Giro di vite per l'Imu. Draghi richiede tutti gli arretrati

Non è tutto oro quello che luccica, nemmeno quando si parla di Imu e di arretrati da pagare. Rimangono in sospeso quelli dal 2016 al 2020. Sì, infatti: in questi giorni non si è fatto altro che parlare della sanatoria contenuta all'interno del Decreto Sostegno, con la quale verranno cancellate le cartelle esattoriali del periodo 2000-2015. Tra i pagamenti che i contribuenti non saranno più tenuti ad effettuare ci sono il bollo auto, l'Imu e la Tari.

Image

Non è tutto oro quello che luccica, nemmeno quando si parla di Imu e di arretrati da pagare. Rimangono in sospeso quelli dal 2016 al 2020. Sì, infatti: in questi giorni non si è fatto altro che parlare della sanatoria contenuta all'interno del Decreto Sostegno, con la quale verranno cancellate le cartelle esattoriali del periodo 2000-2015. Tra i pagamenti che i contribuenti non saranno più tenuti ad effettuare ci sono il bollo auto, l'Imu e la Tari. Ai diretti interessati è, forse, sfuggito, che all'appello mancano i tributi non pagati nel periodo compreso tra il 2016 ed il 2020. Per i quali l'Agenzia delle Entrate ha ancora tutto il tempo per effettuare le dovute verifiche ed inviare le necessarie cartelle esattoriali.

A dover prestare una maggiore attenzione sono i cosiddetti furbi dell'Imu, ossia quelli che in qualche modo sono riusciti a travestire come prima casa un'abitazione che non ne avrebbe i requisiti. Spesso e volentieri il contribuente registra una residenza fasulla, solo per poter godere dell'agevolazione fiscale prevista dalla legge per l'abitazione principale. Ricordiamo che i controlli sull'Imu si fanno sempre più stringenti e si estendono anche a quanti non rientrano nel cosiddetto perimetro delle agevolazioni e si limita a non saldare gli importi dovuti al Comune entro le scadenze previste dalla legge.

Imu, parte la caccia all'evasore!

L'amministrazione comunale può procedere ad avviare tutti gli accertamenti necessari, nel caso in cui si dovesse accorgere che un contribuente non abbia versato l'Imu. Ha due termini, però, entro i quali ha la possibilità di muoversi: il primo è quello legato alla prescrizione, il secondo alla decadenza. Proviamo a capire quali differenze ci siano tra queste due diverse situazioni.

La prescrizione, in qualsiasi momento, può essere sempre interrotta, grazie ad una diffida o da una cartella esattoriale. I termini perché parta la prescrizione si azzerano nel momento in cui si riceve una cartella esattoriale. La decadenza, invece, avviene quando gli accertamenti vengono effettuati oltre un termine massimo, e non può essere interrotta da nessun atto parziale. Questi concetti, però, sono un po' astratti e diventano difficilmente applicabili all'Imu non corrisposta per il periodo 2016-2020: anche perché la prescrizione scatta dopo cinque anni, mentre la decadenza dopo tre.

I controlli dell'Imu, quando avvengono?

Generalmente le amministrazioni comunali fanno scattare i controlli dell'Imu a tavolino. Questo significa che effettuano delle verifiche all'interno degli archivi telematici e controllano se per ogni immobile censito nel territorio del Comune ci sia il corrispondente versamento dellimposta. Ovviamente fanno eccezione gli immobili adibiti a residenza principale.

Il Comune è quindi in grado di verificare in tempo reale dove il proprietario dell'immobile e la sua famiglia hanno fissato:

Ricordiamo che la residenza è una delle condizioni fondamentali per ottenere le agevolazioni sulla prima casa per l'immobile. Questo dato viene accertato tramite i registri dell'anagrafe e viene verificato sul posto dalla polizia municipale. Nel caso in cui la casa sia disabitata, anche se è luogo di residenza, sconta comunque vada l'Imu.

Questo controllo viene effettuato molto più spesso di quanto si possa immaginare. Molti contribuenti hanno preso l'abitudine a fissare la residenza in luoghi dove non abitano, solo per ottenere l'esenzione dell'Imu. I controlli vengono effettuati anche tenendo conto delle utenze e dei relativi consumi: se sono troppo bassi - ad esempio quelli di luce e gas - si presuppone che nell'immobile non ci abiti nessuno.

Imu, c'è ancora tempo per chiederla!

Come abbiamo anticipato in precedenza, la prescrizione dell'Imu - come quella di tutti i tributi locali - arriva dopo cinque anni. In buona sostanza il Comune deve intervenire entro il quinto anno per richiedere il saldo di quanto dovuto: oggi siamo nel 2021, quindi possono arrivare felicemente le richieste di quanto non pagato dal 2016 in poi.

E' vero che la decadenza dell'Imu arriva entro i tre anni, ma avviene solo e soltanto se l'ento pubblico non ha provveduto a svolgere determinate attività entro questo lasso di tempo.

Il termine di decadenza entro cui il Comune può riscuotere i tributi locali è fissato al 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto definitivo. Tanto è stato, di recente, confermato dalla Commissione tributaria regionale del Lazio.

Nel caso dei tributi più vecchi (ossia quelli del 2016 e 2017) se l'amministrazione comunale si fosse dimenticata di richiedere quanto dovuto, ci potrebbe essere la speranza che siano decaduti. Sempre che non salti fuori dal cassetto una raccomandata con la quale se ne richiedeva il pagamento.