Forfettario: lo sconto sui contributi Inps non é per tutti!

Come si pagano i Contributi #INPS nel Regime Forfettario? Alcune attività pagano in percentuale sul fatturato, altre con quote fisse trimestrali. Ecco quali!

Alcune attività in Regime Forfettario hanno la possibilità di adempiere al pagamento dei Contributi INPS in percentuale in base a quanto risulta come fatturato. In altri casi sarà necessario pagare l’INPS con quote fisse trimestrali.

É anche possibile ottenere una riduzione sul pagamento dei contributi, si tratta di tutti coloro che sono dei lavoratori dipendenti con un contratto full time paga circa 40 ore settimanali e che quindi pagano già i propri contributi INPS tramite il proprio datore lavoro. Vedremo piú avanti a chi é riservata questa opportunitáe come è possibile usufrirne.

Analizzeremo tutte le diverse casistiche possibili, quanti e quali Contributi INPS vanno pagati nel Regime Forfettario e soprattutto vedremo quando è possibile evitare (o essere esentati) di pagare i Contributi INPS.

I contributi INPS nel regime forfettario: fissi o variablili?

Coloro che aprono Partita IVA nel regime forfettario quasi nella totalità dei casi sono obbligati al pagamento dei contributi, ovvero i contributi che stanno pagando per la futura pensione. 

In alcuni casi questi contributi sono da pagare in modo fisso, cioè a prescindere dal fatturato prodotto, dunque da pagare obbligatoriamente anche se non produciamo nulla.  In altri casi questi contributi, invece vengono pagati in percentuale su ciò che produciamo

Soltanto in determinate casistiche, invece, sarà possibile evitare di pagare i contributi. Per fare ciò è necessario andare ad analizzare tutte le attività che possiamo sviluppare con la Partita IVA forfettaria e identifichiamo prevalentemente tre tipi di attività.

Ci sono coloro che sono liberi professionisti senza Cassa, cioè dei liberi professionisti per i quali non è previsto un albo di riferimento, come ad esempio consulenti, web master grafici, traduttori, personal trainer, amministratori di condominio.

Poi ci sono i liberi professionisti con una Cassa di appartenenza, ovvero tutti quei professionisti, come ad esempio i medici, i geometri architetti notai, per i quali è previsto una Cassa di appartenenza cui vengono versati direttamente i contributi.

Infine c’è una terza categoria formata da commercianti o artigiani o comunque tutte quelle professioni che hanno obbligo di essere iscritti alla Camera di commercio e dunque alla gestione commercianti o artigiani.

Dunque queste tre categorie pagheranno i contributi in modo totalmente diverso.

Regime forfettario: senza Cassa i contributi INPS sono variabili

Cominciamo dalla prima categoria che è quella dei liberi professionisti senza Cassa che pagano i propri contributi previdenziali alla gestione separata INPS che non prevede alcuna quota fissa da pagare annualmente, i contributi vengono pagati soltanto in percentuale sul fatturato prodotto.

Nello specifico un libero professionista, come ad esempio un consulente se fattura sará tenuto al pagamento delle tasse e dei contributi, se non dovesse fatturare nulla, non avrà nulla da pagare.

La percentuale di contributi INPS di tutti coloro che sono dei liberi professionisti iscritti alla gestione separata INPS è pari al 26,23%

Questa percentuale, insieme alla percentuale della tassazione 5% o 15% (dipende se si è in presenza di una start up o meno) viene comunque calcolata non su tutto il fatturato, ma solo sul coefficiente di redditività,

Facciamo un esempio patico. Abbiamo detto che per i liberi professionisti il coefficiente di redditività é pari al 78% significa che se un libero professionista, dovesse fatturare 10.000 euro, il 22% ( per cui 2.200 euro) non verrà tassato e neanche contributi INPS il professionista pagherá su questa quota. questo perché lo Stato ipotizza che questo 22% il professionista lo abbia speso per la propria attività.

Quindi i contributi INPS (quel 26,23% dovuto alla gestione separata) viene calcolato non su tutto il fatturato, ma solo sui 7.800 euro.

Bene, è evidente quale sia il vantaggio della gestione separata, ovvero non avere alcuna quota fissa annuale, ma tutto sarà dovuto in percentuale sul fatturato.

In poche parole chi apre una partita IVA come libero professionista non ha alcun rischio imprenditoriale perché non sarà dovuto alcun pagamento in assenza di fatturato.

Regime forfettario: con l’albo i contributi INPS sono fissi

Passiamo alla seconda categoria che sono quei liberi professionisti che hanno un albo di appartenenza, ovvero una Cassa alla quale versare i contributi. 

Tutti questi professionisti, quindi non versano i contributi alla gestione separata INPS ma li versano direttamente alla propria Cassa di appartenenza, ad esempio gli ingegneri hanno Inarcassa, così come i medici hanno Enpam a cui versare i contributi previdenziali.

In Italia esistono più di venti Casse professionali ognuna detta e segue delle regole diverse , anche se ci sono delle direttrici comuni.

Infatti in linea generale tutte le casse di appartenenza richiedono, a coloro che sono iscritti (sono quindi titolari di Partita IVA ), il versamento di una quota fissa chiamata contributo soggettivo che é una quota che va dagli 800 ai 3000 euro, dipende dal tipo di cassa cui si appartiene e soprattutto dipende se si è un nuovo iscritto all’albo o se si puó vantare una certa anzianità . 

Questo contributo soggettivo, quindi va pagato nella maggior parte dei casi anche in assenza di fatturato.

Oltre contributo soggettivo di solito le Casse ti chiedo anche un contributo integrativo che una quota di solito pari al 4% è da calcolare sul totale fatturato annuale.

Quindi un libero professionista con albo di appartenenza paga il contributo soggettivo annualmente più il 4% del suo fatturato annuale.

Di solito il contributo integrativo non pesa nelle tasche del professionista che si rivale sui propri clienti finali addebitando questo 4% (o 2% o qualsiasi sia la percentuale richiesta), inserendo questa quota aggiuntiva in fattura.

Dunque sono i clienti finali a pagare questa quota ulteriore al professionista che in una prima fase mette in tasca questa somma e poi l’anno successivo la versa alla propria cassa di appartenenza. 

Riepilogando al contrario dei liberi professionisti in gestione separata INPS, che pagano solo in percentuale su quanto prodotto, coloro che hanno una cassa di appartenenza, pagano una quota fissa più il 4% sul fatturato.

Per sapere esattamente quanto dovrai pagare, é consigliabile contattare direttamente la cassa stessa, perché, come giá detto, ogni cassa ha regole ben precise e diverse rispetto alle altre.

Regime forfettario: Commercianti e artigiani

Commercianti e artigiani, (inclusi anche gli agenti di commercio, i procacciatori d’affari e gli agenti immobiliari) hanno l’obbligo di iscriversi in Camera di Commercio e alla gestione commercianti o artigiani INPS. 

La gestione commercianti o artigiani INPS prevede una quota fissa di contributi INPS che è pari a circa 3.800 euro annuali suddivisi in quattro rate da circa 900 euro a trimestre. Questi contributi sono fissi nel senso che vanno pagati anche in assenza di fatturato.

Coloro che aderiscono al regime forfettario hanno la possibilità di poter richiedere la riduzione del 35% di questi contributi che quindi passano da versare 3.800 euro all’anno a circa 620 euro trimestrali suddivisi in quattro rate trimestrali.

In questo caso si tratta sempre e comunque di contributi fissi che quindi vanno pagati anche in assenza di fatturato. Questi non sono gli unici contributi che commercianti e artigiani che coprono fino a un utile di circa 15.500 euro. 

Nell’ipotesi in cui il commerciante o l’artigiano dovesse superare un utile di 15.500 euro, oltre alle quattro rate trimestrali, dovrà pagare i contributi sulla parte eccedente il minimale. 

Facciamo un esempio. Supponiamo di essere un commerciante di produrre un utile (attenzione utile non fatturato) pari a 20.000 euro i primi 15.500 euro del tuo utile saranno coperti dal punto di vista previdenziale con il pagamento delle quattro rate trimestrali, sui 4.500 euro in più rispetto all’utile c’é invece da calcolare l’Inps variabile sulla parte eccedente che è pari a circa il 23% che viene calcolato sui 4.500 euro di utile in più.

Anche questo 23% se viene richiesta la riduzione del 35% dei contributi, viene ridotto a circa il 16% da calcolare sempre sulla parte eccedente il minimale.

Regime forfettario e contributi Inps: riepilogo

Per cui tre tipi di pagamento di contributi diversi rispetto a coloro che scelgono una  attività:

  • il libero professionista iscritto alla gestione separata INPS non paga nulla di fisso ma in percentuale sul fatturato prodotto, quindi se non fattura nulla non paga nulla;
  • il libero professionista con un albo di appartenenza paga una percentuale, una quota fissa, il c.d. contributo soggettivo, più una quota variabile pari a circa il 4% del fatturato, ovvero il  c.d. contributo integrativo;
  • i commercianti o artigiani iscritti in Camera di Commercio pagano invece 3.800 euro o 2400 euro se si richiede la riduzione 35% più l’eventuale INPS sulla parte eccedente il minimale di €15500 di utile.

Esiste una casistica che non comporta il pagamento dei contributi, si tratta di tutti coloro che sono dei lavoratori dipendenti con un contratto full time paga circa 40 ore settimanali e che quindi pagano già i propri contributi INPS tramite il proprio datore lavoro.

Nel caso in cui dovessero intraprende un’attività per la quale è necessaria l’iscrizione alla gestione commercianti possono richiedere l’esenzione dal pagamento dei contributi, quindi non pagano i contributi INPS alla gestione commercianti perché li versano già tramite il proprio datore di lavoro direttamente in busta paga. 

ATTENZIONE – Soltanto coloro che sono iscritti alla gestione commercianti INPS posso richiedere l’esenzione dal pagamento dei contributi.

Coloro che sono invece iscritti alla gestione separata INPS o alla propria cassa di appartenenza o alla gestione artigiani soltanto una piccola riduzione é dovuta per la gestione separata INPS che passa dal 25,72% a circa il 24% di contribuzione, ma comunque saranno dovuti ugualmente anche in presenza di un proprio reddito da dipendente.

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