In ambito fiscale, l’aumento della busta paga rimane uno degli obiettivi cardine del Governo. Per perseguire questo risultato, si devono incastrare diversi tasselli: il taglio del cuneo fiscale, la riduzione delle aliquote Irpef e la flat tax al 15% sulla tredicesima.
Detassare la tredicesima è il terzo passo per aumentare gli stipendi dei lavoratori dipendenti. Si tratta ancora di un’ipotesi annunciata dal viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, con lo scopo di aumentare il valore netto delle buste paga dei dipendenti.
Vediamo quali sono tutte le anticipazioni.
Detassazione tredicesima: flat tax al 15%
Potrebbero arrivare ulteriori novità per i lavoratori dipendenti. Interessate sempre le buste paga, e nello specifico la tredicesima. Si profila l’ipotesi di una flat tax al 15% sulle tredicesime, a partire dal 2024. La detassazione della tredicesima è un ulteriore tassello al mosaico dell’aumento delle buste paga dei lavoratori dipendenti, accanto al taglio del cuneo fiscale strutturale e il passaggio dalle attuali quattro a tre aliquote Irpef. La conseguenza di queste misure è l’aumento degli stipendi dei lavoratori dipendenti o almeno è questa la direzione verso la quale vuole muoversi il Governo.
Per queste ragioni, si fa largo l’ipotesi di detassare la tredicesima, così come è stato annunciato dal viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo. La busta paga della tredicesima potrebbe salire, in quanto verrebbe applicato un prelievo fiscale meno oneroso. Si pensa, infatti, ad una flat tax al 15%. In questa maniera, le famiglie avrebbero un potere d’acquisto maggiore in un periodo dell’anno all’insegna delle spese. L’idea di applicare la flat tax alla tredicesima scaturisce dall’idea che la busta paga di questa mensilità dovrebbe essere molto più alta. Applicando un prelievo al 15% si permetterebbe di avere uno stipendio maggiore rispetto a quanto accade ora.
Com’è la tredicesima oggi? La tredicesima una retribuzione aggiuntiva che viene corrisposta ai lavoratori dipendenti nel mese di dicembre, in coincidenza con le festività natalizie. Attualmente, comprende i contributi previdenziali e assistenziali e la tassazione Irpef. Pertanto, per capire quanto viene tassata è opportuno sapere a quale scaglione Irpef si appartiene. Si ricorda, inoltre, che l’importo è più basso rispetto agli stipendi, in quanto non è comprensiva di gratifiche natalizie e detrazioni. Con l’applicazione della flat tax al 15%, si potrebbe avere – per molti, ma non per tutti – un notevole aumento.
Come aumentare le buste paga
Nella stessa direzione vira il taglio del cuneo fiscale, ovvero la differenza tra quanto il datore di lavoro paga e quello che viene effettivamente percepito dal lavoratore: il netto in busta paga. Il cuneo fiscale non è altro che la riduzione dell’aliquota contributiva Inps a carico dei lavoratori dipendenti.
Si tratta, al momento, dell’intervento più importante. Sono stati tagliati quattro punti aggiuntivi, da luglio a dicembre. Si stima un aumento in busta paga di circa 100 euro mensili.
Sempre nell’ottica di aumentare gli stipendi ai lavoratori dipendenti, si cercano le risorse necessarie per rendere la misura strutturale, ovvero per stabilizzarla. Si ricorda che, al momento, il taglio del cuneo fiscale ha una data di scadenza fissata a dicembre 2023.
Così come la flat tax sulle tredicesime, anche per la stabilizzazione del cuneo fiscale c’è il problema delle coperture. Tuttavia, dal Governo si percepisce ottimismo. Dal 2024, dovrebbe scattare anche la riduzione delle aliquote Irpef, la riforma che andrebbe a ridurre le aliquote a tre. Con la riforma dell’Irpef, si andrebbe ad accorpare i due scaglioni centrali e per ottenere, presumibilmente, la seguente rimodulazione:
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Redditi fino a 28.000 euro, aliquota al 23%;
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Redditi tra 28.000 euro e 50.000 euro, aliquota al 27%;
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Redditi sopra 50.000 euro, aliquota al 43%.
Inoltre, si ipotizza di innalzare la no tax area a 10.000 l’anno. Con la rimodulazione delle aliquote Irpef, dovrebbero trarne vantaggio i redditi della fascia media. Con il taglio del cuneo fiscale strutturale, la rimodulazione dell’Irpef e la flat tax sulla tredicesima si punta ad aumentare gli stipendi dei lavoratori dipendenti.
Tuttavia, ogni misura ha un costo e se si ottiene qualcosa si deve rinunciare ad altro. Al di là del taglio cuneo fiscale, per la riforma dell’Irpef e per introdurre la detassazione della tredicesima si punta a ricavare le risorse tagliando le detrazioni e le deduzioni fiscali. Parte dei bonus potrebbero essere destinati a scomparire o ad essere ridimensionati per far spazio agli aumenti in busta paga. Naturalmente, non verranno toccate tutte le detrazioni; infatti, rimarranno quelle essenziali come le spese mediche, istruzione ecc.
Per il momento, ovviamente, alla tredicesima mensilità del 2023 non verrà applicato il taglio del cuneo fiscale previsto dal Decreto Lavoro né, tantomeno, la flat tax al 15%.
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