Doppia certificazione unica: quando il 730 è obbligatorio

Arrivano nuove proroghe fiscali con il nuovo decreto sostegno Draghi. A partire dalle nuove scadenze per la presentazione del modello 730, per la disponibilità del precompilato e la consegna della certificazione unica. Questo sarà un anno particolare per i molti lavoratori che hanno usufruito di ammortizzatori sociali. Riceveranno due CU e quindi per loro la presentazione della dichiarazione redditi tramite 730 sarà obbligatoria. Ma purtroppo per questo tipo di situazioni esiste anche un alto rischio di un conguaglio irpef a debito. Come fare per controllare eventuali errori e correggere la dichiarazione in tempo.

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Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha reso noto in un comunicato ufficiale le nuove date per consegnare la certificazione unica ai lavoratori e poter presentare la stessa all'agenzia delle entrate. I termini sarebbero dovuti scadere il 16 marzo ma slittano al 31 marzo.

Di conseguenza sono state posticipate anche le date di disponibilità della dichiarazione 730 precompilata che sarà disponibile online nell'area riservata di agenzia delle entrate a partire dal 10 maggio. Invece che il 30 di aprile.

La stessa proroga interesserà anche l'invio dei dati da trasmettere per le dichiarazioni da parte di altri enti che certificano le spese fiscalmente detraibili. Come ad esempio dati bancari, assicurativi, condominiali e quelli che riguardano le spese scolastiche, universitarie e veterinarie. Nessuna proroga invece per la comunicazione ultima delle spese sanitarie certificate tramite scontrini parlanti e codice fiscale, scaduta già lo scorso 8 febbraio.

Prorogate anche le certificazioni uniche da parte di Inps, Inail e NoiPa per i dipendenti pubblici, pensionati, disoccupati e per chi è in cassa integrazione. Molte tra quelle disponibili dagli enti però sono già disponibili online dal 16 marzo. Pronte per essere scaricate da da parte dei cittadini e contribuenti interessati.

Certificazione unica lavoratori dipendenti

La CU o certificazione unica (che una volta si chiamava CUD: certificato unico dipendente) viene consegnata dal datore di lavoro che funge da sostituto di imposta per i propri lavoratori dipendenti o collaboratori.

La cadenza è annuale e il modello certifica alcuni dati reddituali fondamentali per presentare la dichiarazione 730. Utile anche per verificare eventuali detrazioni o ritenute fiscali applicate durante l'anno di riferimento. Riepiloga inoltre l'Irpef pagata in qualità di tassazione sul reddito da lavoro, dalle quale sarà possibile detrarre le spese previste.

Grazie alla proroga del MEF inserita nell'ultimo decreto sostegni i datori di lavoro avranno tempo ancora qualche giorno per la consegna del modello . 31 marzo la data ultima.

Sono previsti due tipi di CU: quella a modello sintetico che viene consegnata al lavoratore direttamente dall'azienda o messa a disposizione per essere scaricata e successivamente stampata per gli usi consentiti a livello fiscale. E quella ordinaria che va inviata direttamente all'agenzia delle entrate, telematicamente ed entro i termini previsti ogni anno, al fine di una corretta predisposizione del modello 730 precompilato del singolo contribuente.

Ricordiamo che anche in caso di interruzione di lavoro o licenziamento, l'azienda deve corrispondere la certificazione unica agli ex dipendenti entro 12 giorni dalla richiesta e comunque entro la scadenza annuale dei termini per effettuare la dichiarazione dei redditi.

Come correggere gli errori nella Certificazione Unica

Il lavoratore deve sempre controllare che tutti i dati siano corretti. Questa operazione di interesse del contribuente, al fine di rilevare eventuali errori e darne comunicazione tempestiva al sostituto di imposta che ha consegnato il modello, in modo da rettificare prima possibile.

Probabili compilazioni errate possono riguardare ad esempio l'inserimento di quote di stipendio che non sono state effettivamente percepite dal lavoratore, o l'inserimento del bonus fiscale che invece non è stato pagato. Ma anche controllare se sono state correttamente applicate le detrazioni spettanti per non incorrere nel conguaglio irpef a debito.

Per questo può essere utile il confronto con le buste paga per verificare che la somma dei dati contenuti corrisponda a quanto dichiarato. Importante perchè in caso di cifre più alte di quelle effettivamente percepite, il lavoratore sarà soggetto a tassazione aggiuntiva non dovuta .

Per questo se si rilevano omissioni o errori di calcolo occorre sempre darne tempestiva comunicazione al datore di lavoro. Il sostituto di imposta che ha inviato la CU è tenuto a correggere il modello ed inviare le correzioni entro 5 giorni dall'invio del precedente. O entro i successivi 60 giorni pagando una sanzione minima di 33,33 euro.

Certificazione unica da Inps: Naspi e Cassa integrazione

Anche l'Inps quando opera in funzione di sostituto di imposta, ed eroga prestazioni a sostegno del reddito a titolo di ammortizzatori sociali, mette a disposizione la certificazione unica. Questa sarà disponibile per tutti quelli che ricevono i trattamenti economici dall'istituto di previdenza come pensionati e disoccupati che percepiscono la Naspi.

Inoltre per chi ha ricevuto i pagamenti della cassa integrazione da parte di Inps. Quindi chi abbia usufruito di ammortizzatori sociali nell'anno 2020, anche alternando periodi di lavoro a periodi indennizzati da Inps dovrà scaricare la certificazione unica relativa alle prestazioni. E contemporaneamente riceverà entro la data di scadenza anche quella relativa al rapporto da lavoro dipendente cessato o sospeso.

Fermo restando sempre la possibilità per chi ha dovuto ridurre o sospendere il lavoro di rientrare anche per il 2021 nel bonus irpef o trattamento integrativo di 100 euro mensili anche se nel corso del anno a causa della riduzione sia divenuto incapiente. Norma importante introdotta appositamente per i lavoratori sospesi o licenziati causa covid.

Se il bonus irpef non sono è stato corrisposto dai datori di lavoro o inserito nelle indennità Inps, potrà essere recuperato sotto forma di credito risultante appunto dopo la presentazione del modello 730.

Certificazione unica Inps: come ottenerla

Nonostante la proroga, L'Istituto di previdenza ha messo a disposizione per la maggior parte dei contribuenti la certificazione unica già a partire dal 16 marzo. Per ottenerla i cittadini possono entrare direttamente sul sito con le proprie credenziali Spid e procedere alla consultazione o stampa del documento direttamente online.

La maggior parte delle certificazioni che riguardano le prestazioni Inps sono state inserite quindi è già possibile scaricarle. In alternativa al metodo online si può mandare una mail certificata pec all'indirizzo richiestacertificazioneunica@postacert.inps.gov.it o email ordinaria a richiestacertificazioneunica@inps.it  oppure telefonando al numero 800 434 320 o al contact center INPS per richiedere la consegna a domicilio del modello cartaceo.

Doppia certificazione unica: per chi è obbligatorio il modello 730

Questo sarà un anno particolare per chiunque abbia usufruito di ammortizzatori sociali in seguito alla chiusura delle attività dovuta all'emergenza Covid-19. In particolar modo per chi è in cassa integrazione pagata da INPS e per chi ha usufruito della Naspi dopo un contratto di lavoro.

Questi soggetti riceveranno due distinte certificazioni uniche. La prima dal datore di lavoro e la seconda da INPS. Con il rischio che sommando i due redditi si arrivi ad un conguaglio irpef a debito da pagare o al dover restituire il bonus cuneo fiscale.

Così come anche chi ha avuto più rapporti di lavoro nel corso dell'anno con aziende differenti. Per questo motivo per i contribuenti con doppia CU la presentazione del modello 730, anche precompilato sarà obbligatoria, come per tutti

"I lavoratori dipendenti che hanno cambiato datore di lavoro e sono in possesso di più certificazioni di lavoro dipendente o assimilati , nel caso in cui l'imposta corrispondente al reddito complessivo superi di oltre euro 10,33 il totale delle ritenute subite".

Dichiarazione 730 con doppia CU: chi rischia il conguaglio a debito

Chi svolge una doppia attività come ad esempio due lavori part time o di più collaborazioni avvenute durante lo stesso anno, riceverà una certificazione unica diversa per ognuna di queste.

I redditi poi vanno a sommarsi con alcuni problemi che possono comportare un conguaglio irpef più alto e quindi di rientrare in un'aliquota superiore e pagare di più. In sede di 730 precompilato bisogna prestare estrema attenzione alle detrazioni applicate dai singoli datori di lavoro, per evitare che risultino doppie e quindi da restituire.

Ma anche agli effettivi giorni di lavoro conteggiati da agenzia delle entrate. Specialmente se si sceglie di effettuare la presentazione del modello precompilato online si consiglia di controllare bene i dati che vengono automaticamente caricati.

Errori frequenti riguardano: Il conteggio di giornate di lavoro effettive: per chi abbia lavorato solo per periodi limitati spesso si considera erroneamente l'anno intero. quindi al netto delle detrazioni irpef viene applicato un conguaglio maggiore.

Se si sono effettuati solo periodi di lavoro minori bisogna reinserire il calcolo corretto correggendolo. Per chi ha un doppio contratto di lavoro occorre prestare attenzione a non sovrapporre i due periodi conteggiando una stessa giornata due volte.

Chiunque abbia ricevuto la doppia certificazione unica che si tratti di un soggetto che ha due contratti di lavoro part time e quindi due buste paga ma anche chiunque abbia nel corso del 2020 alternato periodi di lavoro e cassa integrazione, sarà a rischio conguaglio a debito irpef.

Spesso la somma dei due redditi può far scattare lo scaglione successivo di imposta rispetto a quello effettivamente calcolato singolarmente e dunque comportare una maggiore tassazione.

Per non sbagliare, chi è in possesso di più di una certificazione unica può farsi assistere da professionisti come commercialisti, consulenti o centri di assistenza fiscale che operano come intermediari abilitati alla presentazione del modello 730 come sindacati e patronati.

Attenzione anche alle spese detraibili che si intende recuperare . Soprattutto quelle che riguardano le prestazioni sanitarie al 19%. Ricordiamo che per l'anno 2020 è già in vigore la legge che prevede che le spese che possono essere rimborsate siano per la maggior parte solo quelle pagate con mezzi tracciabili a zero contanti.

In particolar modo per le visite e gli esami medici effettuati privatamente. Per controllare quelle che sono state correttamente inserite nel sistema tessera sanitaria si può accedere al portale del Ministero con le credenziali SPID alla sezione "consultazione spese sanitarie".

Modello 730 precompilato 2021: scadenza e rimborsi

Insieme alla proroga della consegna delle certificazioni uniche di conseguenza è stata posticipata anche quella che riguarda il modello 730 precompilato che sarà disponibile per i contribuenti sul sito agenzia delle entrate a partire dal 10 maggio.

Non più il 30 aprile dunque come inizialmente previsto. Di conseguenza potranno slittare, anche se di poco anche i primi rimborsi. Chi ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato o comunque che sia ancora in essere entro luglio 2021 ed intende ricevere il rimborso in busta paga può inviare la dichiarazione del 730 già entro fine maggio al fine di ricevere la restituzione delle spese già con la busta paga di luglio.

I rimborsi saranno sempre pagati dal sostituto di imposta in base alla data di presentazione del 730. Il termine ultimo per la dichiarazione è fissato al 30 settembre 2021.

Per chi invece non ha più datore di lavoro e non beneficia di indennità Inps sulle quali poter ricevere i rimborsi 730 dovrà indicare la modalità senza sostituto e in questo caso il rimborso avverrà entro fine dicembre.

Occorre però prestare attenzione ad indicare correttamente l'IBAN sul quale si intende ricevere il rimborso, per evitare ulteriori ritardi. L'agenzia delle entrate per effettuare i pagamenti ha comunque tempo fino a marzo 2022.