deve essere affrontata con estrema urgenza. Il governo deve “aprire un tavolo” col sistema finanziario e le imprese della filiera di costruzioni per dare una soluzione definitiva al problema del fermo alla  cessione del credito d’imposta.

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