Evasione fiscale, priorità del Governo: chi finisce nel mirino dei nuovi controlli

Tra le priorità del Governo c'è la lotta all'evasione fiscale. Cambiano i controlli, ecco chi finisce nel mirino.

L’evasione fiscale è da sempre una profonda piaga per il nostro Paese. La struttura dei controlli è stata più volte cambiata, migliorata e incrementata da nuove strategie e misure di controllo. La lotta all’evasione fiscale si trova sempre in prima fila tra gli obiettivi del Governo.

Con programmi diversi, i vari governi hanno cercato di perseguire questo scopo e anche per la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la lotta all’evasione fiscale rappresenta una priorità.

Nel testo andremo a vedere come cambieranno i controlli per scovare gli evasori, su chi saranno maggiormente puntati gli occhi e quali dovranno essere i nuovi compiti e i criteri di valutazione dell’Agenzia delle entrate.

Lotta all’evasione fiscale: controlli fiscali diversi per l’Agenzia delle entrate

Numerosi sono stati i provvedimenti presi, le strategie adottate e le misure varate. L’evasione fiscale resta sempre una piaga atavica che attanaglia l’Italia

Sentiamo sempre parlare di lotta all’evasione e al lavoro nero, ma i numeri rimangono di anno in anno sempre alti. L’Agenzia delle entrate effettua molti controlli capillari e sono state diverse le strategie adottate per cercare di prevenire e lottare contro gli evasori. 

Anche per la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni la lotta all’evasione è una priorità. I controlli e i criteri di valutazione dell’Agenzia delle entrate, però, prenderanno una diversa direzione.

In sostanza, quale sarà questa nuova direzione? Come saranno effettuati i controlli? 

Tra i punti primari del nuovo Governo, si posiziona in prima fila la riforma del Fisco. Oltre alla lotta all’evasione, gli altri due pilastri fondanti della riforma fiscale sono abbassare le tasse per famiglie e imprese e avviare una nuova tregua fiscale

In merito all’evasione fiscale, sono state già proposte alcune modifiche alle strategie adottate dai governi precedenti per contrastare gli evasori. Innanzitutto, è stato proposto di innalzare il tetto al limite di utilizzo del contante. 

Il tetto al contante, infatti, è stato nel tempo abbassato più volte proprio per evitare il lavoro nero e, di conseguenza, limitare i tentativi di evasione, in favore dei pagamenti elettronici, tracciabili, sicuri e trasparenti. 

Dal 30 giugno scorso, inoltre, sono entrate in vigore le sanzioni pecuniarie per chi rifiuta pagamenti con il Pos. Ma, qualche giorno fa, l’Agenzia delle Accise, Dogane e dei Monopoli ha individuato alcuni prodotti e beni per i quali l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici decade. 

Ma qual è l’obiettivo del nuovo Governo? Come si intende combattere l’evasione? Per prevenire e lottare all’evasione, il nuovo governo prende di mira i grandi evasori. Piccole e medie imprese, esercenti e, insomma, i cosiddetti piccoli evasori possono tirare un sospiro di sollievo. Ciò sarà accompagnato da una modifica dei criteri di valutazione dell’Agenzia delle entrate.

In sostanza, si pensa a controlli fiscali principalmente e solo su chi evade realmente – come abbiamo detto – sui grandi evasori, sulle grandi frodi sull’Iva, senza accanirsi sui piccoli evasori e soffermarsi troppo sui piccoli debitori. Su quest’ultimo punto, infatti, ricordiamo la già citata tregua fiscale.

Evasione e altre misure fiscali: ecco l’orientamento del nuovo Governo 

La riforma fiscale e le misure fiscali sono orientate prevalentemente verso famiglie e imprese. Come abbiamo chiarito, l’orientamento del Governo punta prima a scovare i grandi evasori e, solo dopo, ai piccoli evasori, tramite una lotta serrata all’evasione fiscale. 

Ciò potrebbe significare limitare i controlli, per esempio, a qualche scontrino omesso oppure a qualche piccola transazione. 

Sempre in ambito fiscale, si pensa anche ad un maxi condono, ma sempre per i piccoli debitori. Ad usufruirne potrebbero essere, infatti, i debitori con cartelle esattoriali fino a 2000 euro

Abbiamo anche parlato dell’innalzamento del limite al tetto dei contanti. Tra le proposte, infatti, vi è l’innalzamento alla possibilità di pagare in contanti dall’attuale tetto di 2000 euro a ben 10.000 euro. Si parla anche di innalzamento del tetto solo a 5000 euro, ma, ancora, si tratta solo di proposte e di ipotesi.

Bisogna farsi una domanda: perché c’è la necessità di porre un tetto al pagamento utilizzando i contanti? In realtà, stabilire un tetto si rende necessario per ridurre la circolazione di contanti in favore dei pagamenti elettronici (carte di credito e bancomat) che sono tracciabili e trasparenti e che andrebbero a prevenire e ridurre l’evasione fiscale. 

Possiamo fare un’ultima riflessione. Come abbiamo ampliamente detto, nel corso degli anni, dai vari Governi succedutisi, sono stati presi diversi provvedimenti per contrastare l’evasione fiscale e contributiva. I risultati, però, non sono stati totalmente raggiunti. Proprio per questo motivo, tutti i Governi, ivi compreso quello attuale, hanno sempre messo in primo piano la prevenzione e il contrasto a tutti coloro che cercano di eludere e di evadere il Fisco.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
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