Canone Rai: come funziona e cosa accadrà di nuovo nel 2022?

Il canone Rai è una delle tasse più discusse in Italia. Riguarda il possesso di una o più Tv e va versata allo stato per il servizio pubblico radiotelevisivo.

Ci sono alcune aziende che entrano, inevitabilmente, nell’immaginario comune. Alcune di esse, infatti, sono delle vere e proprie pioniere nella loro area di competenza e diventano, in tal modo, sinonimo del campo di cui si occupano.

In Italia, per esempio, è innegabile che quando si riflettere sulla televisione il pensiero vada necessariamente alla Rai che è stata la prima rete radiotelevisiva a installarsi sul nostro territorio nazionale.

La Rai, Radiotelevisione italiana, è infatti l’azienda concessionaria del servizio pubblico per quanto riguarda il settore televisivo e radiofonico. La sua fondazione risale al 1924 come Unione Radiofonica Italiana e, attraversando diverse trasformazioni nel tempo, giunge nel 1954 a diventare quella che conosciamo oggi: Radiotelevisione Italiana, per l’appunto.

Proprio per questo motivo, esiste un canone che l’utenza è tenuta a versare come viene sottolineato anche sul sito dell’Agenzia delle Entrate:

“Il canone di abbonamento alla televisione è dovuto da chiunque abbia un apparecchio televisivo e si paga una sola volta all’anno e una sola volta a famiglia, a condizione che i familiari abbiano la residenza nella stessa abitazione”.

Una società che, come si è già detto in precedenza, è cresciuta notevolmente nel corso dei decenni e che ha arricchito di molto il proprio palinsesto cercando di rimanere sempre al passo coi tempi e che ha resistito, proprio per questo motivo, anche all’introduzione delle televisioni private.

Lo dimostra anche il fatto che i vari spettacoli messi in atto debbano necessariamente adeguarsi alla situazione critica che viviamo ormai da due anni. A informarci di ciò ci pensa l’ANSA in un suo comunicato stampa:

Super green pass e tamponi frequenti per tutti gli addetti ai lavori; obbligo di mascherina Ffp2 tranne che in video durante la diretta; accessi e percorsi diversificati per cast, artisti, orchestrali; tetti di affollamento per ogni area, anche durante le prove.” 

Tutti elementi che devono essere necessariamente analizzati per far comprendere come funziona il servizio pubblico della radio-televisione all’interno del nostro Paese. Ecco, perché, bisogna prestare attenzione a ogni elemento proposto.

Che cos’è il canone Rai

Il canone Rai ha una storia abbastanza lunga alle proprie spalle. La sua natura giuridica affonda le proprie radici nel regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246.

Successivamente, tale obbligo è stato ribadito dalla legge del 4 giugno 1938, n. 880 relativa alla Disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni. Quest’ultima, inoltre, non è stata affatto abrogata, ma anzi è stata inserita nelle norme non abrogabili.

Il canone Rai, quindi, è una tassa annuale dovuta allo stato. A doverla pagare sono tutti coloro che posseggono un apparecchio televisivo all’interno della propria proprietà, sia essa un’abitazione che un negozio. Esserne esentati, per quanto appena affermato, diventa davvero complicato, se non impossibile. 

Ovviamente, ricorrono alcune eccezioni su cui occorrerà soffermarsi durante l’arco di questa analisi così da comprendere come procedere con l’esenzione nel caso in cui l’utente dovesse rientrare nei parametri evidenziati.

Non è infatti possibile, normalmente, richiedere l’evenienza di non pagare tale imposta avanzando il pretesto di non guardare i canali della Tv pubblica.

C’è un aspetto positivo che bisogna mettere in risalto sin da adesso. Infatti, la Rai, rifacendoci a un comunicato che risale al 2012, ha tenuto a specificare determinati paramenti per quello che concerne il pagamento del canone. Si nota che i possessori di computer, cellulari e apparecchi similari non risultano essere tenuti al pagamento del canone. Di conseguenza, nonostante, come ben noto, con tali strumenti appena evidenziati sia ormai molto semplice accedere alla programmazione televisiva, gli utenti non devono versare alcun contributo in merito.

Vi è, però, una precisazione doverosa da fare per non incorrere in errore, come si precisa sul sito Luce-gas.it:
“Ovvero, erroneamente a quanto la dicitura canone Rai lascerebbe pensare, è lo Stato a benericiare maggiormente dell’imposta e non la Rai. Ecco perché sarebbe meno fuorviante parlare di “imposta sul possesso della televisione”, piuttosto che di canone Rai”.
Essa, infatti, è a tutti gli effetti un’imposta statale. Questo spiega anche il motivo per cui negli ultimi anni essa sia stata accorpata alla bolletta elettrica per arginare il problema dell’evasione fiscale.

Come funziona

Non resta, dunque, da capire come funzioni esattamente il canone Rai che, in ogni caso, causa sempre una gran quantità di polemiche intorno a sé, specialmente da chi lo ritiene una tassa ingiusta e ingiustificata.

Tutti gli strumenti in possesso di un sintonizzatore per la ricezione del segnale, sia esso satellitare che terrestre, di radiodiffusione sono tenuti a pagare il canone Rai. In sostanza, questa tassa viene attribuita al semplice possesso di un televisore, non al suo effettivo utilizzo.

Tra di essi rientrano ricevitori di Tv fissi e portatili, ricevitori di radio fissi e portatili, ma anche i riproduttori multimediali che siano forniti di ricevitori per radio e Tv.

“La rispondenza di un apparato ad uno dei suddetti standard (nelle bande previste) può dunque essere usata come criterio oggettivo per l’identificazione del suo essere ‘atto o adattabile alla ricezione delle radioaudizioni’.”  

Pagamento in bolletta

Una legge di data recente, comunque, ha cambiato il modo di approcciarsi a tale tassa. Risale al 2016, infatti, la Legge di Stabilità. Tra le varie mosse realizzate da tale legge vi fu anche quella dell’introduzione del canone Rai all’interno della bolletta della luce.

Tale decisione, molto contestata nel corso degli anni, ebbe lo scopo di andare contro un fenomeno diffuso e assai capillare all’interno del nostro stato: l’evasione fiscale. In tal modo, quindi, si decretò di affiliare il canone all’interno delle altre utenze domestiche.

Il possedere un contatore elettrico nella propria abitazione viene dunque considerato motivo sufficiente per sancire il possesso di un televisore da parte di quel determinato nucleo familiare. Da qui il motivo per cui da anni paghiamo il canone Rai suddiviso all’interno delle bollette dell’Enel o di qualunque altra società elettrica atta a rifornirci.

Come fare, però, per comprendere se tale addebito in bolletta sia avvenuto realmente? Niente di più semplice. Tra le varie diciture presenti nella fattura in cui si elencano in costi di gestione vi sarà anche quella specificamente riferita al canone Rai.

Per il 2022, per esempio, è stata prevista una rateizzazione che vede 9,00 euro in più nella propria bolletta sotto la dicitura canone Rai per un totale di dieci mesi. Infatti, quest’ano vi è stata una diminuzione di tale tassa che ammonta a 90,00 euro totali

Un risparmio importante se si pensa che negli scorsi anni si era arrivati a pagare fino a 113,00 euro. I problemi, però, non sono pochi per coloro che cercheranno di evadere le tasse. Il mancato pagamento, infatti, porterà a una multa che si aggira tra i 200,00 euro e i 600,00 euro.

Chi ne è esente

Vi è da chiedersi: sono davvero tutti costretti a pagare il canone? Sembrerebbe di no. Vi sono, infatti, alcune persone che ne sono esentate, ma con valide motivazioni e certificazioni. 

Tra le persone che sono esentate vi sono le persone anziane che abbiano un’età superiore ai 75 anni di età e, al medesimo tempo, un reddito annuale non superiore alla cifra di 8.000,00 euro. Tale esenzione è prevista solo per le case atte a residenza e non si può quindi richiedere per altri tipi di dimore e, quindi, apparecchi televisivi.

Inoltre, anche i diplomatici, i militari stranieri e tutti coloro che non posseggono una Tv sono chiamati fuori da tale tassa. Naturalmente, però, tutto ciò deve essere dichiarato e certificato. Come? Tramite una dichiarazione sostitutiva

Tale dichiarazione sostitutiva deve essere inoltrata dal soggetto richiedente attraverso l’Agenzia delle Entrate passando per il sito Internet di quest’ultima. 

Vi sono anche altri modi per farlo, magari adoperando un intermediario, ma è sempre necessaria una firma digitale e la mail pec, ovvero la posta elettronica certificata. Infine, si può utilizzare la vecchia e cara raccomandata postale.

Anche per chiedere l’esenzione, però, vi sono delle regole ben precise. Lo si può fare due volte l’anno. La prima da inizio febbraio fino al completamento di giugno, la seconda partendo da luglio per arrivare alla fine di gennaio dell’anno successivo.

La divisione, dunque, va per semestri e riguarda il pagamento della frazione immediatamente successiva. Nel 2023, però, sembra che tale modello di pagamento sia destinato a finire. Il governo, infatti, ha intenzione di scorporare il canone dalla bolletta della luce.

Scadenza

Vi è dunque da chiedersi quando sia l’effettiva scadenza per poter pagare senza problemi questa tipologia di tassa. Il 31 gennaio sarebbe la data ultima per coloro che non hanno in bolletta tale versamento.

Di conseguenza, per poter pagare il canone si utilizzerà il modello F24. Tale modalità può essere adoperata anche in altre occasioni come quando, per esempio, nessuno dei soggetti di un determinato nucleo familiare risulti essere il titolare di un regolare contratto elettrico.

Attraverso il modello F24, quindi, si ha una valida alternativa al versamento della somma dovuta. Vi è anche la possibilità di pagare in maniere assai diverse. Infatti, è consentito versare i 90,00 euro in un’unica soluzione o rateizzarli in due o quattro rate a seconda delle necessità specifiche di ognuno.

Le soluzioni, in ogni caso, sono diverse e tutte ugualmente valide. Quest’anno, come si è già detto in precedenza, sembrerebbe essere l’ultimo in cui si prevede il canone Rai icorporato nelle bollette elettriche. Dal 2023 la situazione dovrebbe cambiare.

Sono stati in tanti, infatti, coloro che hanno detestato questa forma di pagamento. Vi p però da dire che da sempre il canone Rai non incontra il favore del pubblico.

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