Frode superbonus: crediti d’imposta in Bitcoin

Controlli a tappeto per scovare le frodi del superbonus. Scoperta maxi truffa da 440 milioni di euro.

Frode da 440 milioni di euro di falsi crediti di imposta per superbonus, bonus locazioni, sismabonus e bonus facciate. La Guardia di Finanza di Rimini ha scoperchiato un’organizzazione criminale ramificata in tutta Italia che creava e commercializzava “falsi crediti di imposta”.

Cessione crediti di imposta superbonus

Secondo l’ipotesi investigativa, le misure di sostegno emanate dal governo con il decreto rilancio (dl 34/2020) per aiutare imprese e commercianti in difficoltà sarebbero finite in modo illecito nelle tasche di una banda composta da 56 soggetti e 22 prestanomi, tra cui imprenditori e commercialisti.

L’indagine è partita da una verifica di una cessione di crediti di imposta effettuata da una società coinvolta in un procedimento penale per reati fallimentari. Incrociando i dati dell’Agenzia delle Entrate, il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria ha poi appurato l’inesistenza dei requisiti per ottenere i benefici, accertando l’esistenza di un sodalizio criminale che reiterava la cessione di crediti d’imposta fittizi.

Decreto antifrode inefficace contro la truffa 

Il decreto antifrode 157/2021 non è bastato a fermare l’organizzazione criminale. Per aggirare le norme, i criminali individuavano società in grave difficoltà economica e ne sostituivano il rappresentante con un prestanome. Successivamente inviavano le comunicazioni dei canoni di locazione (con importi anche 3 volte superiori a quelli effettivamente pagati) o dei lavori di ristrutturazione edilizia (mai iniziati) generando così crediti di imposta fittizi. Grazie alle credenziali di accesso dei prestanome riuscivano ad aggirare i primi controlli. Infine la banda cedeva i crediti di imposta a società compiacenti, rendendo difficili i controlli grazie al meccanismo della cessione multipla del credito. 

 Cos’è il decreto antifrode e come è cambiato nel tempo

La Legge di Bilancio 2022 (234/2021) ha abrogato di fatto il Decreto antifrode 157/2021, introdotto a novembre per combattere le frodi fiscali legate ai bonus edilizi, ma ha anche previsto la validità dei provvedimenti adottati e gli effetti sorti. Ma andiamo per gradi e capiamo prima cosa stabiliva il decreto antifrode.

Il Decreto antifrode 157/2021 aveva introdotto delle norme più rigide da rispettare per fruire delle detrazioni fiscali attraverso opzioni alternative. Nello specifico, il decreto rendeva obbligatorio il visto di conformità e asseverazione di congruità di tutte le spese sostenute anche per i bonus minori e per le piccole spese.

Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2022, le regole sono più ammorbidite e non occorre più l’asseverazione delle spese e il visto di conformità per l’edilizia libera e per i microcantieri fino a 10 mila euro. Per le spese sostenute nel 2021 restano però in vigore tutti gli obblighi precedenti. 

Nei casi in cui asseverazione e visto di conformità siano necessari, la legge di bilancio ne prevede la detraibilità dei costi.

Da ultimo, con il DL Sostegni Ter di recente emanazione, viene introdotta una ulteriore limitazione al superbonus, vietando la cessione multipla del credito di imposta. 

Riciclaggio della banda “Free Credit”

La necessità di norme più stringenti appare più chiara dopo la notizia della maxi frode da 440 milioni di euro realizzata dalla banda del “free Credit”.

Come sempre a pagare il prezzo sono gli onesti cittadini, che ora dovranno fare i conti con una burocrazia più gravosa, ma sarà più difficile sottrarre risorse allo Stato. 

In relazione all’operazione “Free Credit”, la Guardia di Finanza ha posto sotto sequestro:

  • attività commerciali e immobiliari collegate alla truffa
  • fatture di comodo verso società compiacenti
  • carte di credito ricaricabili
  • società con base a Cipro, Malta e Madeira,
  • wallet di criptovalute
  • lingotti d’oro.

(Claudia Cervi)

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