IRPEF, chi paga di più in Italia: dipendenti o partite Iva?

L'Irpef è una delle principali tasse in Italia applicata sul reddito. Vediamo chi deve pagarla e chi effettivamente paga di più in Italia.

La complessità del sistema fiscale italiano può portare a qualche confusione a proposito del pagamento delle imposte, in particolare per quanto riguarda i soggetti obbligati a versarle, le scadenze e le modalità di versamento.

Una delle principali tasse applicate sui guadagni degli italiani è l’IRPEF, l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche: la pagano i lavoratori dipendenti, i pensionati, ma anche i lavoratori autonomi, in determinati casi.

Secondo la credenza comune, a pagare di più sarebbero i lavoratori dipendenti e i pensionati, tuttavia va tenuto conto che anche una vasta platea di contribuenti in Italia lavora con una Partita Iva, in autonomia. Vediamo cosa cambia nel pagamento delle imposte e chi paga di più.

IRPEF, chi la paga in Italia

A pagare questa tassa quindi in Italia sono principalmente le seguenti categorie di contribuenti:

  • lavoratori dipendenti: pagano l’imposta tramite il proprio sostituto di imposta, ovvero il datore di lavoro che versa le tasse periodicamente al fisco. A questi versamenti si affiancano quelli dei contributi, e si può verificare tutto leggendo la busta paga;

  • pensionati: anche chi riceve una pensiona versa periodicamente le tasse sui redditi percepiti, e a occuparsene è l’INPS, in quanto sostituto di imposta. Esiste anche la possibilità che i pensionati siano ex lavoratori autonomi, e per cui sia presente una cassa professionale specifica;

  • lavoratori autonomi: in questo caso, in base al regime fiscale specifico, può essere applicata o meno la tassazione Irpef. Gli autonomi possono provvedere al pagamento tramite il supporto di un commercialista, tuttavia non hanno un datore di lavoro come i dipendenti che versa automaticamente tali importi.

Tra i lavoratori autonomi con una Partita Iva, vi sono anche gli imprenditori, che allo stesso modo versano l’IRPEF allo stato, se rientrano in determinate categorie di impresa, insieme ad altre tasse in base al tipo di impresa. (Alcuni esempi sono l’IRAP e l’IRES).

Va evidenziato che nel caso dei lavoratori autonomi, non tutti sono obbligati al versamento di questa tassa. Negli ultimi anni è aumentato il numero di freelance che utilizzano una Partita Iva con regime fiscale forfettario.

In questi casi non va pagata, ma si applica un’imposta sostitutiva, del 5% o del 15% in base al periodo di tempo da cui è stata avviata l’attività. In sostanza, questi lavoratori autonomi sono esclusi dall’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche.

Chi lavora invece con regime fiscale ordinario deve pagare periodicamente questa imposta, in base alle aliquote attualmente in vigore, calcolate sul ricavo complessivo annuo.

IRPEF, chi paga di più

Se ci si chiede chi paga di più, spesso il parere comune individua nei lavoratori dipendenti e nei pensionati le categorie che più di tutte provvedono al suo versamento, tuttavia non è così.

Anche molti lavoratori autonomi provvedono a questo versamento. A precisare questo punto recentemente è stata la CGA di Mestre, ritenendo che l’affermazione che ritiene che a pagare siano maggiormente dipendenti e pensionati sia:

“Del tutto fuorviante, perché sottende che in Italia a versare la quasi totalità dell’Irpef sarebbero solo due categorie di contribuenti.”

I dati infatti indicano che in percentuale l’84% di questa tassa sia complessivamente versata da lavoratori dipendenti e pensionati, ma questo dato deve tenere conto anche del fatto che in Italia queste due categorie ricoprono l’89% del totale dei contribuenti soggetti a questa tassa.

Anche se spesso si tende ad escludere i lavoratori autonomi quando si parla di IRPEF, anche questa categoria provvede periodicamente a versare questa tassa.

Contrariamente a ciò che si può immaginare, mediamente i lavoratori autonomi (si parla di lavoratori con regime fiscale ordinario) pagano una cifra superiore di IRPEF ogni anno rispetto alle altre categorie.

Il MEF aveva anche specificato in un’analisi dei dati 2019 su questa imposta che comparare le diverse categorie non è di fatto possibile, perché:

“Si sottolinea che il confronto tra le differenti categorie reddituali deve tener conto sia delle diverse norme fiscali per la loro determinazione sia delle singole peculiarità. In particolare, non è possibile dai dati pubblicati comparare il reddito degli imprenditori con quello dei “propri dipendenti”.”

Nella pratica, l’IRPEF non è l’unica tassa a cui guardare quando si parla di imposte che le diverse categorie versano allo stato.

Per ciò che riguarda invece il fattore dell’evasione fiscale, gli ultimi dati comunicano che c’è stato un recupero da questo punto di vista, di almeno 20 miliardi di euro nel 2022, segno che i controlli stanno diventando più efficaci e si prospetta un miglioramento.

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
765FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate