Irpef: la riforma. Draghi regala 800 euro in busta paga

Grazie alla riforma Irpef i lavoratori riusciranno ad avere una busta paga più ricca e a ritrovarsi più soldi ogni mese. Il guadagno netto è di 800 euro. Ogni anno. È quanto dovrebbe rimanere nelle tasche dei lavoratori, stando alle prime stime rese pubbliche da Daniele Franco, Ministro dell'Economia.

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Grazie alla riforma Irpef i lavoratori riusciranno ad avere una busta paga più ricca e a ritrovarsi più soldi ogni mese. Il guadagno netto è di 800 euro. Ogni anno. È quanto dovrebbe rimanere nelle tasche dei lavoratori, stando alle prime stime rese pubbliche da Daniele Franco, Ministro dell'Economia.

Il Governo ha a disposizione qualcosa come 8 miliardi di euro per ridurre le tasse. La maggior parte di queste risorse sarà utilizzato per l'Irpef e per rimodulare le aliquote e gli scaglioni, che dovrebbero passare da quattro a cinque. Questo porterà a rimodulare i costi delle tasse sulla busta paga, che diventerà più ricca.

Irpef, una tassa che cambia volto!

L'Irpef è destinata a cambiare volto completamente, ormai ne siamo sicuri. Governo e partiti stanno ancora discutendo su come andare a modificare questa imposta: tra le ipotesi che stanno circolando c'è quella di mettere mano alle quattro aliquote, che vanno dal 23% per i redditi che arrivano fino a 15.000 euro al 43% di quella che tocca i 55.000 euro. Nel mezzo c'è anche la fascia compresa tra i 15.000 ed i 35.000 euro che hanno un'aliquota del 25% e quella che coinvolge i lavoratori con un reddito compreso tra i 35.000 ed i 55.000 euro ogni anno, che subiscono una tassazione del 34%. Secondo le prime indiscrezioni potrebbe arrivare un taglio di due punti percentuali, che potrebbe coinvolgere l'aliquota del 27%. Più corposo potrebbe essere il taglio dell'aliquota del 38%, alla quale potrebbero essere tolti quattro punti percentuali e che potrebbe portare ai lavoratori un guadagno di 800 euro direttamente in busta paga.

Queste belle sforbiciate, che starebbe subendo l'Irpef, hanno un costo complessivo di 6 miliardi di euro per l'Erario. I rimanenti due miliardi, che il Governo guidato da Mario Draghi intende utilizzare per la riforma fiscale, non sarebbero sufficienti per tagliare anche l'Irap, che potrebbe portare un po' di sollievo alle imprese. Su questo punto, secondo il Corriere della Sera, non rimarrebbe che cancellare questa tassazione per tutte le imprese, escludendo quelle di capitali. In alternativa si potrebbe optare per una maxi deduzione dell'Irap dall'Irpef per le piccole aziende.

Più soldi in busta paga!

I soldi stanziati per la riforma fiscale sarebbero un po' pochi. Confindustria ritiene che 8 miliardi di euro non siano sufficienti, ne servirebbero almeno 13, almeno secondo il presidente dell'associazione Carlo Bonomi. I sindacati starebbero spingendo perché il taglio dell'Irpef favorisca maggiormente i lavoratori in busta paga ed i pensionati. Gianna Fracassi, vicesegretaria della Cgil, ha spiegato che la legge di Bilancio contiene già moltissime misure a favore delle imprese.

L'Irap dovrebbe essere azzerata per i gli autonomi ed i titolari di partita Iva: questo è il pensiero della Lega, che nel corso dell'incontro con il ministro Daniele Franco è arrivata a chiedere che sia cancellata l'Iva per i generi di prima necessità. Il problema che questa operazione verrebbe a costare tre miliardi di euro, una cifra troppo alta per ritenere che sia fattibile. Il Carroccio avrebbe anche chiesto che sia estesa la flat tax al 15% anche ai titolari di partita Iva con un reddito fino a 100.000 euro l'anno e utilizzare le risorse rimanenti per abbassare l'Irpef. Il Partito Democratico e Leu ritengono che i 6 miliardi di euro che sono stati stanziati per il cuneo fiscale e per le imprese non siano sufficienti. Il Movimento 5 Stelle punterebbe alla flat tax sui lavoratori autonomi, con uno scivolo di due anni per chi esce dal regime forfettario e supera i 65.000 euro di reddito.

Il Presidente della Corte dei Conti ha ricordato:

Relativamente all’Irpef, l’obiettivo originario di una tassazione applicata al complesso dei redditi personali fu disatteso, dato che alcuni redditi furono da subito esclusi dalla progressività. Ma piuttosto che porre rimedio a questa iniziale debolezza, il tempo ne ha accentuato la tendenza, attraverso la proliferazione di trattamenti tributari differenziati per diverse categorie di reddito.

Luigi Marattin, presidente della commissione finanze della Camera, ha spiegato che

non è stata una cosa unilaterale, stiamo lavorando, ci hanno presentato ipotesi e abbiamo discusso, abbiamo ragionato. Abbiamo delle ipotesi in mano, secondo il mio parere abbastanza buone. Sarà un percorso non banale.

Irpef: come funziona la tassazione oggi!

Proviamo a fare un piccolo schema e a vedere come funziona la tassazione oggi come oggi, direttamente in busta paga. I contribuenti che abbiano:

  • un reddito compreso tra 0 e 15.000 euro: l'aliquota è pari al 23%. Nel caso in cui il reddito sia pari a 15.000 euro il contribuente dovrà pagare 3.450 euro di imposte. Sotto gli 8.174,00 nulla è dovuto;
  • reddito compreso tra 15.001 e 28.000 euro, l'aliquota è pari al 27%;
  • reddito compreso tra 28.001 e 55.000 euro, l'aliquota è pari al 38%;
  • reddito compreso tra 55.001 e 75.000 euro, l'aliquota è pari al 41%;
  • reddito oltre i 75.000 euro l'aliquota applicata è pari al 43%.