IMU e Patrimoniale: ritorna l'incubo targato Europa!

Tutto tace lato IMU prima casa e patrimoniale. E quando c'è silenzio non sempre sono buone notizie. Le richieste del Fondo Monetario Internazionale e dell'OCSE sono ancora senza risposta, e questo potrebbe far presagire che il governo a guida Draghi stia lavorando per trovare una soluzione. Ma sono forti anche le pressioni per una tassazione extra, una patrimoniale, sulle ricchezze più grandi. Ci aspetta un 2021 caldo, ma già in qualche città sono parte le prime cartelle sull'IMU.

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Tutto tace lato IMU prima casa e patrimoniale. E quando c'è silenzio non sempre sono buone notizie. Anzi la reazione è di spavento. Nelle scorse settimane il tam tam sul ritorno dell'IMU invocato da organismi internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) o l'OCSE, necessario per poter risanare i conti pubblici colati a picco per effetto della contrazione del PIL e l'aumento dell'indebitamento per finanziarie i vari decreti che si sono susseguiti da marzo del 2020, non è stato smentito. Nè sono state smentite voci su possibili ritorni di una patrimoniale, anche se provvisoria. Ci aspetta un 2021 caldo, ma già in qualche città sono parte le prime cartelle sull'IMU.

IMU: la pressione dell'Europa

L'economia italiana deve tornare a crescere, più di quanto faceva anche prima della pandemia da coronavirus. Ma non è sufficiente per poter sostenere gli interessi sul debito che è cresciuto solo nel mese di marzo di 37 miliardi, portandolo a 2.651 miliardi di euro.

Il Fondo Monetario Internazionale è stato netto e chiaro. Non si può pensare che l'incremento del PIL, previsto già nel 2021, possa essere sufficiente a sostenere gli interessi debitori. Si deve intervenire con una patrimoniale sulle ricchezze più cospicue, ma in via temporanea. La posizione del Fmi è quella di mettere tasse più alte sui ricchi e sui redditi alti con l'obiettivo di pagare i conti dell’emergenza economica innescata dalla pandemia da Covid-19. 

Fa eco alla posizione del FMI anche l'OCSE nel suo report Going for Growth 2021. L'OCSE chiede all'Italia di reintrodurre l'IMU sulla prima casa. Ma non solo, l'organizzazione per la cooperazione e sviluppo economico chiede di aggiornare i valori catastali di tutto il patrimonio immobiliare. Questo significa incrementare le rendite catastali che sono alla base del calcolo dell'IMU. 

Le risorse possono arrivare da un intervento sul patrimonio degli italiani: reintroduzione dell'IMU sulla prima casa, revisione degli estimi catastali e ripensamento della cedolare secca

Fin'ora l'IMU non è applicata sulle prime case. Tuttavia una patrimoniale sulla casa già esiste pechè colpisce le seconde case e gli altri immobili commerciali. 

IMU prima casa: preludio ad un prelievo più ampio

Tutta colpa della sentenza n. 4166  della Corte di Cassazione. E a Bologna nelle scorse settimane sono arrivate più di duemila cartelle esattoriali per il recupero dell’Imu prima casa. In base alla sentenza della Corte, se marito e moglie spostano la residenza ognuno rispettivamente nella propria abitazione di proprietà, non possono ar valere l'esenzione IMU sulla prima casa, in quanto nessuna delle due abitazioni è principale. In base a questo principio, il comune di Bologna ha avviato degli accertamenti ed ha iniziato ad inviare le cartelle esattoriali a partire dal mancato pagamento dell'IMU dal 2015 (per gli anni precedenti interviene la prescrizione dei cinque anni).

 

L’assessore al Bilancio Davide Conte spiega

sono 17mila i nuclei bolognesi con almeno due immobili in Comuni differenti. Di questi, poco piu di duemila hanno ‘spezzato’ il nucleo per godere del vantaggio fiscale. Non si tratta di furbetti, ma di una interpretazione della norma che è stata superata dalla Cassazione. C’era un’incertezza interpretativa, poi definita dagli ermellini.

Ai bolognesi che si sono visti arrivare la cartella sull'IMU in media il conto presentato dal comune di Bologna è di 1.500 euro a cartella per 5 anni. Un esborso di 7.500 euro che in periodi di crisi economica rappresenta una batosta sul portafoglio famigliare. 

Ma i cittadini sono in rivolta perchè in alcuni casi lo spostamento della residenza è dettato da esigenze lavorative e questo non dovrebbe permettere di far pagare una doppia IMU. 

IMU prima casa: scatteranno i controlli?

La sentenza del 2020 della Cassazione crea un precedente molto angosciante per gli italiani. Di fatto l'esenzione dal pagamento dell'IMU sugli immobili intestati ai coniugi che risiedono in due comuni diversi, potrebbe aprire un precedente dando a tutti i comuni italiani la motivazione per far partire una serie di controlli sulle "seconde case". Secondo la sentenza le singole abitazioni di proprietà dei coniugi non possono essere considerate entrambe abitazioni principale, in quanto questa è solo quella in cui convive l'intero nucleo famiglaire. L'intento è verificare se effettivamente non vi siano le condizioni per poter far valere lo status di abitazione principale.  Nel caso in cui l’amministrazione comunale riuscisse a dimostrare che non lo fosse, potrebbe richiedere gli omessi versamenti dell’Imu degli ultimi cinque anni.

Le esenzioni IMU per il 2021

Al fine di individuare quali sono le categorie di contribuenti italiani che risultano essere maggiormente a rischio di dover ritornare a pagare la tassa IMU sulla prima casa, occorre sottolineare i principali beneficiari dell’agevolazione.

Secondo quanto previsto da parte del decreto-legge del 2013, numero 102, rientrano nell’esenzione IMU durante l’anno 2021, tutti i cittadini italiani che risultano essere in possesso di un immobile compreso tra le seguenti tipologie:

  • immobili che costruiscono abitazione principale (ad eccezione di alcune  specifiche categorie);
  • alloggi sociali;
  • alloggi per studenti universitari;
  • immobili destinati al culto religioso;
  • terreni agricoli;
  • le pertinenze delle prime case;
  • alloggi di cooperative edilizie con proprietà indivisa; 
  • immobili posseduti da Stato, Regioni, Province o Comuni;
  • immobili relativi a enti senza scopo di lucro.

A questo proposito, si rimanda al decreto legge al fine di comprendere quali sono le eccezioni principali previste per ciascuna di queste categorie di immobili.

 

Patrimoniale: prelievo sui redditi altissimi

Non solo colpire i beni come le abitazioni ma anche i redditi. Così alcuni mesi fa, e al momento senza un seguito, i deputati Matteo Orfini (Partito Democratico) e Nicola Fratoianni (Leu) proponevano una nuova patrimoniale. Rispetto al 1992, non si va però incontro ad un prelievo forzoso indiscriminato, ma su una cerchia ristretta di persone con un patrimonio importante. Simile alla proposta del FMI.

Quella proposta rimodulava tuttavia l'imposizione sulla ricchezza introducendo un unico balzello sui patrimoni superiore a 500 mila euro. La proposta aboliva alcune tasse come l'IMU e l'imposta di bollo sui depositi titoli ed introduceva delle imposte uniche crescenti. Per ricchezze superiori a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro, un'aliquota dello 0,2%. Per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro. Fino a colpire gli immensi patrimoni di oltre 1 miliardo di euro, sui quali invece l'aliquota salirebbe al 3%. Interessati anche i patrimoni all'estero che producono redditi in Italia per i quali invece la proposta prevede una multa dal 3 al 15 percento in caso di mancata dichiarazione.

Maxi patrimoniale sulle pensioni d'oro

 

Non è la prima volta che sulle pensioni d'oro il legislatore interviene per poter recuperare risorse. La prima volta ci aveva provato nel 2011 con un prelievo dal 1° gennaio 2011 al 31 dicembre 2014 del 5% per la quota di pensione superiore a 90mila euro, del 10% per quella superiore a 150mila euro e del 15% per quella oltre la quota 200mila euro. Ma la Corte Costituzionale ritenne il provvedimento incostituzionale. Il principio sottolineato dalla Consulta è quello della uguaglianza a parità di reddito: non si può tassare solo una certa categoria di persone. 

Prendendo spunto dalle conclusioni della Consulta dal 2019, il legislatore ha nuovamente introdotto una patrimoniale sulle pensioni d'oro. per un periodo di 3 anni. Il prelievo è legittimo sulle pensioni sopra i 100.000 euro. E' questo il valore oltre il quale si applica il contributo di solidarietà, o patrimoniale, con diverse aliquote: 15 per cento per la parte eccedente 100mila euro fino a 130mila euro. Venticinque per cento per la parte eccedente 130mila euro fino a 200mila euro. Trenta per cento per la parte eccedente i 200mila euro fino a 350mila. Trentacinque per cento per la parte eccedente i 350mila euro fino a 500mila euro. Quaranta per cento per la parte eccedente i 500mila euro.

Patrimoniale sui ricchi: la posizione del FMI

Questa volta lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (FMI). Ci vuole un contributo da parte di chi è ricco ed ha redditi alti. In via temporanea per poter pagare i conti dell'emergenza economica conseguente all'emergenza sanitaria da Covid-19. Lo spettro della patrimoniale si fa realtà. Dopo anni, si ripresenta la paura che dalla sera alla mattina ci si ritrovi con un prelievo sul conto corrente, oppure un'aliquota aggiuntiva sui redditi più alti, oppure ancora un incremento della tassazione sul patrimonio come la casa o le ricchezze finanziarie?. Dobbiamo quindi aspettarci una vera patrimoniale? E a chi toccherà? La posizione del Fmi è quella di mettere tasse più alte sui ricchi e sui redditi alti con l'obiettivo di pagare i conti dell’emergenza economica innescata dalla pandemia da Covid-19.