IMU: ok di Draghi alla riforma! Ecco la nuova patrimoniale

Sembrava finita nel dimenticatoio la discussione sulla riforma del catasto e l'impatto che questa avrebbe avuto sulla tassazione degli immobili, in particolare sull'IMU. Invece la bagarre tra le forze politiche è tornata sulla delega fiscale che riguarda la riforma del catasto e l'IMU.

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Sembrava finita nel dimenticatoio la discussione sulla riforma del catasto e l'impatto che questa avrebbe avuto sulla tassazione degli immobili, in particolare sull'IMU. Matteo Salvini si era opposto alla riforma perchè riteneva che dietro la riforma del catasto si celava in realtà un velato aumento dell'IMU.

Dall'altro lato, il premier Mario Draghi che invece ribadiva la necessità di fare emergere le case e gli immobili fantasma e di avere un catasto aggiornato non solo nella numerica delle unità immobiliari ma anche nella valorizzazione dei valori catastali aggiornandoli a quelli di mercato. 

Non si sono fatte attendere le scaramucce all'interno delle forze di maggioranza, in un momento delicato per il mondo intero per la crisi in Ucraina.

Il governo ed il parlamento è unito sul fronte della crisi Russa-Ucraina, ma si sfilaccia sulle questioni in casa.

Una di queste è la riforma del catasto, inserita nella delega fiscale, che il premier Mario Draghi ad ottobre aveva indicato come necessaria. E su questa posizione il governo non si sposta, con la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra che provoca gli alleati di governo lanciando un aut aut sall'approvazione dell'art.6 della delega fiscale.

Ma Matteo Salvini della Lega chiede lo stralcio e Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia accusa l'esecutivo di voler far votare a scatola chiusa un provvedimento che toccherebbe la casa degli italiani.

Infatti secondo alcuni esponenti della destra, la riforma del catasto cela il ritorno dell'IMU sulla prima casa, e l'aumento dell'IMU sulle seconde case.

Riforma catasto: cosa prevede l'articolo 6

Facciamo subito il punto sull'articolo della discordia che sta facendo andare in fibrillazione la maggioranza allargata.

La delega fiscale di ottobre prevede all'art.6 che il Governo stesso riveda i meccanismi di classificazione degli immobili nonchè adotti strumenti efficaci da dare ai comuni e all'Agenzia delle Entrate per scovare immobili fantasma, o immobili che sono stati modificati nella loro destinazione senza l'aggiornamento nel catasto dei fabbricati.

Quindi, in base a questo articolo, l'obiettivo di Mario Draghi è quello di allineare lo stato reale del catasto all'effettivo patrimonio immobiliare esistente in Italia.

Tale aggiornamento dovrebbe poi rendersi disponibile dal 1 gennaio 2026, ma senza essere usato per ricalcolare l'IMU. 

In pratica revisione dei valori catastali, ma non revisione dell'IMU

E su questa equazione qualcosa non torna, nè alla Lega nè a Fratelli d'Italia. Quale sarebbe il senso di dover metter mani al catasto, per un mero aggiornamento statistico, se poi l'informazione non dovrebbe servire per riscrivere l'IMU? Questo il pensiero di alcuni esponenti della Lega, come Massimo Bitonci e Giulio Centemero capigruppo rispettivamente nelle commissioni Bilancio e Finanze

Peraltro, lo stesso governo e diversi gruppi di maggioranza hanno già riconosciuto l’inutilità di un intervento di riforma del catasto se la finalità è solo quella di una mera indagine statistica per scovare gli immobili-fantasma. Il ricatto conferma il dubbio che ci siano dietro altre logiche, come quella di tassare la casa.

IMU: cosa cambia con la riforma del catasto

Proviamo a fare qualche ragionamento per cercare di capire cosa significa riforma del catasto in termini di modifica all'IMU.

Partiamo da un dato oggettivo sul quale Mario Draghi è convinto e fermo. Si deve spostare la tassazione dal lavoro al patrimonio. Quindi una sorta di patrimoniale diventa necessaria per realizzare quel passaggio. Ricordiamo che la stessa Commissione Europea ha chiesto all'Italia di spostare la tassazione sulle proprietà.

L'art.6 della delega fiscale in tema di catasto prevede di attualizzare i valori immobiliari rendendoli allineati ai valori di mercato. Di conseguenza, la rendita catastale cambierà

L'IMU è calcolata partendo dalla rendita catastale ed applicando le percentuali che ogni comune decide nel proprio regolamento IMU.

A questo punto, sembra quindi inevitabile che una riforma del catasto significa una modifica all'IMU. Che poi questa si traduca in un aumento per alcuni ed una riduzione per altri, è tutto da vedere.

Stando alle parole di Mario Draghi, questa riforma dovrebbe appunto far pagare chi fin'ora non ha pagato e rendere invece "sterile" la modifica per chi ha sempre pagato.

In pratica, l'emersione di immobili fantasma, su cui andare ad applicare la tassazione IMU, dovrebbe aumentare il gettito fiscale derivante da questa tassa senza andare a ritoccare la tassazione di chi invece ha pagato nel tempo.

Ma è proprio cosi?

IMU: nuova patrimoniale con la riforma del catasto

Il ragionamento del premier Mario Draghi è piuttosto complesso per poter essere compreso nella sua totalità. In pratica la riforma del catasto, facendo emergere immobili fino a quel momento fuori dai radar dell'Agenzia delle Entrate e dei comuni, dovrebbe favorire le entrate dalla tassazione IMU senza andare però a toccare chi l'IMU già la paga.

Ma se la riforma del catasto significa aggiornare la rendita catastale, e se l'IMU si calcola applicando una percentuale proprio sulla rendita catastale, come sarà possibile non aumentare l'IMU?

Tutto starà nella decisione dei comuni di lasciare, per chi ha sempre pagato l'IMU, l'invarianza di gettito. In altri termini, aumenta la rendita catastale e si abbassano le aliquote IMU. Solo così potrebbe essere scongiurato l'incremento dell'IMU sulle abitazioni.

Inoltre sulla prima casa non sembra che dall'art. 6 trapeli l'intenzione di voler riportare la tassazione IMU sul bene più caro degli italiani.

Ed ecco che ritorna allora la domanda precedente: qual è la logica di dover aggiornare statisticamente il catasto, se poi l'informazione non sarà usata per mettere le mani sull'IMU?

Una patrimoniale tutta nuova forse ci attenderà dal 2026.

Nuova IMU con la riforma del catasto

Mappare tutto il patrimonio immobiliare, richiederà di mettere in campo uno sforzo immenso che vedrà comuni ed Agenzia delle Entrate necessariamente condividere strumenti ed informazioni. Con la riforma del catasto l'intento è quello di:

  • censire tutti gli immobili anche quell che fino a quel momento erano sfuggiti al catasto, di fatto mappando quindi la reale consistenza, l'effettiva destinazione d'uso e la corretta categoria catastale;
  • mappare i terreni edificabili che risultano ancora invece essere terreni agricoli;
  • rilevare immobili abusivi.

Questa operazione trasparenza, come l'ha definita il premier Mario Draghi, serve proprio a riequilibrare il carico fiscale, in quanto ci sono persone che pagano tante e persone che pagano tanto poco.

IMU e riforma del catasto: le posizioni politiche

Toccare la casa è sempre stato uno dei terreni più impervi e scivolosi del governo. Ma quello guidato da Mario Draghi, sembra avere le idee chiare, come del resto ha dimostrato la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra, che ha dichiarato

Se l’articolo 6 non è approvato si ritiene conclusa l’esperienza di governo.

Parole durissime secondo Lega e Fratelli d'Italia che accusano il Governo di voler forzare sulla delega fiscale, senza un passaggio in Parlamento.

A mediare, ci ha pensato Forza Italia che ha chiesto 24 ore di sospensione dei lavori in commissione finanze per poter presentare una proposta di modifica all'art.6 che non significa soppressione ma revisione.

Anche il Movimento Cinque stelle si schiera a difesa del ruolo del Parlamento, non prendendo molto bene le parole del sottosegretario Guerra. 

Parole e pressioni semplicemente irricevibili che, da una parte, comprimerebbero le basilari prerogative del Parlamento, che è del tutto legittimato a modificare ciò che ritiene più opportuno; dall’altra, delineano l’ennesimo rischio di calpestare le indicazioni del Parlamento.

Mentre il PD si dichiara aperto e disponibile al dialogo a patto che i partiti che hanno firmato la richiesta per la soppressione dell'art. 6 della delega fiscale (Lega e Fratelli d'Italia), la ritirano.