Il futuro del nostro paese si gioca su quattro nodi molto importanti: Irpef, catasto, Flat Tax e Tax expenditures. Ossia i quattro cavalieri dell'apocalisse. Stiamo parlando dei quattro nodi sui quali dovrebbe orbitare la riforma del fisco e sui quali dovrebbe ruotare la discussione della Legge Delega che il Governo si starebbe preparando per approntare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un piano senza dubbio molto importante, perché dovrebbe creare i presupposti per il recovery e la successiva attivazione di tutte quelle risorse, che sono indispensabili perché il nostro paese di possa riprendere e perché possa arrivare la tanto attesa ripresa economica.
Mai come in questo frangente i tempi sono ristretti. Il fisco è comunque un tema molto ostico da trattare: i tecnici sarebbero già al lavoro, ma non è detto che tutto fili liscio. In queste ultime settimane il dibattito politico si è acceso e la situazione si potrebbe complicare ulteriormente.
Irpef, tutto pronto!
Il primo capitolo del nuovo trattato sul fisco che sta preparando Mario Draghi è relativo all'Irpef. Questo è uno dei nodi più importanti che i tecnici stanno preparando, perché si associa inesorabilmente anche a quello degli sconti fiscali, il cosiddetto Tax expanditures. I tecnici stanno preparando una serie di interventi sull'Irpef: all'orizzonte ci sono due obiettivi.
Il primo, e senza dubbio più importante, riguarda la semplificazione e razionalizzazione della struttura del prelievo. Ma soprattutto punta alla riduzione del carico fiscale. Secondo le prime indiscrezioni che sono trapelate, dovrebbe rimanere in piedi la progressività delle aliquote, che dovrebbero ridursi a tre dalle attuali cinque:
- redditi fino a 25.000 euro: 23%
- redditi da 25.000 a 55.000 euro: 33%
- redditi oltre i 55.000 euro: 43%.
Per il momento sembra definitivamente tramontata l'ipotesi di un sistema alla tedesca con l'aliquota variabile che cresce con il crescere del reddito.
Il secondo capitolo del trattato sul fisco è quello legato alla flat tax, ossia la tassa piatta pensata per i titolari di partita Iva, che per il momento sembra essere rimasta monca. Il suo disegno originale, infatti, prevedeva che la soglia minima fosse aumentata a 100.000 euro di fatturato. Nell ultime settimane sembra farsi avanti un'ulteriore ipotesi: quella di innalzare dal 15 al 23% la soglia del primo scalone Irpef, facendo riferimento ai redditi da lavoro dipendente od assimilati. Al momento, però, rimangono aperte ancora alcune incertezze, tra le quali c'è anche la soglia dei 100.000 euro.
Riforma del catasto, come mietere ulteriori vittime!
Uno dei capitoli più importanti, per la riforma del fisco, è il catasto. In questo caso la rivoluzione andrebbe a modificare direttamente i criteri di determinazione del valore catastale imponibile sulla casa, arrivando a portare i valori fiscali il più vicino possibile a quelli reali. Diciamo che almeno l'ipotesi dovrebbe essere quella. In realtà il catasto potrebbe costituire proprio una delle criticità da dover risolvere: il rischio è quello che possa arrivare una vero e proprio aumento delle tasse dirette ed indirette sugli immobili: quindi Imu ed Irpef più alti.
Giusto per non farci mancare niente, proprio il catasto è stato al centro di un'importante operazione di rinnovo. L'Agenzia delle Entrate, lo scorso 1° febbraio 2021, ha deciso di adottare il SIT, ossia un nuovo sistema integrato, che permetterà di raccogliere, all'interno di un unico archivio digitale, tutti gli atti del catasto: mappe, immagini satellitari. I dati di oltre 74 milioni di immobili presenti in tutto il territorio nazionale saranno censiti digitalmente. Questa nuova piattaforma, appena diventerà operativa al 100%, darà la possibilità di accedere a tutte le informazioni fiscali, che riguardano un determinato immobile. Ma soprattutto costituirà un buon punto di partenza per una qualsivoglia riforma della fiscalità immobiliare.
Come se non bastasse, poi, l'Agenzia delle Entrate con il provvedimento n. 20143 del 26 gennaio 2021, ha provveduto a disciplinare l'accesso e la consultazione dei dati catastali. Questa nuova regolamentazione potrebbe portare ad una riclassificazione del valore degli immobili e quindi andare ad incidere direttamente sui valori di Imu ed Irpef da pagare.
Imu, un capitolo controverso!
Uno dei più importanti gridi d'allarme, lanciato da molte testate giornalistiche e siti online, riguarda l'eliminazione delle esenzioni Imu sulla prima casa. Per il momento il Governo Draghi non ha preso alcuna posizione al riguardo. Ricordiamo che ha chiedere al nostro paese di muoversi in questo senso è stato il Fondo Monetario Internazionale, che ha acceso un riflettore sul debito mondiale. I numeri sono spaventosi: sarebbe stato toccato il picco record di 184mila miliardi di dollari nel 2017, pari al 225% del Pil globale. Ma attenzione, in stiamo parlando di numeri che riguardano l'intero pianeta. Una preoccupazione, però, è stata rivolta all'Italia:
In Italia, spread sovrani alti a lungo potrebbero pesare sulla crescita e sulle prospettive fiscali e bancarie mentre nuovo stress esercitato da un balzo dei costi per finanziarsi potrebbe intaccare altri Paesi nella regione. La ricchezza in Italia potrebbe essere tassata attraverso un’imposta di proprietà sulla prima casa.
In altre parole stiamo parlando di reintrodurre l'Imu sulla prima casa. anche se su questo punto arrivano i chiarimenti di Giorgio Spaziani Testa, presidente Confedilizia, che chiaricce:
se si leggono bene i documenti del Fmi, le loro carte parlano di un aumento di 8-9 miliardi di euro l’anno sulla prima casa. Si passerebbe cioè da 21 a 30 miliardi di euro l’anno di sole imposte patrimoniali sugli immobili. Il Fondo Monetario Internazionale dice che si può recuperare mezzo punto di Pil aggiungendo altre tasse, ripristinando la tassa sulla prima casa ma rendendola anche più gravosa di prima attraverso interventi sul catasto. In questo modo si verrebbe a raddoppiare la tassa sulla prima abitazione rispetto a com’era prima e si arriverebbe a 8-9 miliardi di ulteriore prelievo fiscale patrimoniale sugli immobili.