La pensione: quota 102 in arrivo

Una nuova Riforma della pensione è in arrivo per il 2022, nel frattempo ci sarà il passaggio dalla quota 100 alla nuova quota cosiddetta quota 102 che farà da ponte fra le due. Intanto per capire meglio il contesto, facciamo un excursus sulle possibilità che i cittadini hanno di andare in pensione oggi e come funzionano i sistemi di calcolo pensionistico di ieri e di oggi e chissà che forse non torneranno ad essere in auge domani.

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Quello del sistema pensionistico è un tema molto battuto in tutta Europa ma per noi italiani ha assunto nel corso della storia e assume tutt'ora un'importanza notevole. In Italia si tiene molto alla pensione e ogni qual volta si parla di riforme si storce sempre il naso.

La pensione: in continua evoluzione

Ad oggi, il sistema pensionistico in vigora è la Quota cento. Ma sono stati innumerevoli i sistemi adottati e le logiche che hanno spinto ad adottare sempre nuovi metodi di calcolo. Il mondo del lavoro di oggi infatti sta spingendo verso nuove idee e assetti di sistemi pensionistici innovativi che tengano conto del nuovo modo di essere del mercato del lavoro e di differenziare i diversi tipi di lavoro attribuendoli a diversi calcoli contributivi. 

La pensione: cos'è il sistema pensionistico e come funziona?

il blog universitario Unicusano.it ci aiuta a dare una definizione didattica del sistema pensionistico:

"tratta di è un meccanismo di redistribuzione di risorse dalla popolazione attiva (i contribuenti) ai cittadini che non lavorano più"

I motivi per i quali questi cittadini hanno smesso di lavorare sono diversi. Innanzi tutto c'è la questione

  • - anagrafica, quindi tutti i cittadini che hanno raggiunto l'età pensionabile e che quindi percepiscono la pensione di  anzianità. 
  • - invalidità, si trovano in condizioni (non volute ) psicofisiche tali da non poter più partecipare alla vita lavorativa, lo Stato dunque per sopperire a questo stato di invalidità e quindi di impossibilità eroga una pensione di invalidità.
  • - assistenziale, destinata a persone che non hanno un reddito o non sono in grado di lavorare, percependo una pensione assistenziale. 

La pensione: INPS

In Italia l'ente che si occupa dell'erogazione della pensione è l'INPS. Il sito stesso dell'INPS così si descrive:

"Nato oltre centoventi anni fa allo scopo di garantire i lavoratori dai rischi di invalidità e vecchiaia, l’Inps ha assunto nel tempo un ruolo di crescente importanza, fino a diventare il pilastro del sistema nazionale di protezione sociale."

Inizialmente nasce come assicurazione volontaria sotto il nome di "Cassa Nazionale di previdenza per l'invalidità e per la vecchiaia degli operai" e il diritto all'erogazione dei contributi accumulati e quindi alla rendita arriva con il raggiungimento dei 60 anni d'età. Nel corso degli anni tale assicurazione diventa obbligatoria trasformandosi sempre più, anno dopo anno, in quello che no oggi chiamiamo INPS ( Istituto Nazionale Previdenza Sociale ).

Negli ultimi tempi le pensioni hanno subito numerose modifiche, hanno sempre più tenuto conto dei diversi tipi di lavoratori (lavoratori pubblici, lavoratori che svolgono mansioni usuranti, liberi professionisti, etc..) e tali distinzioni necessitavano di diversi calcoli e diversi approcci. 

La pensione: diversi tipi di contribuzione.

La pensione come abbiamo già visto non viene erogata solo ed esclusivamente al termine degli anni contributivi obbligatori. Esistono diversi tipi di pensione a seconda delle necessità del singolo cittadino: ci sono le pensioni di invalidità, pensioni assistenziali, diversi tipi di sussidi e cosi via. Ma anche diversi tipi di calcolo. Vediamo come funzionano e quali sono.

La pensione: sistema contributivo

Sempre il sito dell'INPS, la fonte più attendibile e sicura per spiegare il funzionamento della macchina pensionistica, viene spiegato così il sistema contributivo:

"Secondo questo sistema, l’ammontare della pensione è definito in base ai contributi versati, seguendo il principio “più versi, più avrai”. 

Quindi l'ammontare della pensione viene determinato dal totale dei contributi accumulati e rivalutati durante tutta la vita lavorativa. Questa somma viene poi convertita in pensione utilizzando un coefficiente di trasformazione, coefficiente che cambia in relazione all’età del lavoratore al momento del pensionamento. 

"Più elevata è l’età, più alta sarà la pensione."

Il calcolo pensionistico di tipo contributivo è stato esteso a tutti i tipi di lavoratori con la riforma pensionistica del 2011.

La pensione: sistema retributivo

Il sistema retributivo è un sistema che come dice la parola stessa, si basa sulle retribuzioni percepite durante la vita lavorativa. La pensione quindi 

"è determinata prendendo come riferimento le retribuzioni che l'interessato ha percepito lungo un periodo di tempo immediatamente precedente l'accesso alla pensione. La prestazione finale è calcolata come somma di diverse quote"

Queste quote di cui si parla sono due: la quota A ( calcolata sulle anzianità maturate al 31/12/1992 si basa sulla media degli ultimi 5 anni delle retribuzioni utili percepite ) e la quota B ( è determinata sulle anzianità contributive dal 1° Gennaio 1993 fino al 31 dicembre 1995 o al 31 dicembre 2011 si basa sulla media degli ultimi 10 anni delle retribuzioni utili percepite dall'interessato se lavoratore dipendente ).

È un tipo di pensione molto costoso per lo stato perché il calcolo non tiene conto dell'ammontare dei contributi ma solo delle retribuzioni, è stato infatti abolito per tutti i lavoratori a partire dal 1° Gennaio 2012 tramite la Legge Fornero. 

La pensione: sistema misto. 

È un sistema che appunto miscela i due sistemi cioè quello retributivo e quello e contributivo. 

La pensione: diversi tipi di pensione

Ne vediamo alcune attraverso il sito leggioggi.it:

  • - Pensione anticipata: viene erogata al raggiungimento del semplice requisito degli anni contributivi senza che incida l'età anagrafica del lavoratore;
  • - Pensione lavoratori precoci e : i primi sono coloro che hanno cominciato a lavorare a 18 anni e quindi al raggiungimento dei 41 anni d'età avessero già versato 12 mesi di lavoro prima del compimento del 19esimo anno. Inoltre devono necessariamente appartenere a delle categorie specifiche che meritano particolare tutela
  • - Pensione lavoratori attività gravose ed usuranti: per essere definite tali le attività devono essere contenute all'interno dell’elenco aggiornato e dettagliato delle attività gravose. I lavoratori di tali categorie potranno andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.

Una novità è data dalla nascita di due nuove forme pensionistiche: 

  • - Ape sociale (Anticipo pensionistico sociale), è un sussidio per particolari lavoratori meritevoli di tutela che viene erogato fino al raggiungimento dell'età pensionabile. 
  • - Pensione donna: un'accorgimento maggiore per la donna lavoratrice, sia dipendente che libera professionista, che può andare in pensione al compimento dei 58 anni avendo alle spalle maturato almeno 35 anni di contributi.

La pensione: quota cento (100)

Ma veniamo all'oggi. Dopo aver dato una breve descrizione dei sistemi contributivi usati negli ultimi decenni ora siamo giunti all'ultimo metodo ideato per le pensioni dei giorni nostri: Quota cento. È un sistema che è stato creato in contrasto alla già citata Riforma Fornero e fa parte della famosa Legge di Bilancio 2019 di cui fanno parte numerosissime riforme atte a contrastare gli sprechi ed elevare i risparmi. Possiamo così definire quota cento:

"È una riforma che consente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per tutti coloro che vantano almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni, senza penalizzazioni sull’assegno". 

È un tipo di pensione "sperimentale": è valida infatti fino a dicembre 2021 e verrà sostituita da un metodo provvisorio detto "ponte" fino al 2022 quando dovrebbe ( si auspica) essere pronta la riforma delle pensioni vera e propria nel 2022.

Questo metodo provvisorio è chiamato Quota centodue (102).

Tutto ciò con il parare contrario del partito della Lega che invece aveva fatto della riforma pensionistica con quota cento il suo cavallo di battaglia. In questo video di Fanpage viene spiegato in modo semplice il funzionamento di Quota 100.

 

La pensione: quota centodue (102) cos'è?

"La Quota 102 consentirebbe di ritirarsi con 64 anni di età e 38 anni di contributi, con o senza una penalizzazione sull’assegno" 

Quindi dopo la fine dell'esperimento quota cento con la possibilità di pensionamento anticipato, il sito Pmi.it ci spiega come si ritorna al calcolo a scaglioni, con il pensionamento a imposto 

"ad un minimo di 67 anni di età per la pensione di vecchiaia e ad almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (uno in meno per le donne) per quella anticipata."

La pensione: quota centodue (102) la conferma

Proprio l'8 settembre è arrivata la conferma: 

"il ministro Franco conferma l’addio a Quota 100 da fine anno"

Ce lo racconta in un suo articolo tg24.sky.it che ci fa però sapere che il ministro Franco ha dato notizia anche di un altro cambiamento, quello relativo ai requisiti di pensionamento. Non è chiaro però ancora quali saranno, ciò che è certo è che ci saranno delle modifiche. Inoltre il ministro afferma:

“Sono fiducioso che l’esecutivo troverà una soluzione equilibrata nella prossima legge di bilancio”.

Adesso quindi non ci resta che aspettare e capire come si evolverà la situazione. Sicuramente non mancheranno le sorprese con queste saranno in arrivo le polemiche: come per tanti argomenti e settori fortemente influenzati dalla politica, anche per quanto riguarda le pensioni ci sono tante correnti di pensiero. Anche

l'economia non è una scienza esatta ma bensì una scienza sociale fatta di comportamenti umani e i cui risultati dipendono da questi.  

La pensione: e per i disoccupati?

Anche per queste categorie lo Stato ha previsto dei bonus e degli aiuti. I disoccupati sono infatti compresi all'interno dei numerosi calcoli di bilancio. Leggioggi.it ci fornisce alcune delle misure di sostegno al reddito erogate dall’INPS per queste categorie. In primis vediamo quelle rivolte a coloro che il reddito e quindi il lavoro lo hanno perduto a causa ad esempio di licenziamenti:

parliamo della NASPI per i lavoratori subordinati e del DIS-COLL (collaboratori iscritti alla Gestione separata),e poi ci sono le soluzioni rivolte a coloro che il lavoro proprio non lo hanno e parliamo di reddito di cittadinanza e reddito di emergenza.