Regime forfettario: come funzionerà la flat tax in uscita!

Sono previste nella nuova legge delega fiscale delle agevolazioni per chi lascia il regime forfettario, arriva la flat tax in uscita per due anni.

Negli ultimi giorni si sta discutendo molto della nuova legge delega fiscale, introdotta dal nostro ministro del MEF, il quale sembrerebbe portare alcune modifiche rispetto alle tassazioni dei titolari di partita Iva.

Andando più nello specifico la nuova legge delega fiscale parla a tutti coloro che rientrano all’interno del regime fiscale forfettario, ovvero il regime che permette di avere una tassazione ridotta rispetto all’ordinario.

Per potere accedere al regime forfettario bisogna ovviamente rispettare determinate caratteristiche, che riguardano nello specifico gli incassi e il reddito annuale che vengono percepiti dal contribuente.

Prima della promulgazione della nuova legge delega fiscale si poteva rimanere all’interno del regime forfettario solo fino a che si rispettavano i suoi requisiti,ma da oggi è possibile usufruire di uno scivolo fiscale, la Flat tax in uscita.

È proprio di questo che si sta discutendo negli ultimi giorni presso la commissione finanze della camera, la novità consisterebbe nell’introduzione di un periodo di tassazione agevolata intermedia prima di entrare nel regime ordinario, per tutti coloro che stanno uscendo dal regime forfettario.

Le informazioni dettagliate rispetto alla nuova legge delega fiscale, e alle sue novità, non sono molte, quello che sappiamo è che il periodo di flat tax concesso sarà all’incirca di due anni, all’interno della quale si potrà godere di tassazioni agevolate.

Nel corso dell’articolo analizzeremo tutte le specifiche che sono state al momento rivelate, rispetto alle novità del sistema fiscale, e cercheremo di capire cosa potrebbe effettivamente cambiare per tutti i contribuenti italiani che possiedo una partita iva.

Regime forfettario: come si entra in questo regime fiscale agevolato

Il regime forfettario è l’unico regime fiscale nel nostro paese che prevede delle agevolazioni per tutti coloro che ne fanno parte, garantendo un’aliquota pari al 15% sul proprio imponibile.

Un altro enorme vantaggio del regime forfettario e che per i primi 5 anni in cui si avvia una nuova attività come lavoratore autonomo, si ha la possibilità di avere un’aliquota sul proprio imponibile ridotta al 5%

Nel corso della legge di bilancio 2022 sono stati riconfermati tutti i requisiti d’accesso per il regime forfettario che erano già attivi, non introducendo nessun tipo di modifica rispetto al 2021. 

L’unica differenza sostanziale che riguarda il 2022 è l‘obbligo di fatturazione elettronica per tutti coloro che utilizzano come regime fiscale quello forfettario, questa decisione non dipende però dalla nostra legislatura, bensì è una modifica prevista direttamente dal consiglio dell’unione europea

Per poter rientrare all’interno del regime forfettario bisogna innanzitutto essere una persona fisica che esercita un’attività come lavoratore autonomo, ovvero essere un libero professionista

Il secondo requisito è più oggettivo e riguarda i ricavi e i compensi che si ottengono con il proprio lavoro; per entrare all’interno del regime forfettario bisogna avere una somma tra ricavi e compensi della nostra attività che non superi i 65.000 € annui

Questo è il limite e deve essere proporzionato in base ai mesi di operatività dell’impresa; quindi, per quanto riguarda coloro che hanno aperto una nuova attività, dovranno calcolare il proprio limite in base ai giorni effettivamente lavorati nel corso dell’anno. 

Un altro requisito che va rispettato riguarda le spese sostenute per il proprio personale dipendente, che per poter rientrare all’interno del regime forfettario non deve essere superiore a 20.000 € annui, questa specifica è stata introdotta all’interno della legge di bilancio 2020. 

Regime forfettario: possono accedervi tutti?

È possibile che alcuni soggetti non possano, per differenti motivi, entrare a far parte del regime forfettario, quest’ipotesi può avvenire a seguito di determinate situazioni che andremo ad analizzare nelle prossime righe. 

Le cause di esclusione dal regime forfettario sono state modificate nel corso della legge di bilancio 2019 e successivamente anche nella legge di bilancio 2020. 

La principale causa di esclusione riguarda il superamento dei limiti di ricavi e compensi, nel caso in cui si supera il limite di 65.000 euro annui il soggetto continuerà a rimanere all’interno del regime forfettario per l’anno corrente, ma dovrà versare l’imposta sostitutiva prevista. 

Nel corso dell’anno successivo il soggetto non potrà più rientrare all’interno del regime forfettario ed usufruire della sua tassazione agevolata, dovrà quindi iscriversi al regime ordinario

Se il nostro libero professionista tornerà a rispettare i requisiti prescritti per poter rientrare all’interno del regime forfettario, potrà farlo, ma dovrà comunque aspettare due anni prima di poter rientrare nel regime agevolato. 

Il requisito che risulta essere fondamentale per l’accesso al regime forfettario è il fatturato dell’anno precedente, ovvero, facendo un esempio se nel corso del 2020 abbiamo fatturato più di 65.000 € annui, per tutto il 2021 dovremmo applicare le agevolazioni del regime ordinario, se invece nel corso del 2021 avremmo percepito un reddito inferiore, nel corso del 2022 potremmo ufficialmente entrare nel regime forfettario. 

Regime forfettario: quali sono le agevolazioni

Il regime forfettario risulta essere molto conveniente per tutte le attività che rientrano all’interno dei requisiti previsti, e possono così pagare meno tasse rispetto alla tassazione ordinaria. 

Oltre a poter pagare meno tasse, il regime forfettario dà la possibilità di usufruire di alcuni vantaggi relativi agli adempimenti amministrativi, consentendo una gestione burocratica della propria azienda molto semplificata. 

Un altro vantaggio riguarda l’ambito competitivo in quanto, non dovendo applicare l’IVA rispetto ai propri servizi o prodotti, l’azienda stessa può entrare e di conseguenza posizionarsi sul mercato in modo molto più semplice e vantaggioso rispetto ai concorrenti. 

La tassazione agevolata per il regime forfettario consiste in un’imposta sostitutiva pari al 5%, nei primi 5 anni di una nuova attività, e pari al 15% per le attività già esistenti. 

La differenza di percentuale rispetto all’imposizione ordinaria, ovvero l’IRPEF, viene applicata senza variare mai rispetto al volume dei compensi che vengono effettuati dalla nostra azienda, fornendo così un enorme vantaggio. 

Una novità della quale si è parlato molto negli ultimi mesi, e che riguarda non solo coloro che rientrano nel regime forfettario ma tutti i possessori di partita IVA, è stata l’ipotesi di un obbligo rispetto all’utilizzo della fattura elettronica.

Infatti, si è parlato molto dell’obbligo di fattura elettronica, anche per coloro che rientrano nel regime di flat tax; nelle ultime settimane si è arrivati però ad un punto di incontro, introducendo l’obbligo di fattura elettronica per tutti i possessori di partita iva che hanno dei ricavi o compensi superiore ai 25.000 €. 

Questo vuol dire che per tutti coloro che non arrivano a percepire 25.000 € tra ricavi e compensi potranno ancora per i prossimi due anni utilizzare il regime forfettario solo con la fattura cartacea. 

Regime forfettario: cosa succede se non rispetto più i requisiti?

Parliamo adesso della vera novità che è stata introdotta per tutti coloro che rientrano all’interno del regime forfettario, la flat tax per tutti coloro che escono dal regime forfettario. 

Questa agevolazione si applicherà per due anni rispetto alla data di uscita dal regime forfettario ed anticiperà il passaggio definitivo al regime ordinario, con le sue tassazioni per aliquote e scaglioni IRPEF.

La proposta, che è stata introdotta dal MEF nel corso della legge delega per quanto riguarda la riforma fiscale, ha introdotto un nuovo regime sostitutivo di tassazione, il cui scopo sarà quello di favorire e accompagnare gradualmente le imprese o liberi professionisti all’interno del regime ordinario. 

Sarà importante nei prossimi mesi riuscire a definire più nello specifico come funzionerà questa nuova flat tax, e soprattutto quali saranno le soglie massime di ricavi e compensi per poter applicare la tassazione sostitutiva. 

Al momento quello che sappiamo è che la proposta prevede l’utilizzo di un aliquota, per tutti coloro che rientrano nello scivolo dei due anni, pari al 15%, esattamente come è già per tutti coloro che sono all’interno del regime forfettario con un attività avviata. 

Regime forfettario: come funziona la flat tax

Sappiamo bene che la flat tax non è una novità per il sistema fiscale del nostro paese, e infatti già stata introdotta in altre occasioni e risulta essere anche molto semplice nella sua gestione. 

La flat tax innanzitutto risulta più semplice rispetto all’attuale sistema di tassazione IRPEF che si suddivide per aliquote e scaglioni, la flat tax invece ha un’imposta fissa ed un’aliquota unica.

In questo caso le imposte vengono pagate da tutti con una misura fissa, senza dover effettuare dei calcoli rispetto al proprio reddito o al proprio guadagno. 

Attualmente l’aliquota prevista per la flat tax di due anni, introdotta per tutti coloro che escono dal regime forfettario, è pari al 15%, lo stesso valore che viene utilizzato per tutti i possessori di partita IVA che rientrano nel regime forfettario e hanno dei ricavi non superiori a 65.000 € annui.

La gestione della flat tax in uscita per tutti coloro che superano i 65.000 € annui di ricavi, sarà in mano a comuni e regioni, che si occuperanno di controllare il funzionamento e la tassazione con la corretta aliquota; quindi, tutti coloro che usufruiranno di questo scivolo in uscita dovranno rivolgersi direttamente agli uffici del proprio comune o della propria regione di residenza per informazioni a riguardo. 

Le dichiarazioni che sono state fatte in merito a questa novità introdotta nella legge delega sono molto positive, e affermano la volontà di creare un sistema più semplificato ed equo di aliquote nel nostro paese, come viene riportato da Il Sole 24 ore la volontà è quella di una:

più equa ridistribuzione del carico fiscale nel corso del tempo, anche attraverso un meccanismo di progressiva mensilizzazione degli acconti e dei saldi e l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto, senza maggiori oneri per le finanze pubbliche.

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
778FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate