Fattura elettronica forfettari? Chi scappa dalla partita Iva

Tra le ultime novità all’ordine del giorno, per questo nuovo anno 2022, c’è la fattura elettronica forfettari: sì, anche per loro. Le novità riguardano sia tutti coloro che hanno deciso di intraprendere la strada della libera professione (o del lavoro autonomo) nel 2022, sia chi invece ha già aperto la propria posizione nel 2021 o anche prima. Da quando? Come si fa? Ecco tutte le informazioni nell'articolo.

Image

Se la semplicità è un punto di arrivo, allora la burocrazia avrà ancora un po’ di cammino da percorrere. Tra le ultime novità all’ordine del giorno, per questo nuovo anno 2022, c’è la fattura elettronica forfettari: sì, anche per loro.

Obbligatoria per i titolari di partita Iva in regime ordinario già dal 2019, la nuova disposizione ora diventa realtà anche per chi invece lavora in regime forfettario.

Le novità riguardano sia tutti coloro che hanno deciso di intraprendere la strada della libera professione (o del lavoro autonomo) nel 2022, sia chi invece ha già aperto la propria posizione nel 2021 o anche prima.

…obbligo di fatturazione elettronica. Fino all’ultimo si era sperato che questo obbligo non ci fosse o che slittasse all’anno prossimo ma invece puntualmente già dal 2022 scatta l’obbligo della fattura elettronica per tutte le partite IVA in regime forfettario

Il mondo delle partite Iva dunque cambia ancora una volta in maniera radicale e sono diversi gli aspetti da monitorare, per chi desidera rimanere aggiornato in materia.

Ecco qui di seguito una panoramica di tutto ciò che è indispensabile sapere riguardo al regime forfettario e alle novità sulla fatturazione elettronica, per questo anno 2022 appena iniziato.

Cos'è il regime forfettario

Il regime forfettario da applicare alla partita Iva nasce nel 2015, con l’intento di facilitare la vita a tanti giovani e liberi professionisti, che altro non chiedono che di poter esercitare onestamente la propria professione.

Partita Iva infatti non è solo sinonimo di grandi aziende, imprese milionarie o imprenditori che da un giorno all’altro riescono a fare fortuna e a costruire un impero.

L’esercito delle partite Iva in Italia è formato da tanti singoli lavoratori, che cercano di farsi strada nel mondo del lavoro esercitando la libera professione, mettendo a disposizione degli altri le proprie competenze, esperienze e servizi di consulenza.

Dal momento che gli incentivi aziendali per l’occupazione sono inesistenti e le opportunità nell’impiego pubblico sempre più risicate, molti giovani -o anche quarantenni rimasti senza lavoro- tentano la strada del lavoro in proprio per poter ottenere a fine mese uno stipendio dignitoso.

Il regime forfettario nasce proprio per facilitare la vita a tutti questi volenterosi di rimanere in Italia, che non si accontentano del sussidio statale per andare avanti ma che hanno realmente la voglia di rimboccarsi le maniche e fare qualcosa nel quotidiano, per se stessi e per le proprie famiglie.

La tassazione agevolata prevista dal regime forfettario è solo il primo dei vantaggi introdotti grazie a questo regime fiscale. Il secondo, di non minore importanza, riguarda la gestione semplificata di tutto l’iter burocratico da espletare, che spetta per l’appunto a tutti i titolari di partita Iva.

Semplificazione che rischia di complicarsi sempre più, soprattutto alla luce dell’introduzione dell’obbligo di fattura elettronica forfettari, a partire da questo 2022.

Ecco un interessante riassunto con i punti più salienti, racchiusi in questo video di Giampiero Teresi, fondatore di regime-forfettario.it 

 

Obbligo fattura elettronica forfettari

Come già abbiamo avuto modo di sottolineare, l’obbligo di fattura elettronica si estende anche ai forfettari, come già accade per i titolari di partita Iva in regime ordinario, dal 2019 a oggi.

Dunque con il 2022 anche chi è in regime forfettario dovrà necessariamente emettere fattura elettronica. Non basta: esattamente come gli altri dovrà anche inoltrarla al sistema di interscambio entro 12 giorni. 

Gli ultimi dati disponibili, relativamente all’anno 2021, fanno riferimento a 

circa 1,9 milioni di contribuenti che pagano in media a testa ogni anno 1.730 euro di imposta sostitutiva unica. Un aumento del 54.1% delle nuove partite Iva in Italia, rispetto al periodo aprile-giugno del 2020. 

Chi scapperà ora dalla partita Iva? Certamente l’obbligo di fattura elettronica forfettari non invoglia ma, c’è da scommetterci, chi necessita di lavorare non potrà fare altro che sottostare a questo ennesimo bastone tra le ruote.

L’obbligo della fattura elettronica approvato anche per i forfettari, a partire dal 2022, risponde alla necessità di arginare il fenomeno dell’evasione fiscale, rendendo così anche più agevole il monitoraggio della soglia massima di 65 mila euro prevista (e tassativamente da non superare, pena l’entrata automatica in regime ordinario).

In riferimento a quest'ultima considerazione, in realtà, c’è da sottolineare il fatto che si fanno strada le prime ipotesi di aliquote “progressive”, per passare dal regime forfettario a quello ordinario.

Molte attività infatti, seppur in fase espansiva, si “autolimitano” pur di non oltrepassare il limite di fatturato imposto. Un’assurdità, vista dal punto di vista della crescita e della produttività di un Paese! Ma troppo è il timore di “sforare” e subire una tassazione soffocante, che rischierebbe al contrario di affossare l’attività.

Eccessivo e pesante infatti risulta essere il divario tra l’aliquota prevista dal regime forfettario e quello del regime ordinario.

Abbiamo approfondito tale aspetto dell'argomento in questo articolo, con focus su regime forfettario e coefficienti ritoccati da Draghi. 

Come fare fattura elettronica forfettari

La maggiore novità, che dunque si prospetta per questo nuovo anno 2022, a carico dei titolari di partita Iva riguarda l’introduzione dell’obbligo di fattura elettronica forfettari.

Il Consiglio Europeo dunque approva il provvedimento ma manca ancora una data di attuazione, per quanto riguarda l’Italia. 

deroga agli articoli 218 e 232 della Direttiva 2006/112/CE, che autorizza l’Italia ad adottare il sistema di fatturazione elettronica obbligatoria e sull'estensione di tale obbligo ai forfettari.

Obbligatoria certo dunque, ma a oggi, restano esclusi da tale obbligo soltanto coloro che operano nel settore sanitario.

La novità dovrebbe entrare in vigore già a partire da questi primi mesi dell’anno.

Come funziona?

Il titolare deve avere cura di preparare la cosiddetta e-fattura per poi inviarla al Sistema di Interscambio (SdI) entro e non oltre i dodici giorni successivi.

Il primo passo dunque consiste nel preparare il documento da inviare. A meno che non si possa fare affidamento su un commercialista di fiducia, per fare ciò è necessario disporre di un computer e una connessione a internet, oltre ovviamente a un software abilitato.

Si tratta di programmi specifici in grado di produrre tale documentazione ma semplici da utilizzare e molto intuitivi.

Inoltre il software è in grado di produrre il formato richiesto dall’Agenzia delle Entrate ovvero il cosiddetto XML.

I dati richiesti per la compilazione della fattura elettronica sono, oltre ai dati dell'intestatario, in particolar modo il codice destinatario a 7 cifre o in alternativa il suo indirizzo PEC (in tal caso, il codice è costituito da sette zeri).

Per quanto riguarda i restanti campi da compilare, si procede come se si avesse a che fare con una fattura di ordinaria amministrazione.

Ovviamente, l’opzione di ricorrere al software per l’emissione di una fattura elettronica forfettari, non è l’unica a disposizione. Infatti è possibile ricorrere anche ad altri metodi, come ad esempio:

  • direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, accedendo alla sezione fatture e corrispettivi, in particolar modo se si hanno poche fatture da gestire
  • grazie all’App FatturAE, scaricabile in maniera gratuita ma disponibile soltanto per i liberi professionisti
  • utilizzando il sito delle Camere di Commercio, che dispongono di un proprio software di fatturazione ma in particolare concepito per le PMI

Il sistema di interscambio (Sdl) funziona come un “postino” che riceve nelle proprie mani la fattura e ha il compito di inoltrarla al cliente. Nel mentre, la fase di processo è monitorata e controllata, verificando che tutti i dati inseriti risultino corretti. 

Se il sistema intercetta una qualsiasi tipologia di errore, allora arriva una notifica direttamente a colui che l’ha emessa, restringendo il campo alla sezione che presenta l’incongruenza. È sufficiente correggere l'errore per inviare nuovamente il documento al destinatario.

Regime forfettario, limiti e ultime notizie

Come è giusto che sia, il regime forfettario prevede dei paletti da rispettare, per tutti coloro che intendono avvantaggiarsene.

Primo fra tutti, il limite di fatturato che deve restare al di sotto dei 65 mila euro annui. Il secondo limite a cui sottostare riguarda la retribuzione dei collaboratori, che non può superare la somma di 5 mila euro all’anno.

Vale la pena ricordare inoltre che, chi ha necessità di acquistare dei beni strumentali per la propria attività commerciale o imprenditoriale, non può superare il limite di 20 mila euro di investimenti, se vuole continuare a beneficiare dei vantaggi fiscali previsti dal regime forfettario.

Ciò che si prospettava, per questo nuovo anno 2022, era anche un abbassamento della soglia di fatturazione per il regime forfettario, fissata a 65 mila euro. Il governo Draghi invece ha deciso di lasciare invariato tale paletto, introducendo però l’obbligo di fattura elettronica forfettari, normalmente non previsto.

Cosa significa? Norme disciplinari dell’Unione Europea stabiliscono infatti che la fattura emessa in modo elettronico non sia in realtà compatibile con tale soglia di fatturato.

Come si concilierà dunque la nuova imposizione? La Nadef (nota di aggiornamento al Def) 

ne sottolinea l’efficacia nella lotta all’evasione, evidenziando tuttavia che al di sotto di una determinata soglia di ricavi e compensi, “l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica non è compatibile con la disciplina dell’Ue”.

Per quanto riguarda le aliquote invece, tutto resta invariato, mantenendole fisse al 15% e al 5%, a seconda delle circostanze (ovvero dal primo giorno di apertura fino a cinque anni di attività, vige l’aliquota agevolata al 5%). Una volta trascorso questo arco temporale, si applica sempre il 15%, nel rispetto ovviamente dei parametri imposti dal regime forfettario, come già messo in evidenza.