Imu 2023, scadenza acconto il 16 giugno: ecco chi deve pagare e chi è esente

Manca poco alla scadenza per il versamento della prima rata Imu. Entro il 16 giugno 2023, si deve pagare il primo acconto. In questo articolo, vedremo chi sono i soggetti obbligati ed elencheremo tutti casi di esenzione del 2023.

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Mancano pochi giorni alla scadenza per il pagamento della prima rata Imu 2023. Entro giovedì 16 giugno, tutti i soggetti obbligati devono pagare il primo acconto Imu, secondo i termini ordinari. Sono previste alcune novità in merito all’esenzione come, per esempio, per i coniugi con residenza diversa.

Nel testo, andremo ad indicare chi deve pagare l’imposta ai Comuni, come si effettua il pagamento e quali sono tutti i casi di esenzione alla luce delle novità del 2023.

Chi deve pagare l’Imu

Il presupposto dell’Imposta Municipale Unica (Imu) è il possesso di immobili, terreni o aree fabbricabili. Deve essere pagata dai titolari di diritti di proprietà, di godimento, ma anche dai concessionari delle aree demaniali e dai locatari di immobili in leasing.

Sono soggetti al pagamento dell’Imu coloro che possiedono aree edificabili, terreni agricoli e fabbricati, ad esclusione delle abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da quelle di lusso (A/1, A/8 e A/9), ovvero:

  • Abitazioni signorili;

  • Abitazioni in ville;

  • Castelli, palazzi di pregio artistico o storico.

L’imposta di paga in due soluzioni: l’acconto al 16 giugno e il saldo, con eventuale conguaglio, il 16 dicembre. Devono provvedere ad effettuare i versamenti i soggetti che abbiamo precedentemente indicato. Si ricorda, inoltre, che l’imposta non è anche dovuta dall’occupante dell’immobile.

Poc’anzi abbiamo definito, in linea generale, la platea dei soggetti obbligati al versamento dell’imposta per il 2023. Chi non deve effettuare il versamento? Non devono pagare l’acconto e il saldo Imu i seguenti soggetti:

  • Inquilino (l’Imposta Municipale Unica deve essere versata dai proprietari e dai titolari dei diritti reali);

  • Il nudo proprietario (in caso di usufrutto);

  • La società di leasing concedente;

  • Il comodatario;

  • L’affittuario se l’azienda comprende un immobile;

  • Il coniuge non assegnatario in caso di separazione o divorzio.

Quali sono i casi di esenzione

Ci sono diversi casi di esenzione dal pagamento dell’Imposta Municipale Unica e alcune novità in vigore nel 2023. Innanzitutto, a partire dall’anno scorso è tornata l’esenzione per i fabbricati merce, ovvero quelle strutture destinate dall’impresa costruttrice alla vendita. Sono esenti anche gli immobili accatastati come D/3, se i proprietari sono anche i gestori delle attività esercitate (cinema, teatri, sale per concerti e spettacoli).

Ci sono ben altri casi di esenzioni, a partire dalla prima casa, quando non appartiene alle categorie di lusso, e alle relative pertinenze, di categorie catastale C/2, C/6 e C/7. Godono dell’esenzione anche:

  • Gli immobili assimilati all’abitazione principale;

  • Gli alloggi sociali;

  • La casa familiare assegnata al genitore affidatario dei figli;

  • L’immobile non locato posseduto da appartenenti a Forze armate, polizia, vigili del fuoco o carriera prefettizia;

  • Terreni agricoli e assimilati per coltivatori diretti e imprenditori agricoli se destinati ad uso agrosilvano-pastorale, di proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile;

  • Fabbricati ad uso non commerciale.

C’è una novità sulla regola per il versamento dell’Imu, in relazione al cambiamento della definizione di abitazione principale. Ai fini dell’esenzione dal pagamento dell’imposta si fa riferimento all’immobile nel quale il possessore e i familiari dimorano abitualmente e nel quale risiedono. Non ci si riferisce più agli immobili diversi situati nello stesso Comune.

Per quest’anno, inoltre, godono dell’esenzione anche gli immobili occupati abusivamente e non utilizzabili né disponibili, a patto che i proprietari abbiano presentato denuncia all’autorità giudiziaria per violazione di dominicilio. Inoltre, per gli abitanti dell’Emilia Romagna, nelle zone colpite dall’alluvione, è previsto il rinvio fino al 31 agosto 2023.

Come si effettua il pagamento

Abbiamo già anticipato che l’Imposta Municipale Unica si versa in due rate: acconto e saldo. In alternativa, può anche essere pagata in un’unica soluzione, ma entro il 16 giugno 2023.

Per quanto riguarda la prima rata o acconto Imu, si paga in base all’aliquota e alla detrazione dei dodici mesi dell’anno precedente. Per quest’anno, l’acconto da versare è pari alla metà di quanto versato nel 2022. La scadenza è il 16 giugno.

Per quanto riguarda la seconda rata o saldo imu, si deve pagare sulla base delle delibere comunali pubblicate sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze entro il 28 ottobre di ciascun anno d’imposta. In caso di mancata pubblicazione, si devono applicare le aliquote e le detrazioni dell’anno precedente. Il saldo deve essere pagato entro il 18 dicembre 2023 (la scadenza, di norma, è il 16 dicembre, ma quest’anno cade di sabato.

Come si effettua il versamento? Il versamento dell’acconto Imu si effettua utilizzando uno dei seguenti metodi:

  • Modello F24;

  • Piattaforma PagoPa;

  • Bollettino postale.

Si deve indicare il codice catastale del Comune, facilmente reperibile sul sito delle amministrazioni locali. In relazione al bene per il quale si deve pagare l’imposta deve essere indicato il relativo Codice Tributo.