Flat tax per giovani, la proposta della Meloni non convince: ecco come funziona veramente

La proposta del Governo Meloni di una flat tax per i giovani convince sempre meno, perché il suo funzionamento non torna. Ecco come funziona veramente

La proposta di una nuova flat tax per i giovani sembrava dovesse incontrare il favore di tutti, almeno così sperava il Governo Meloni.

Con la disposizione della delega fiscale, il Governo cerca di mettere il piede sull’acceleratore, in modo da consegnare il testo della Riforma fiscale 2023 prima dell’inizio dell’iter della Legge di Bilancio 2024.

Purtroppo è arrivato il primo ostacolo: oltre 600 emendamenti sono arrivati dai partiti alla commissione Finanze della Camera. Una mossa fatta per allungare i tempi decisionali, e far slittare così il voto sulla riforma fiscale.

Ma forse anche la spia che la proposta della Meloni non sta convincendo affatto.

Flat tax per giovani, la proposta della Meloni non convince: ecco come funziona veramente

Cavallo di battaglia fin dalle elezioni di settembre 2022, la flat tax sembra ormai un obiettivo vitale per le sorti del Governo Meloni.

Addirittura il Governo stesso rilancia la proposta della flat tax, facendo un ulteriore estensione della platea di riferimento.

Ad oggi la tassa piatta riguarda quei lavoratori autonomi che aprono una Partita IVA e decidono di aderire al regime forfettario.

Regime che prevede la possibilità di pagare solo l’IRPEF e i contributi previdenziali INPS, senza dover provvedere all’esborso di altre tasse come IRAP, IRES o addizionali comunali e regionali, previste invece nel caso di regime ordinario.

Inoltre, se l’attività lavorativa è iniziata da poco, per i primi cinque anni l’IRPEF da pagare è un terzo di quello previsto in generale. Se dopo il 5° anno si paga il 15% dell’IRPEF, nei primi 5 anni è solo del 5%. A patto ovviamente di non fatturare più di 85.000 euro all’anno.

La proposta recente del Governo Meloni è quella di garantire questo regime fiscale anche alle:

  • associazioni professionali,

  • società tra professionisti,

  • società di persone e imprese familiari composte al massimo da tre professionisti under 35 anni.

Prima la stragrande maggioranza della platea riguardava il semplice lavoratore, non le società vere e proprie. È infatti la prima mossa del Governo atta a far approdare la flat tax nel mondo delle società e delle imprese.

Altra soluzione per i giovani sarebbe nell’applicazione della flat tax nella tredicesima, invece della tassazione IRPEF ordinaria.

Ma questo potrebbe rendere difficile a sua volta l’introduzione della flat tax incrementale, ovvero una seconda tassa piatta sul margine di guadagno superiore ottenuto da un lavoratore rispetto ai tre anni precedenti.

Infatti con l’aggiunta di queste proposte “secondarie” in molti sono rimasti poco convinti della convenienza di questa riforma.

Perché non conviene la flat tax per i giovani

La convenienza della flat tax è ambivalente, e al momento solo stimata, visto che la platea degli aderenti alla tassa piatta è molto limitata rispetto a quella degli altri regimi fiscali.

Da una parte lo Stato si ritroverebbe con un sistema fiscale più semplificato, e con la sicurezza che, con una tassazione unica, tutti saranno più propensi a pagare le tasse.

Anche perché è assodato che con la flat tax l’esborso fiscale è nettamente inferiore a quello previsto con la tassazione ordinaria: si parla di un risparmio fiscale del 50% tra i due regimi ordinari e con lo stesso reddito dichiarato.

Ma dall’altra lo Stato si ritroverebbe con minori entrate fiscali, e dovrebbe provvedere al taglio dei servizi pubblici se non vuole fare altro debito.

O al taglio delle detrazioni fiscali previste per chi è sotto regime ordinario: si ritroverebbe a fine anno con un imponibile sempre più difficile da scalare con le spese detraibili ammesse.

Infatti uno degli svantaggi della flat tax per i giovani è che, aderendo al forfettario, non si potrà scaricare alcuna spesa, nemmeno quella medica o per scopi professionali.

L’unica spesa detraibile dall’imponibile è quella previdenziale, a sua volta non molto conveniente se il contribuente forfettario è in Gestione Separata INPS, per la quale è previsto un esborso che va dal 20% al 30% sull’imponibile lordo.

Leggi anche: Flat tax o regime ordinario? Le differenze e quale conviene davvero

Quando conviene la flat tax

Difficile stimare ad oggi la convenienza effettiva della flat tax.

In un momento come questo, dove il Governo Meloni vuole proporre diverse misure simili alla tassa piatta, per capire dove si trova la convenienza bisognerebbe prima di tutto intendere quale filiera o categoria di lavoratori potrebbe effettivamente beneficiare di un risparmio fiscale completo.

È vero che per uno che fattura 85.000 euro è già un grosso risparmio pagare solo 12.750 euro, o ancora meno se si calcolano i contributi previdenziali da detrarre al computo finale, e se il contribuente ha iniziato da meno di 5 anni.

Ma a certe cifre è difficile arrivarci senza avere alle proprie spalle una serie di spese professionali, che potrebbero venire facilmente detratte dall’imponibile se si fosse in regime ordinario.

E questo vale anche per tutte le spese necessarie se si vuole mettere su famiglia, come il mutuo,la retta dell’asilo nido, le spese sportive o il medico: tutte spese detraibili ma solo se in regime ordinario.

Va altresì detto che il Governo vuole limitare sempre di più le detrazioni ammesse. È una mossa necessaria per finanziare il differenziale dovuto alle entrate minori della flat tax.

Inoltre può essere vista come una spia per l’eventuale proposta di ridurre le aliquote IRPEF da 4 a 3, una sorta di preliminare prima del passaggio alla tassa piatta con aliquota unica.

Sarebbe però una mossa molto avventata, perché l’articolo 53 della Costituzione prevede che venga applicato un sistema tributario progressivo. Questo implica che la riforma, se andasse a introdurre in modo diretto la flat tax per tutti, andrebbe incontro a profili di incostituzionalità.

E modificare la legge costituzionale richiede molto tempo, e con la delega fiscale a settembre è praticamente impossibile, puntare alla tassa piatta generale per tutti.

Leggi anche: Flat Tax per tutti nella Riforma del Fisco: cosa cambia, per chi e da quando

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