IMU 2022: rischio stangata per le prime case!

Si torna a parlare di rischio stangata IMU sulle prime case: il rischio è collegato alla nuova riforma del catasto. Ecco cosa comporta per i proprietari!

Si torna a parlare di IMU, l’imposta sugli immobili di proprietà più odiata dagli italiani. Recentemente si sta discutendo al governo a proposito della riforma fiscale e della riforma del catasto, che è stata recentemente approvata dalla maggioranza.

Secondo le prime perplessità, la riforma del catasto potrebbe provocare come effetto collaterale un aumento delle imposte sugli immobili degli italiani, tuttavia il governo ha più volte smentito la questione, sottolineando come la riforma del catasto non introdurrà nessuna nuova imposta. La paura principale è quella di una patrimoniale soprattutto sulla prima abitazione, anche se per il momento sembra per lo più una paura infondata.

Nonostante questo, comunque Confedilizia si è espressa a sfavore della riforma del catasto, come riporta un articolo recente di Iltempo.it:

“Ebbene, Confedilizia in un post sui social ha evidenziato che, dalla normativa in cantiere, una stangata fiscale potrebbe addirittura abbattersi sulla prima casa.”

La questione è delicata: la riforma del catasto ha infatti l’obiettivo di portare avanti una sorta di censimento per individuare correttamente tutte le strutture presenti sul territorio italiano, che si tratti di immobili per uso abitativo, fabbricati e strutture per aziende.

Uno dei problemi del tutto italiano è infatti la presenza di moltissime case “fantasma”, ovvero di strutture non dichiarate su cui i proprietari evadono le imposte, in particolare l’IMU. Problematica a cui la riforma del catasto vuole dare una efficace risposta.

La riforma fiscale, e in particolare la riforma del catasto, ha come obiettivo primario quello di individuare queste strutture, per classificarle correttamente secondo le regole del catasto. Inoltre la riforma vuole garantire una corretta valorizzazione delle strutture in base al valore di mercato dell’attuale sistema immobiliare italiano. Tuttavia incombe il rischio di stangata: tutte le ipotesi nell’articolo.

IMU: cos’è e quando si paga

L’IMU si paga anche nel 2022, nonostante negli scorsi anni siano state introdotte diverse possibilità di risparmio e di esonero su questa tassa a causa dell’arrivo dell’emergenza sanitaria. L’IMU, ovvero l’Imposta Municipale Unica, va pagata per tutte le proprietà immobiliari successive alla prima.

Questo vuol dire che attualmente la normativa italiana non prevede che questa tassa venga corrisposta per le proprietà di abitazioni che vengono usate come prime case. Chi quindi possiede unicamente la casa in cui abita stabilmente, non si deve preoccupare per il pagamento di questa somma.

Tuttavia per le proprietà aggiuntive, va sempre pagata questa imposta, una volta all’anno o in due rate. Chi risulta essere proprietario di una seconda casa, oppure di diversi immobili, anche posti in affitto, deve provvedere al pagamento dell’imposta come obbligo di legge, in caso alternativo si può parlare di evasione fiscale, e si rischiano importanti sanzioni.

L’IMU è forse una delle tasse più odiate dagli italiani, e si applica non solamente sulle strutture destinate ad un utilizzo abitativo, ma anche alle strutture di uso commerciale. Quando vi è un regolare contratto di affitto tra proprietario e inquilini, è il proprietario a dover provvedere ogni anno al pagamento dell’IMU su quell’immobile.

L’inquilino non è tenuto al suo pagamento, al contrario dovrà provvedere a pagare altre imposte, come ad esempio la TARI sui rifiuti. Recentemente l’Europa ha espresso la volontà di allineare l’Italia con gli altri paesi del continente, introducendo una tassa anche sulle prime abitazioni.

Tuttavia questa imposta ancora non si è vista, e il governo al momento sembra voler evitare di aggiungere una ulteriore tassa a quelle già presenti sulle abitazioni. Si è parlato spesso negli scorsi mesi anche dell’ipotesi di introdurre una patrimoniale, ovvero una tassa forzosa da prelevare per tutte le proprietà immobiliari, inclusa la prima casa, per far fronte alle difficoltà del paese dell’ultimo periodo.

Tuttavia anche questa è rimasta solamente una ipotesi, anche se torna ad essere vista con preoccupazione nel caso della riforma del catasto di questi mesi.

Riforma del catasto e patrimoniale

La riforma del catasto viene introdotta per fare chiarezza sulle strutture immobiliari presenti nel territorio, per limitare gli illeciti e far emergere tutte quelle abitazioni o strutture destinate ad impresa che risultano ancora “fantasma”, ovvero non registrate nei Comuni. Bisogna dire che il fisco nell’ultimo periodo ha subito moltissime modifiche, che riguardano principalmente la pressione fiscale sui redditi.

Tuttavia anche i redditi derivati dalle proprietà immobiliari iniziano ad essere al centro dell’attenzione, e lo stato continua verso l’obiettivo di una maggiore trasparenza fiscale anche adottando misure per il catasto. La riforma del catasto quindi consiste in un vero e proprio censimento, e a fronte di numerose preoccupazioni, il governo ha più volte dichiarato che con questa riforma non verranno introdotte nuove imposte, né una nuova IMU.

Tuttavia esistono alcuni pericoli reali, che sono stati presentati anche da Confedilizia, che riguardano da vicino la classificazione degli immobili secondo le nuove direttive del catasto. Un dettaglio da non sottovalutare è quello della possibilità che anche sulle prime case venga introdotta l’IMU quando fino ad ora era assente.

Questa operazione non è diretta, ma potrebbe essere consentita nel caso in cui con le operazioni della riforma del catasto emergesse che alcune case sono accatastate nel modo errato. Con precisione, molte strutture potrebbero essere accatastate secondo le nuove direttive sotto alle categorie di lusso.

La normativa italiana in linea generale determina che si è esonerati dal pagamento dell’IMU sulla prima abitazione solamente quando questa non è considerata di lusso. Per le case di lusso quindi, anche se si tratta di abitazioni per la residenza stabile, viene normalmente applicata l’imposta.

Le categorie catastali di lusso sono indicate con la sigla A/1, A/8 e A/9. Con la riforma del catasto quindi un numero maggiore di abitazioni potrebbe rientrare in una di queste categorie, considerate di lusso. E questo si traduce nell’introduzione per i proprietari di queste abitazioni di una nuova IMU sulla prima casa.

Al momento ancora non sono conosciuti i criteri con cui verranno con precisione accatastate nuovamente le strutture presenti nel paese, tuttavia il pericolo di una nuova IMU sembra essere concreto per le prime abitazioni che rientreranno nella categoria di lusso.

IMU 2022: nuova stangata per le prime case

Secondo queste recenti ipotesi, potrebbe quindi arrivare una nuova stangata sulle prime case, soprattutto quelle per cui fino a questo momento non si è dovuto provvedere al pagamento dell’IMU. Secondo le intenzioni della riforma del catasto, le strutture andranno valutate e accatastate anche secondo il valore di mercato effettivo.

Tuttavia secondo l’ultimo andamento del mercato immobiliare italiano, e secondo le attuali vicende che scuotono il paese che riguardano l’economia, indubbiamente qualcosa cambierà anche sulla valutazione degli immobili.

Si tratta quindi di una nuova stangata che potrebbe arrivare in modo indiretto, ovvero senza che lo stato metta mano effettivamente all’IMU, la tassa sulle proprietà immobiliari. Il pericolo di una nuova tassa spaventa molti cittadini, soprattutto per chi vive in periferia in una prima casa di proprietà, che presto potrebbe essere rivalutata.

Queste eventualità destano preoccupazioni anche da parte di numerose parti politiche, per cui è acceso il dibattito sulla riforma del catasto.

La riforma del catasto tuttavia verrà messa in pratica seguendo diversi step, e si prospetta che la procedura complessivamente può prendere un arco temporale che arriva fino al 2026. I Comuni e l’Agenzia delle Entrate lavoreranno per individuare specialmente alcune strutture e terreni:

•Immobili non censiti o con categorie catastali errate;

•Terreni edificabili che al momento sono dichiarati come agricoli;

•Immobili abusivi.

Per poter procedere, le banche dati saranno condivise su tutto il territorio italiano, per favorire ai comuni e al fisco l’accesso rapido a tutte le informazioni. Per ogni struttura immobiliare verrà attribuito un valore patrimoniale e una rendita catastale, tenendo presente anche il valore di costruzioni di rilevante interesse storico, culturale e artistico.

Che questo si traduca in una stangata IMU sulle prime case, per il momento è solamente una ipotesi, e si deve ancora attendere che vengano messi in moto i prossimi step della riforma del catasto. Tuttavia le associazioni di categoria lanciano l’allarme.

IMU 2022: esenzioni per immobili inagibili

Bisogna ricordare che nel 2022 per il pagamento dell’IMU esistono ulteriori casi di esenzione, oltre a quelli stabiliti sulle prime case. Il Decreto Sostegni ter infatti ha prorogato i termini dell’esenzione del pagamento dell’IMU per gli immobili inagibili a seguito dei terremoti.

Si tratta di un esonero dedicato in particolare alle regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Fino al 31 dicembre 2022 non si dovrà pagare l’IMU, almeno fino al momento in cui le strutture non saranno in uno stato di completa agibilità. Sono stati stanziati per questa misura 10.5 milioni di euro per il 2022 dalla recente riforma del fisco.

Oltre alle agevolazioni per l’IMU, per le zone colpite dai terremoti sono anche stabiliti alcuni stop ai pagamenti per le attività economiche e produttive, oltre ad alcuni sostegni sui mutui aperti per le prime abitazioni che sono poi state coinvolte da calamità naturali. Vengono invece sospesi gli stop ai pagamenti per le imprese in difficoltà a causa del Covid-19.

La legge ha anche chiarito come funziona l’IMU nel 2022 per i coniugi che vivono in case separate: in questo caso uno dei due coniugi può beneficiare dell’esonero del pagamento dell’IMU per la prima abitazione, ma non il secondo. Questa regola è valida sia se i due soggetti vivono nello stesso Comune che in Comuni diversi, e devono decidere per quale delle due abitazioni provvedere al pagamento dell’imposta.

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