Seconda rata IMU: ecco quando scade e a chi non spetta!

Grazie a un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 settembre 2021, molti italiani potranno essere esentati dal pagamento della rata IMU di dicembre e rimborsati della prima rata già versata a giugno. Nell’articolo, dopo avere brevemente introdotto le caratteristiche dell’IMU, le modalità di pagamento e le esenzioni ordinarie, spiegheremo chi sono i destinatari di questo nuovo provvedimento e come eventualmente ottenere il rimborso per le rate già versate.

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Si avvicina la data di scadenza per il pagamento della seconda rata IMU. Ma attenzione: non per tutti! Grazie ad alcuni provvedimenti messi in campo dal governo in carica, guidato da Mario Draghi, alcuni contribuenti saranno esentati dal pagamento dell’imposta sul possesso degli immobili.

E non solo. Perché, tra coloro che hanno avuto diritto all’esenzione dal pagamento dell’IMU per il 2021, ma che hanno erroneamente versato la prima rata a giugno, è anche previsto il rimborso di tale pagamento.

Questi provvedimenti, introdotti dal Decreto Sostegni Bis, si sono resi necessari al fine di limitare i disagi economici per quei contribuenti in difficoltà a causa della crisi economica che è seguita allo scoppio della pandemia da Covid-19. Molti proprietari, infatti, hanno visto diminuire notevolmente i propri introiti a causa della morosità degli inquilini in locazione.

Allo scopo di evitare che, oltre al danno, queste e altre categorie di proprietari in difficoltà dovessero fronteggiare anche la beffa di dover versare la quota di IMU, il Governo Draghi ha appunto introdotto l’esenzione dal pagamento del tributo.

Ma andiamo con ordine. Nel corso dell’articolo spiegheremo, innanzitutto, che cos’è l’IMU, come e quando deve essere pagata, e infine quali sono i cittadini che sono soggetti all’esenzione dal versamento delle quote per il 2021.

Che cos’è l’IMU?

L’IMU (Imposta Municipale Propria) è una imposta, introdotta nel 2011, che ogni proprietario di immobile deve versare annualmente. Di fatto, essa si configura come una patrimoniale, il cui onere ricade sia sui proprietari di immobili con finalità abitative, sia per i proprietari di immobili ad uso commerciale.

L’IMU sostituì, dal momento della sua introduzione, la vecchia tassa di proprietà sugli immobili: l’ICI. Nel corso del tempo, l’IMU ha subito numerose modifiche, sia da parte del governo presieduto da Mario Monti, sia da parte dell’esecutivo guidato da Enrico Letta.

Una delle correzioni più importanti, apportate da quest’ultimo dei due governi citati, è l’esenzione dal pagamento dell’IMU per la prima casa. Grazie a questa modifica, infatti, tutti i proprietari di un immobile destinato ad uso abitativo, e nel quale essi abbiano stabilito la propria residenza o il proprio domicilio abituale, sono esentati dal pagamento del tributo.

Vi sono tuttavia delle eccezioni. Non sono infatti soggetti all’esenzione di cui si è detto quegli immobili accatastati nelle categorie A-1 (abitazioni di tipo signorile), A-8 (ossia le abitazioni in villa) e A-9 (vale a dire quegli immobili ad uso abitativo entro palazzi o castelli che rivestono un particolare interesse dal punto di vista artistico o storico). I proprietari di queste tipologie di immobili, insomma, anche nell’eventualità in cui essi si configurino come prime case, sono tenuti a versare l’IMU ogni anno.

Un’altra importante modifica alla disciplina dell’imposta di proprietà sugli immobili è quella introdotta durante l’ultimo anno. A partire dal 2021, infatti, è stata varata la cosiddetta Nuova IMU. Questa correzione ha previsto l’accorpamento di due imposte precedentemente separate: l’IMU e la TASI (Tributo per i Servizi Indivisibili).

L’effetto più significativo di questa modifica riguarda gli inquilini in affitto. Mentre, fino al 2020, essi erano tenuti a pagare la TASI (mentre l’IMU rimaneva a carico del proprietario), a partire dal 2021, con l’accorpamento, entrambe le imposte sono a carico del proprietario (o in questo caso, per meglio dire, del locatore).

Chi deve pagare l’IMU 2021?

Come abbiamo già detto, dunque, il pagamento dell’IMU spetta a tutti i proprietari di immobili, ad eccezione della prima casa.

Per il 2021, però (lo abbiamo già accennato nell’introduzione) sono previste ulteriori esenzioni dal pagamento dell’imposta di proprietà sugli immobili.

E riguarda, in particolare, coloro che sono proprietari di immobili concessi in locazione a inquilini che risultano morosi. Se a ciò si somma, infatti, il blocco degli sfratti introdotto dal Decreto Cura Italia per evitare di lasciare senza un tetto quei cittadini che a causa della crisi non hanno potuto versare le quote degli affitti, è chiaro che occorreva almeno limitare i costi per i proprietari di tali abitazioni, i quali non hanno potuto mettere in atto provvedimenti di sfratto.

Se non si fosse introdotta l’esenzione dal pagamento dell’IMU per questa classe di proprietari, essi si sarebbero trovati a versare la loro quota di imposta senza però avere incassato la rendita che deriva dal loro diritto di proprietà. E ciò sarebbe stato paradossale.

Il governo in carica ha così deciso di esentare questa categoria di proprietari dal pagamento dell’IMU.

Ma essi non sono gli unici ad avere beneficiato dell’esenzione dal pagamento dell’IMU per il 2021. Il Decreto Sostegni Bis ha infatti previsto una medesima esenzione anche per tutti quei contribuenti che hanno ricevuto i contributi a fondo perduto previsti dal primo Decreto Sostegni, varato nel marzo 2021. E dunque, non solo i proprietari di immobili dati in locazione a inquilini che risultano morosi possono beneficiare dell’esenzione, ma anche tutti i soggetti titolari di Partita IVA, che nel 2020 abbiano subito una riduzione dei ricavi pari 30% rispetto all’anno precedente (il 2019).

Quando scade il pagamento dell’IMU 2021?

In ogni caso, per tutti coloro che non sono soggetti all’esenzione dal pagamento dell’IMU, la quota della seconda rata è da versarsi entro il 16 dicembre 2021.

Il pagamento dell’IMU si suddivide infatti in due quote, di pari importo, da versarsi separatamente. La prima, il cui importo per il 2021 ammonta al 50% della somma di IMU e TASI versate nel 2020 (ricordiamo l’accorpamento nella Nuova IMU), era da versare entro il 16 giugno 2021.

La seconda rata, di importo pari alla prima, è appunto da versarsi entro giovedì 16 dicembre 2021.

Tuttavia, è bene precisare che tale suddivisione dell’IMU in due rate non è in realtà imprescindibile. Per coloro che non hanno difficoltà con i pagamenti, e dispongono del capitale necessario già durante la prima metà dell’anno, era già possibile versare l’intera quota entro il 16 giugno 2021.

Chi ha diritto al rimborso dell’IMU 2021?

Come abbiamo già accennato nell’introduzione, però, oltre all’esenzione dal pagamento dell’IMU 2021, è prevista una ulteriore agevolazione. Chi, infatti, ha già versato la prima rata al 16 di giugno, pur non essendo tenuto a farlo, può chiedere il rimborso di tale versamento.

Questa opzione si è resa necessaria a causa dei ritardi che hanno fatto slittare l’approvazione del Decreto Sostegni Bis alla seconda metà di maggio 2021. A quella data era così possibile che molti contribuenti avessero già versato la prima rata IMU, pur non essendo tenuti a farlo.

Per venire incontro a questi cittadini, il governo Draghi ha così introdotto la possibilità di richiedere il rimborso di quanto erroneamente versato.

Ora, trattandosi l’IMU di una imposta la cui gestione spetta agli enti locali, per poter ottenere il rimborso è necessario rivolgersi ad essi. Occorrerà pertanto compilare uno specifico modulo, nel quale verranno riportati i dettagli dell’immobile e dell’eventuale provvedimento di sfratto (sospeso fino alla fine del blocco). Al fascicolo occorrerà inoltre allegare anche tutta la documentazione che permetta di dimostrare il diritto di proprietà sull’immobile, la concessione dello stesso in locazione mediante regolare contratto, nonché la ricevuta di pagamento dell’IMU.

Infine, occorrerà anche indicare anche gli estremi di pagamento (ossia le coordinate bancarie) grazie ai quali potrà essere effettuato l’accredito del rimborso di quanto erroneamente versato.

Per poter richiedere il rimborso c’è tempo fino al 30 giugno 2022. Dopo questa data, se non si sarà ancora presentata domanda, non si potrà più recuperare il denaro.

Come pagare l’IMU?

Il versamento delle quote di IMU è una operazione piuttosto semplice. Per poter pagare l’imposta è infatti sufficiente utilizzare un modulo F24, o in alternativa un bollettino di un conto corrente postale.

Il modulo F24 può essere presentato presso lo sportello della propria banca, un ufficio postale, una ricevitoria autorizzata o presso gli uffici dell’ente della riscossione.

Il modulo F24 può però essere inoltrato (e pagato) anche per via telematica. Oggi, infatti, molti (se non tutti) servizi di home banking consentono di compilare online il modulo F24 direttamente online, versando la quota dovuta attingendo dai fondi del proprio conto corrente.

Un’altra modalità di pagamento del modello F24 è quella offerta dal portale dell’Agenzia delle Entrate. Qui, una volta effettuato l’accesso (mediante le credenziali di Fisconline, uno Spid, una Carta d’Identità Elettronica o una Carta Nazionale dei Servizi), è possibile accedere al servizio “F24 Web”, dal quale poter pagare l’F24.

IMU 2021: sarà prorogato il blocco degli sfratti?

Uno dei temi più discussi tra i proprietari di immobili è, a questo punto dell’anno, fino a quando sarà valido il blocco degli sfratti. Come abbiamo detto, questa è infatti la ragione che ha indotto il governo a prevedere non solo l’esenzione ma anche il rimborso delle quote di IMU per i proprietari di immobili concessi in affitto a inquilini morosi.

La scadenza naturale del blocco degli sfratti — al netto di eventuali proroghe — è al momento fissata al 31 dicembre 2021. E a far pensare che esso non verrà ulteriormente prorogato vi è una sentenza della Corte di Cassazione (la n. 213/2021), nella quale si sottolinea come il blocco degli sfratti si configura nei termini di un provvedimento legittimo solo e fintantoché esso è destinato a fronteggiare una situazione di emergenza.

D’altra parte, è notizia di ieri che il governo Draghi ha deciso di prorogare fino al 31 marzo 2022 lo stato di emergenza a causa del protrarsi della pandemia da Covid-19. Questo potrebbe significare un ulteriore estensione del blocco degli sfratti anche per i prossimi mesi. Il che, naturalmente, significherebbe anche un ulteriore prolungamento dello stato di morosità degli inquilini in difficoltà. E dunque, in ultima analisi, ciò potrebbe significare che anche per il 2022 saranno in vigore delle esenzioni dal pagamento dell’IMU per i proprietari di tali immobili.