Flat tax fino a 100mila euro: la scelta del governo Meloni, ecco a chi conviene

Torna tra le proposte del Governo Meloni l'idea di innalzare la flat tax fino a 100mila euro. Ma alla fine dei conti, a chi conviene?

Il Governo Meloni è appena iniziato e già si parte con la questione “fisco”. E anche con alcune promesse che ora dovrà mantenere, in primis la proposta di uno dei suoi alleati nella coalizione di centrodestra, Matteo Salvini.

Durante la campagna elettorale, il leader del Carroccio aveva proposto, come parte dell’annunciata “tregua fiscale”, una nuova versione della flat tax, non più limitata ai redditi inferiori o uguali a 65mila euro, ma anche a quelli superiori, entro però il nuovo limite di 100mila euro.

Una promessa che il Governo Meloni sta valutando di introdurre seriamente nella prossima Finanziaria, anche se bisogna ancora capire quanto e a chi conviene questa nuova versione della “tassa piatta” fino a 100mila euro.

Cos’è la Flat tax e come funziona

Quando parliamo di flat tax ci rivolgiamo ad un tipo di imposta che non prevede altro se non un’unica aliquota, fissa su tutto il reddito imponibile annuo. Che tu abbia entrate per 15mila euro o per 64mila euro, non cambia nulla: se hai diritto alla flat tax l’imposta sarà:

  • il 5% per i primi cinque anni,
  • il 15% dal sesto anno in poi.

Non è prevista nel caso in cui si abbiano:

  • partecipazioni in società di persone o di capitali nello stesso settore di lavoro,
  • lavoro da dipendente con reddito superiore a 30mila euro annui,
  • adesioni a regimi speciali,
  • incassi superiori alla soglia attuale di 65mila euro.

La “tassa piatta” inoltre sostituisce tutte le altre imposte previste invece per chi si ritrova sotto “tassazione ordinaria”, quali:

  • imposte sui redditi (IRPEF),
  • addizionali regionali e comunali,
  • imposta regionale sulle attività produttive (IRAP),
  • l’IVA nelle vendite.

Ma questa “tassa piatta” ha un limite. Con la legge 160/2019, è stata imposta una soglia dei ricavi, pari a 65mila euro. Se si ha un ricavo superiore, si dovrà passare alla tassazione ordinaria, con le varie aliquote IRPEF.

Inoltre, in regime forfettario, non si ha diritto ad alcuna detrazione fiscale prevista invece per chi è sotto tassazione ordinaria.

Leggi anche: Flat tax al 15% per le P.I. : come funziona, perchè conviene

Flat tax fino a 100 mila euro e non solo: la proposta completa del Governo Meloni

La proposta completa di Salvini era quella di imporre una flat tax per tutti i redditi, col rischio di andare contro all’art. 53 della Costituzione, che impone “un sistema tributario […] informato a criteri di progressività“, ovvero una tassazione proporzionale alle proprie entrate.

Davanti a questo scoglio, Salvini ha rilanciato con quest’altra proposta: aumentare la soglia da 65mila a 100mila euro.

Nell’accordo di programma del centrodestra si voleva aumentare la soglia a tutte le partite IVA, e non solo a quelle che già godono della “tassa piatta” al 5-15%. 

Sempre nelle proposte elettorali, anch’esse appoggiate dal neo governo Meloni, ci sono anche l’introduzione di un’imposta sostitutiva del 20% per per autonomi e imprenditori individuali con compensi compresi tra 65.001 e 100mila euro.

Come ricorda il Fatto Quotidiano, quest’ultima proposta doveva venire introdotta nel 2020, ma col Governo Conte II la proposta è stata archiviata. Con il nuovo governo di centrodestra, addirittura si vuole optare ad una flat tax a 18 aliquote, come già trattato mesi addietro da Luigi Marattin.

Questa riforma della “tassa piatta” da parte del Governo Meloni, con l’innalzamento fino a 100mila euro, dovrebbero garantire un risparmio di oltre 7mila euro all’anno, ma non per tutti i proprietari di partite IVA. Solo ad una piccola fetta di lavoratori autonomi conviene.

Leggi anche: Flat tax, con Meloni diventa realtà: ecco un esempio pratico per capire come funziona

A chi conviene la flat tax fino a 100mila euro

Ad oggi la flat tax è richiedibile solo da parte di chi è proprietario di una Partita IVA, e con un ricavo inferiore all’attuale soglia di 65mila euro.

La convenienza della “tassa piatta” dipende ovviamente dalla propria situazione finanziaria, come ad esempio:

  • avere ricavi vicino alla soglia massima,
  • avere costi deducibili forfettariamente superiori ai costi effettivi,
  • non avere un’IVA sugli acquisti rilevante.

E’ tutto risparmio, almeno sul piano fiscale. Ma questo dipende anche dal proprio coefficiente di redditività

Il coefficiente di redditività è un parametro di calcolo previsto per ogni codice ATECO, che va da da un minimo di 40% ad un massimo di 84%. Più è alto il coefficiente, più aumenta il reddito imponibile da tassare.

Fondamentalmente, una flat tax conviene a chi ha la garanzia di avere entrate modeste, e forse anche un coefficiente di redditivà contenuto.

Anche perché, come già nel 2019 aveva sottolineato l’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio), se superi la soglia e hai un coefficiente alto, perdi tutto il risparmio.

Prendendo come esempio una partita IVA forfettaria, con redditività del 78%, in caso di superamento della soglia, si parla di perdere circa 5.700 euro di reddito disponibile. A sua volta, l’introduzione dell’aliquota sostitutiva al 20% creerebbe un aumento del carico fiscale di 6.800 euro se si supera i 100mila euro.

Una situazione che potrebbe disincentivare l’incremento del ricavo, e anzi stimolare l’evasione fiscale.

Per questo la proposta di Salvini è di aumentare intanto la soglia, così da incentivare i redditi senza rischiare un aumento del “nero”. Non a caso, il Governo Meloni vuole anche combattere l’evasione, e con questa proposta potrebbe risolvere due problemi in un colpo solo.

Se poi nel futuro il Governo Meloni dovesse approvare una “tassa piatta” generale per tutti i redditi fino a 100mila euro, compresi quelli da lavoratore dipendente, si ritroverebbe con un altro problema, quello dell’impossibilità di richiedere ulteriori detrazioni e agevolazioni, possibili invece con una tassazione ordinaria e personalizzata ai propri costi e spese.

Leggi anche: Flat tax e prepensionamento bocciati: ecco perché per Bonomi sono misure impossibili

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