Fattura elettronica a PA: 3 dati obbligatori che hai bisogno

Quali sono i dati da inserire nell'emissione di una fattura elettronica verso la pubblica amministrazione? Quali dati inserire senza errori?

L’obbligo di fatturazione elettronica ha imposto numerosi cambiamenti nella sfera fiscale italiana. Sapere chi la deve emettere e come compilare una fattura elettronica è diventata una competenza imprescindibile per ogni titolare di partita IVA, anche in regime fiscale forfettario.

Per emettere una fattura elettronica verso la Pubblica Amministrazione è necessario inoltre tenere conto di alcune differenze nel processo di emissione rispetto a quelle previste normalmente verso privati o fra aziende.

Niente di cui preoccuparsi, semplicemente alcuni dei dati da inserire sono leggermente differenti e potresti trovarti davanti dei campi di compilazione non presenti nell’emissione delle fatture “normali”.

I file telematici, come nei casi delle altre fatture elettroniche, dovranno passare per il Sistema d’Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate. La differenza principale rispetto alle fatture elettroniche ordinarie è che tutti i documenti inviati direttamente alla Pubblica Amministrazione, che però per qualche ragione non passano per il SdI, verranno considerati fiscalmente non emessi.

Inoltre, se sei il titolare di una partita IVA in regime forfettario, avrai lo stesso obbligo di fatturazione elettronica, ma con alcune differenze rispetto agli altri regimi fiscali.

Vediamo dunque di seguito quali sono questi adempimenti e quali sono i 3+1 dati obbligatori che devi sempre ricordarti d’inserire durante l’emissione della tua fattura elettronica verso la Pubblica Amministrazione.

Vuoi capire quali sono le differenze tra fattura elettronica verso la PA (Pubblica Amministrazione) e fattura B2B (Business to Business)? Guarda subito questo video qui sotto del canale di Pamela Frezza per capire le differenze tecniche e di compilazione

Non sai come emettere una fattura elettronica? In questo articolo puoi trovare una guida pratica che ti insegnerà a emettere una fattura elettronica in tutta semplicità, anche stando comodamente sul tuo divano e senza commettere errori che potrebbero costarti caro.

Fattura Elettronica: i dati da inserire sempre

Prima di vedere insieme quali sono i dati obbligatori per emettere la tua fattura elettronica verso le PA, senza che questa venga scartata, ricapitoliamo brevemente quali sono i campi di testo che dobbiamo, in ogni caso, inserire per inviare una fattura considerata fiscalmente valida.

È comunque sempre fondamentale inserire in ogni fattura elettronica:

  • La denominazione della fattura: l’oggetto inserito a monte della fattura serve a chiarire per quale motivo è stato emesso questo documento.
  • La data della fattura: è necessaria per risalire al momento in cui è stata emessa la fattura elettronica. Può variare nel caso i cui la data dell’entrata del pagamento sia differente da quella di emissione della fattura stessa e va pertanto sempre specificata.
  • Il numero progressivo della fattura: la cifra deve essere inserita con il numero successivo a quello inserito nella fattura antecedente. Non si fa distinzione per la progressività fra PA o privati, in questo caso dobbiamo prendere in considerazione il numero progressivo sul totale delle fatture emesse.
  • I tuoi dati e quelli che identificano il cliente. Tra questi sono da inserire il nome della ditta e le generalità del cliente, nonché dell’emettitore, ricordandosi di riportare la denominazione, la ragione sociale e l’indirizzo di fatturazione dell’azienda.
  • Il numero di partita IVA del cedente o prestatore, ma anche del cessionario/committente. Potrete utilizzare con questo meccanismo la detrazione fiscale per dedurre l’IVA a credito e l’IVA a debito dall’erario, così da generare flussi di cassa anche se, come vedremo in seguito, fatturando verso la Pubblica Amministrazione, non sempre potremo applicare questo meccanismo.
  • La descrizione del prodotto o del servizio oggetto di compravendita, ricordandovi d’inserire anche il prezzo unitario e la quantità dei prodotti interessati nella transazione. Ricordati anche di comunicare e di riportare sempre l’eventuale aliquota e l’imponibile applicati al prezzo finale.

Ma come emettere quindi una fattura elettronica verso la PA?

Dati fattura elettronica a PA: Codice Univoco Ufficio

Il Codice Univoco Ufficio è un codice composto da cifre alfanumeriche e identificative.

È un codice fondamentale affinché il Sistema d’Interscambio riconosca l’autenticità dell’ente della Pubblica Amministrazione verso la quale si sta effettivamente emettendo fattura. È un codice solitamente chiamato ”codice IPA”, che indica la denominazione all’interno dell’indice dei domicili digitali delle Pubbliche Amministrazioni e dei gestori di pubblici servizi.

Come appena detto sopra, lo puoi trovare anche sotto il nome di CUU (Codice Unico di Ufficio). In pratica è il numero che identifica l’ente pubblico verso il quale si emette fattura e si trova all’interno dell’elenco di tutti i domicili digitali della Pubblica Amministrazione.

Il codice che dovrai inserire è composto da numeri e lettere e va inserito ogni volta che emetterai fattura verso le PA. Se non disponi in anticipo di questo codice, non allarmarti: puoi comunque recuperarlo in ogni momento dall’elenco del portale PA riportato sopra.

Dati fattura elettronica a PA: il codice CIG e il codice CUP

Altri due dati obbligatori che devi ricordarti d’inserire in ogni fattura elettronica da spedire alla Pubblica Amministrazione sono i codici CIG e CUP:

  • Codice CIG: è il Codice Identificativo di Gara. Serve a identificare un contratto stipulato in seguito a una gara d’appalto. È formato da dieci caratteri alfanumerici che lo distinguono in modo univoco. Questo dato va sempre inserito quando fai una fattura elettronica verso la Pubblica Amministrazione. È uno strumento che viene utilizzato dall ANAC (Autorità Nazionale Anti-Corruzione) e svolge un’importante funzione di tracciamento dei flussi finanziari in caso di contratti pubblici.
  • Codice CUP: acronimo di Codice Unico di Progetto. Sostanzialmente è l’ID di un investimento pubblico che si usa per la fattura elettronica. È formato da 15 caratteri alfanumerici che identificano un progetto d’investimento pubblico. Questo dato è da inserire solo se espressamente richiesto dall’ente verso cui fai fattura, e serve al Sistema di Monitoraggio degli Investimenti Pubblici (MIP) per tenere traccia della contabilità pubblica.

Con l’inserimento in fattura di questi due dati sarà più facile per il fisco rintracciare i corrispettivi delle fatture e avere così anche uno schema affidabile dei mastri e dei registri degli enti coinvolti, contribuendo a combattere l’evasione fiscale.

Fattura elettronica a PA: gli Split Payment

Ci sono altre informazioni che dovresti conoscere nel momento in cui emetti una fattura elettronica verso la PA, ad esempio, il meccanismo dello Split Payment (o scissione dei pagamenti).

Lo Split Payment consente all’ente della Pubblica Amministrazione di non pagare l’IVA. In questo modo l’indennizzo della fattura viene pagato dalla Pubblica Amministrazione all’emittente della fattura, corrispondendo poi all’erario la cifra mancante delle imposte.

Sono esenti dalle regole dello Split Payment due categorie:

  • i professionisti con ritenuta a titolo d’acconto o d’imposta sul reddito;
  • i Contribuenti con partita IVA in Forfettario e i soggetti a regime speciale.

Tutte le Amministrazioni Pubbliche applicano questo meccanismo: anche gli enti e le società controllate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, compresi i ministeri sono tenuti a rispettare queste pratiche.

Puoi trovare l’elenco completo di chi applica gli Split Payment in appositi elenchi presenti sul sito del Dipartimento delle Finanze.

Ci sono comunque degli errori che devi ricordarti di non fare se emetti una fattura e hai una partita IVA in regime forfettario, ma ti tranquillizzerà sapere che ci sono anche strumenti semplici e gratuiti che puoi usare per emettere i tuoi documenti e gestirli da remoto. FattureinCloud e Aruba sono alcuni degli strumenti più utilizzati in Italia, ma puoi trovare altri gestionali che ti supporteranno in questo compito.

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