Il programma Erasmus+ continua a rappresentare uno dei risultati più tangibili dell'Unione Europea, volto a unire le persone in tutto il continente, creando un senso di appartenenza e solidarietà, attraverso il sostenimento e il rafforzamento dell'istruzione, della formazione professionale, della gioventù e dello sport.
Sono trentaquattro i Paesi partecipanti al programma: oltre tutti i ventotto Stati membri dell'Unione Europea, partecipano al programma Erasmus+ anche l’Islanda, il Liechtenstein, la Norvegia, la Macedonia del Nord, la Serbia e la Turchia.
Negli ultimi tre decenni, più di dieci milioni di persone hanno partecipato a quella che, per molti, si è rivelata un’esperienza così intensa da cambiare la vita. Come riportato dal quotidiano La Repubblica, facendo riferimento a un sondaggio condotto da Skuola.net su come si comportano gli studenti italiani in Erasmus,
“il ritratto che esce fuori dell'Erasmus è quello di un'esperienza positiva. Tanto è vero che l'83% del campione partirebbe di nuovo (il 55% per la stessa destinazione) e l'81% torna a casa sentendosi più cittadino europeo, con una conoscenza della lingua migliorata (il 34% dichiara di essere arrivato al livello C1 e il 24% afferma di aver raggiunto il C2).”
Nel gennaio 2018, la Commissione europea ha pubblicato la valutazione intermedia del programma Erasmus+, dalla quale è emersa anche la proposta della Commissione per la generazione successiva del programma, ovvero quella relativa agli anni 2021-2027.
Dalla valutazione è emerso che il programma Erasmus+ viene identificato come uno dei tre risultati più positivi dell'Unione Europea, fornendo a quest’ultima un forte valore aggiunto.
Nel mese di maggio dello stesso anno, la Commissione ha presentato la sua proposta di raddoppiare i fondi del programma Erasmus a 30 miliardi di euro per il ciclo 2021-2027. L'obiettivo è quello di aumentare in modo massiccio il numero di beneficiari e partecipanti al programma, nel tentativo di avviare un processo di trasformazione su larga scala. Ma anche quello di raggiungere persone di ogni estrazione sociale, stimolare la mobilità e la cooperazione, in Europa e con il resto del mondo.
Ebbene, la prossima generazione del programma Erasmus+ sarà molto più forte, molto più inclusiva, più verde e semplice. Come riportato anche dal Corriere Nazionale, infatti:
“Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva l’edizione 2021-2027 del programma Erasmus+, includendo importanti novità: è stato quasi raddoppiato il fondo in dotazione, che ora supera i 28 miliardi di euro rispetto ai 14,7 stanziati nei sette anni precedenti. Il programma viene inoltre aperto agli adulti, e includerà innovazioni che gli permetteranno di essere “più inclusivo, più verde e più semplice”, come scrive il Parlamento Ue in una nota.”
Cos’è il programma Erasmus+
Erasmus+ è un programma che permette a studenti universitari di intraprendere un periodo di studio o di formazione professionale - attraverso l’apposito programma Traineeship - in uno dei Paesi membri dell’Unione Europea o Paesi extra-europei che hanno deciso di aderire all’iniziativa.
Il periodo di studio all’estero ha una durata minima di tre mesi e un massimo di dodici mesi e viene sovvenzionato dall’Unione Europea con una borsa di studio. L’importo mensile della borsa di studio varia a seconda del paese di destinazione e può essere utilizzato per coprire in tutto o in parte le spese di vitto e alloggio.
Per partecipare al progetto è necessario, anzitutto, essere in possesso di alcuni requisiti. Occorre essere studenti iscritti a un corso di laurea triennale, magistrale o a un dottorato di ricerca e possedere un livello di conoscenza linguistica adeguato a quello richiesto dal Paese ospitante.
Inoltre, dal momento in cui il programma prevedere un numero di iscrizioni limitate, la selezione premierà gli studenti con una media alta e che hanno raggiunto un più alto numero di crediti, tenendo anche conto della condizione economica familiare.
Come funziona il programma Erasmus+
Il programma Erasmus+ funziona in modo diverso a seconda del percorso che si decide di intraprendere, e dunque se si parte per un percorso di studio o per un percorso di formazione professionale - tirocinio.
Nel primo caso, prima della partenza è necessario realizzare il cosiddetto “Learning Agreement”, ovvero un piano di studio contenente gli esami che lo studente dovrà sostenere all’estero.
Affinché gli esami sostenuti all’estero vengano riconosciuti, è necessario che questi corrispondano a quelli italiani e che affrontino, dunque, un programma molto simile a quello che si sarebbe affrontato in Italia. Il Learning Agreement dovrà poi essere approvato sia dall’università ospitante che dal proprio coordinatore Erasmus.
Al termine del percorso, poi, l’università ospitante rilascerà il Transcript of Records che certifica tutto il lavoro svolto dallo studente, i crediti raggiunti e i voti ottenuti.
Nel secondo caso, invece, è necessario anzitutto assicurarsi che il tirocinio che si svolgerà presso il Paese ospitante sia coerente con il proprio percorso di studi e permetta, dunque, di acquisire a sviluppare abilità e competenze in linea con esso. Il tirocinio può essere svolto in una qualsiasi organizzazione di un paese partecipante al programma Erasmus+ (ad esclusione delle istituzioni, degli organi e delle agenzie dell'UE).
Prima di partire per il tirocinio, allo studente, all’istituto di provenienza e a quello di destinazione verrà chiesto di firmare un contratto di studio all’interno del quale vengono definiti i diritti e le responsabilità delle varie parti, nonché un programma dettagliato del tirocinio e tutte le informazioni necessarie al riconoscimento dell’attività.
Al termine del tirocinio svolto all’estero, invece, l’organizzazione ospitante rilascerà un attestato di tirocinio che dovrà poi essere riconosciuto dall’istituto di provenienza. Per maggiori informazioni, consigliamo di dare un'occhiata alla pagina ufficiale dedicata all'iniziativa.
Come cambia il programma Erasmus+ per il ciclo 2021/2027
Come già anticipato, per l’edizione 2021/2027 del programma Erasmus+, il Parlamento europeo ha deciso di raddoppiarne il fondo e portarlo agli oltre ventotto miliardi di euro, rispetto ai circa quattordici miliardi stanziati nei sette anni precedenti.
“Nessuno deve essere lasciato indietro. Questo è esattamente ciò che stiamo cercando di fare con la nuova generazione di Erasmus+”, ha commentato Sabine Verheyen, eurodeputata tedesca del Ppe e presidentessa della commissione per la Cultura e l’istruzione del Parlamento europeo, riguardo l’approvazione da parte dell’Assemblea della nuova edizione del programma.
“I giovani e tutti coloro che desiderano imparare, studiare e incontrare nuove persone stanno affrontando sfide enormi. E la situazione è ancora più difficile per chi proviene da ambienti emarginati. Ora più che mai, è importante che l’Europa li raggiunga e venga loro incontro localmente, fornendo loro gli strumenti per crescere, attivarsi e collegarsi gli uni con gli altri”.
Quella del raddoppiamento dei fondi è una ottima notizia per l’Italia, che insieme a Francia e Germania ha speso il 99,94% dei fondi a disposizione. Ma anche per il resto dei Paesi partecipanti, poiché questi fondi serviranno anche per offrire l’accesso all’apprendimento e alla mobilità a quelle persone che hanno avuto meno possibilità di parteciparvi, (persone con una disabilità, in stato povertà, o che vivono in località remote, provenienti da un contesto migratorio, ecc.).
Inoltre, per coloro che non dovessero disporre di mezzi sufficienti a coprire i costi iniziali di partecipazione al programma Erasmus+, sono state previste delle sovvenzioni supplementari, tra cui anticipi sulle spese.
Un’altra novità riguarda l’inclusione degli studenti adulti, ai quali è data ora la possibilità di trascorrere fino a sei mesi in un altro paese aderente al programma Erasmus+. In questo modo, anche le persone adulte potranno acquisire nuove competenze lavorative e di vita, nonché adattarsi ai cambiamenti relativi al passaggio al digitale e a uno stile di vita più “green”.
A tal proposito, il nuovo programma Erasmus+ sarà più facilmente gestibile, grazie all’implementazione di sistemi informatici che sostituiranno molte delle pratiche amministrative. Oltre ciò, il programma incentiverà mezzi di trasporto rispettosi del clima e valorizzerà modelli di istruzione innovativi, come la DiscoverEU, un’iniziativa che offre ai giovani la possibilità di richiedere un pass gratuito per viaggiare in Europa a scopo didattico, ad esempio per frequentare un corso o partecipare a un laboratorio.