Trappola Irpef: Draghi aumenta IMU e l'IVA! Ecco quando

Giugno è appena iniziato e l'aria è già torrida per l'arrivo di aria calda. E l'estate si preannuncia calda, almeno dal punto di vista politico. Sul tavolo due riforme importanti che sono state inserite anche nel PNRR. La riforma delle pensioni e la riforma fiscale. L'idea è quella di abbassare l'Irpef ed aumentare l'IVA e l'IMU. Come del resto lo chiede anche l'Europa.

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Giugno è appena iniziato e l'aria è già torrida. E l'estate si preannuncia calda, almeno dal punto di vista politico. Sul tavolo due riforme importanti che sono state inserite anche nel PNRR. La riforma delle pensioni, che dopo Quota 100 non ha ancora un successore, e la riforma fiscale che dovrà arrivare come legge delega del Governo almeno entro luglio. Sulla riforma delle pensioni c'è dibattito ma sembra iniziare a prevalere un'idea su Quota 41, anche se i sindacati chiedono flessibilità proponendo 62 anni per la pensione di vecchiaia. Sul lato tasse, l'idea è quella di abbassare l'Irpef ed aumentare l'IVA e l'IMU. Come del resto lo chiedono anche l'Europa e la Corte dei Conti.

Riduzione dell'Irpef per tutti: sarà una trappola?

Appare evidente che per stimolare l'economia bisogna lasciare più soldi nelle tasche degli italiani. Almeno questa la prospettiva di Silvio Berlusconi che in un intervista apparsa su Il Giornale illustra il programma di riforma fiscale di Forza Italia

nei giorni scorsi abbiamo presentato un grande progetto di riforma fiscale, perché se l'Italia esce dall'emergenza sanitaria grazie ai vaccini, non esce dall'emergenza economica se non ripartono l'occupazione e i consumi e se le aziende non tornano a fare utili. Tutto questo non accadrá mai se il 60% della ricchezza prodotta viene incamerato dallo Stato con le tasse. Siamo consapevoli del fatto che con questo governo non potremo realizzare per intero la riforma fiscale che noi vorremmo, con la flat tax ad un'aliquota molto bassa. Però rilanceremo con forza la battaglia sulle tasse anche raccogliendo le firme nei gazebo in tutt'Italia per la nostra proposta di riforma fiscale.

La proposta, ponte, visto che il leader di Forza Italia, come il suo alleato Matteo Salvini, desidera una flat tax, è un ibrido con un allargamento della platea degli esenti tasse ed un abbassamento delle aliquote per gli scaglioni di reddito successivi. Berlusconi continua

è una proposta che tiene conto delle condizioni di fattibilità immediata, nel quadro politico di oggi, non è il nostro obbiettivo finale. Parte dal presupposto che prima di pensare a come ridistribuire la ricchezza, bisogna crearla. Dunque dobbiamo lasciare più denaro possibile nelle tasche di cittadini e imprese. Per questo proponiamo una no tax area fino a 12.000 euro di reddito, una tassazione al 15% fino a 25.000 euro, al 23% fino a 65.000 e al 33% oltre i 65.000. In concreto, per fare degli esempi, chi guadagna 15.000 euro l'anno avrà a disposizione ogni mese 100 euro in più, chi ne guadagna 30.000 avrà ogni mese 235 euro in più, chi ne guadagna 45.000 avrà ogni mese 422 euro in più. Chiediamo inoltre un vero anno bianco fiscale, bloccando le cartelle esattoriali fino alla fine del 2021 e una chiusura realistica del contenzioso pregresso, senza svenare i cittadini in difficoltà. Infine rimangono nei nostri programmi l'abolizione totale dell'Irap e l'estensione della cedolare secca sugli immobili.

Verso l'aumento dell'IMU: per ridurre l'Irpef

Entro luglio deve essere presentata la legge delega con cui dare attuazione alla riforma fiscale. Lo chiede in modo incessante anche l'Europa verso la quale l'Italia si è impegnata a realizzarla al fine di ricevere i soldi del Recovery Plan. 

Per la Commissione Europea l’IVA, imposta sul valore aggiunto, e l’IMU, l’imposta municipale unica, sono “sottoutilizzate”: si legge così nelle raccomandazioni ufficiali riguardo la riforma del Fisco italiano.

La riforma fiscale in Italia deve prendere in considerazione

riforme strutturali che aiuteranno il reperimento di risorse per le priorità delle politiche pubbliche e contribuiranno alla sostenibilità di lungo termine delle pubbliche finanze, anche con il rafforzamento di copertura, adeguatezza e sostenibilità del sistema universale di protezione sociale e sanitaria.

Per non arrecare danno alla crescita, l'Europa consiglia di intervenire su IMU e IVA. Intervenire sull'Imposta Municipale Unica ci ha ben pensato l'UE che ha richiesto la variazione degli estimi catastali, con la relativa rivalutazione del valore di rendita degli stessi. Questo in parole povere significa aumentare la base di calcolo dell'IMU. Ma fin qui solo teoria. Al momento l'azione del governo si muove scontando il pagamento dell'IMU dovuto a giugno, così come conferma la lista dei soggetti beneficiari dell'esenzione. Ma potrebbe essere solo l'ultima mossa del governo Draghi pronto a dar voce alle richieste dell'Europa in nome del Recovery Plan.

L'Europa chiede l'aumento dell'IVA per abbassare l'Irpef

L'Europa chiede una riforma del fisco e lo fa anche dando dei consigli. Intervenire sull'IVA per ridurre l'Irpef oltre ad aumentare l'IMU. 

Non è solo l'Unione Europea a chiederlo ma anche la Corte dei Conti che nel Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica pubblicato il 28 maggio sottolinei come l’IRPEF abbia perso le caratteristiche di imposta onnicomprensiva personale e progressiva:

sarà dunque necessario guardare all’efficienza e all’equità del sistema tributario nel suo complesso, ipotizzando varie forme di ricomposizione del contributo dei prelievi diretti e indiretti alla copertura del bilancio, tra le quali adeguata attenzione potrebbe essere riservata ad un parziale spostamento del prelievo dall’Irpef all’Iva.

Verso l'aumento dell'IVA: ecco come sarà

Lasciare più soldi nelle tasche dei lavoratori per poi consentire loro di spendere. Ma se poi le altre tasse  aumentano ci sarà un reale vantagggio? Il concetto è semplice, ovvero spostare le esigenze di prelievo dall’IRPEF all’IVA, ma le conseguenze e le implicazioni sono complesse. Ricordiamo che attualmente l’IVA ha 4 aliquote:

  • 4% per alimentari, bevande e prodotti agricoli;
  • 5% per alcuni alimenti;
  • 10% per esempio per la fornitura di energia elettrica e del gas per usi domestici, i medicinali, gli interventi di recupero del patrimonio edilizio per specifici beni e servizi;
  • 22% aliquota ordinaria.

Nel Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica pubblicato il 28 maggio la Corte dei Cnti sottolinea:

sarà dunque necessario guardare all’efficienza e all’equità del sistema tributario nel suo complesso, ipotizzando varie forme di ricomposizione del contributo dei prelievi diretti e indiretti alla copertura del bilancio, tra le quali adeguata attenzione potrebbe essere riservata ad un parziale spostamento del prelievo dall’Irpef all’Iva.

In soldoni, spostare la tassazione dall'Irpef all'IVA, in questo modo

accorparndo quelle del 4 e del 10% in una nuova che potrebbe essere al 7,5%. Per aumentare, invece, l'entità del gettito sarebbe sufficiente aumentare l'aliquota del 22% di un punto percentuale, portandola al 23%.

Ma ricordiamo che l'IVA alla fine ricade sui consumatori che si troverebbero a pagare i beni e servizi più cari. Allora il maggior reddito netto potrebbe essere "mangiato" dall'aumento dell'IVA?

Partita IVA: le proposte sul pagamento delle tasse

Secondo la CGIA di Mestre il contrasto all'evasione fiscale è una lotta prioritaria. Più volte è stato scritto e detto che il vero problema per la riforma fiscale è trovare le risorse. Come del resto per ogni riforma che si voglia attuare. Ma perchè non ci sono le risorse sufficienti? Perchè quando si mette mano ad un sistema la coperta è sempre corta? Come sottolinea la CGIA di Mestre, ma più volte anche la Corte dei Conti, la vera criticità è tutta nell'evasione fiscale. Ogni anno gli evasori sottraggono al fisco quasi 110 miliardi di euro. Solo meno del 20% si riesce a recuperare grazie anche alla mole di dati incrociati presenti nei vari sistemi tributari. Ma non è sufficiente. Oltre l''80% di chi non paga le tasse è sconosciuto oppure non è facile individuarli.

Una riforma fiscale serve anche a poter mettere nelle condizioni che tutti devono pagare, secondo il principio di progressione e proporzionalità. Ossia chi guadagna di più deve pagare di più in proporzione a chi guadagna meno. Ma deve pagare in base a quanto effettivamente guadagna. Da qui la proposta per le partite IVA di togliere acconti e saldi. Le imprese, i lavoratori autonomi con partita iva devono pagare le tasse solo su quanto hanno effettivamente incassato. Le conseguenze possibili di questo sistema è quello che l'impresa non deve basare il pagamento delle tasse su una presunzione di guadagno, che ricordiamo si basa su coefficienti e statistiche predisposte dall'Agenzia delle Entrate, e poi attendere il rimborso su quanto versato in più. Proprio questa attesa a volte genera il mancato pagamento delle tasse e dunque dell'evasione. Insomma, un'operazione trasparenza di cui ne beneficierebbe l'intero sistema fiscale.

Patrimoniale sulle casa: la proposta di Letta

La proposta di Enrico Letta ha mandato pacatamente in furia il premier Mario Darghi che ha seccamente detto no all'idea di mettere una tassa sui patrimoni ricchi per finanziarie i giovani. Una sorta di patrimoniale temporanea sulle successioni sopra il milione di euro, così da riconoscere un bonus di 10.000 euro ai 18enni. Se da un lato è vero che la pandemia ha acuito le distanze sociali, per Draghi non è tramite la patrimoniale che si può colmare la distanza. E soprattutto non è il tempo di chiedere soldi, anche se si tratta di persone ricche.