Pagamento con Pos, esenzione dall’obbligo: ecco per quali prodotti

Alcuni esercenti, per la vendita di determinati beni e prodotti, sono esonerati dall'obbligo di accettare i pagamenti con Pos.

L’obbligatorietà per gli esercenti, i liberi professionisti e i commercianti di accettare i pagamenti con il Pos, si è concretizzata il 30 giugno scorso, con l’entrata in vigore delle sanzioni pecuniarie (una doppia sanzione) per il rifiuto di transazioni utilizzando la moneta elettronica.

Ma, pochi giorni fa, una particolare categoria di esercenti ha ricevuto una buona notizia dell’Agenzia delle Accise, Dogane e dei Monopoli: l’esenzione dall’obbligo di accettare pagamenti con Pos, per alcuni prodotti.

Nel testo spiegheremo quali esercenti possono tirare un sospiro di sollievo in quanto esonerati dall’obbligo di accettare pagamenti elettronici – con il Pos – per alcune tipologie di beni e prodotti. Tutti gli altri, però, è bene che stiano ben attenti alle sanzioni previste che, in seguito, andremo a ricordare.

Pagamenti Pos, esenzione per alcuni prodotti: ecco dove cade l’obbligo

La notizia è arrivata dall’Agenzia delle Accise, Dogane e dei Monopoli, con la pubblicazione della determinazione n. 484555.

L’obbligatorietà di accettare i pagamenti con il Pos viene meno per una categoria di esercenti. Chi può tirare un sospiro di sollievo? Non sono più obbligati ad accettare transazioni tramite l’utilizzo della moneta elettronica i tabaccai e tutti gli esercenti che vendono beni di monopolio, valori postali e valori bollati.

Si tratta di quei beni come le sigarette, i francobolli e le marche da bollo. Ciò significa che tutti coloro che vendono questo tipo di prodotti oppure sono in possesso di un patentino per farlo possono rifiutare di farsi pagare tramite carte di credito o bancomat, insomma con il Pos, senza rischiare di incorrere in nessuna sanzione pecuniaria.

Abbiamo parlato di patentino. L’esenzione non riguarda solo i tabaccai, come si potrebbe essere indotti a pensare, ma anche a tutti gli esercenti che sono in possesso di un patentino per vendere i prodotti interessati (possiamo fare l’esempio di un bar che vende sigarette oppure di un’edicola che vende marche da bollo o francobolli).

Bisogna chiedersi il motivo di tale esenzione. Perché per i beni di monopolio, i valori postali e i valori bollati è stata decisa l’esenzione dall’obbligo di accettare i pagamenti elettronici, mentre invece per altre merci e prodotti no?

Sappiamo bene che per ogni transazione con moneta elettronica viene addebitata una commissione; a carico di chi? La commissione è a carico del venditore, ovviamente.

Ebbene, si tratta di beni per i quali i guadagni sono ridotti. Per i beni di monopolio, l’aggio è pari al 10% del prezzo di vendita al pubblico, per i valori postali è del 5%, mentre per i valori bollati viene determinato in base alla tipologia.

Pertanto, l’esenzione dall’accettare obbligatoriamente pagamenti con carte di credito e bancomat si pone l’obiettivo di non andare ad intaccare il guadagno sulla vendita di quei beni, con l’addebito delle commissioni per i pagamenti con Pos (carte di credito o bancomat). Infatti, non bisogna affatto pensare che, per esercenti e commercianti, accettare il pagamento tramite Pos sia sempre semplice. Come abbiamo già detto, ci sono i costi di addebito delle commissioni che, alla fine dei conti, risultano essere molto onerosi andando ad assottigliare ancora di più il guadagno sulla vendita di quei prodotti individuati dall’Agenzia delle Accise, Dogane e dei Monopoli.

Per tutti gli altri esercenti, commercianti e professionisti soggetti all’obbligo, come già accennato, dal 30 giugno 2022, sono in vigore le sanzioni pecuniarie in caso di mancata accettazione dei pagamenti elettronici.

Leggi anche: Pos obbligatorio: nuova esenzione per tabaccai su sigarette e marche da bollo

Quali sono le sanzioni per chi rifiuta i pagamenti con Pos

L’obbligo di accettare i pagamenti con Pos non è stato di certo preso a buon grado. Le commissioni addebitate per ogni transazione, in alcuni casi, vanno a rappresentare un costo oneroso da sopportare, soprattutto per quei prodotti a basso costo.

Certamente, se vogliamo fare un discorso più di larghe vedute, anche i pagamenti in contante, spesso, presentano qualche rischio. Si pensi, per esempio, all’aspetto sicurezza: il rischio di subire furti è molto alto. Ciò non toglie l’onere delle transazioni, oltre che il costo per l’acquisto del dispositivo ed eventuali altri costi fissi da affrontare periodicamente. 

Ci sono, come sempre, diversi fattori da considerare. Naturalmente, con i tempi che corrono, la crisi economica e il caro vita generale, il costo delle commissioni addebitato per le transazioni va a rappresentare un peso non di poco conto.

Per tutti gli altri soggetti per i quali vige ancora l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici, ricordiamo che dal 30 giugno 2022 sono in vigore sanzioni pecuniarie non di poco conto. Se i soggetti obbligati (commercianti, artigiani, liberi professionisti e così via) rifiutano i pagamenti tramite carte o bancomat rischiano una doppia sanzione: una multa fissa pari a 30 euro più il 4% del valore della transazione per il quale è stato respinto il pagamento. 

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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