Modello F24 IMU 2023: come si compila e quali codici tributo usare

L'IMU ogni anno si paga in un primo acconto e in un saldo successivo: ecco come si compila il modello F24 IMU 2023.

L’IMU, o Imposta Municipale Unica, è una tassa che va pagata in base alle proprietà immobiliari possedute, ad esclusione della prima casa, ovvero quella in cui si vive stabilmente.

Per provvedere al pagamento dell’imposta, ogni anno si versano due quote distinte, ovvero l’acconto, con scadenza entro il 16 giugno, e il saldo, con scadenza alla fine dell’anno.

Per provvedere al pagamento correttamente, si deve utilizzare un modello F24 per l’IMU, inserendo alcune informazioni come il codice del Comune a cui si sta versando l’imposta. Vediamo tutti i passaggi e quali codici tributo utilizzare.

Modello F24 per il pagamento dell’IMU

Per effettuare il pagamento dell’IMU si usa il modello F24, lo stesso documento con cui si vanno a pagare anche altre imposte allo stato e al fisco. Trattandosi di un’imposta da versare al Comune, è necessario avere a disposizione il codice specifico del Comune a cui si procede al pagamento.

Come anticipato, questa tassa si paga in due quote annuali, per cui per quest’anno sono presenti le seguenti scadenze:

  • acconto: entro il 16 giugno 2023;

  • saldo: entro il 31 dicembre 2023.

Il Comune fornisce al contribuente tutte le informazioni per il pagamento, come la cifra a cui fare riferimento, che deriva da un calcolo effettuato in base alla rendita catastale e l’aliquota stabilita dal Comune di riferimento.

Il Modello F24 si utilizza per provvedere al pagamento, e vanno inseriti dati specifici come: le informazioni sul soggetto che sta pagando, il codice del Comune specifico, l’indicazione sul tipo di pagamento (acconto o saldo), il numero di immobili, il codice tributo, l’esenzione per abitazione principale, l’anno di pagamento, le somme da versare.

I codici tributo da inserire fanno riferimento al tipo di pagamento che viene effettuato, ovvero all’immobile su cui viene pagata l’imposta.

Codici tributo IMU 2023 da inserire nel Modello F24

I codici tributo da inserire sul Modello F24 per pagare l’IMU nel 2023 sono i seguenti, indicati anche dall’Agenzia delle Entrate:

  • Codice tributo 3912: imposta municipale propria su abitazione principale e relative pertinenze – articolo 13, c. 7, d.l. 201/2011 – comune;

  • Codice tributo 3913: imposta municipale propria per fabbricati rurali ad uso strumentale – comune;

  • Codice tributo 3914: imposta municipale propria per i terreni – comune;

  • Codice tributo 3915: imposta municipale propria per i terreni – stato;

  • Codice tributo 3916: imposta municipale propria per le aree fabbricabili – comune;

  • Codice tributo 3917: imposta municipale propria per le aree fabbricabili – stato;

  • Codice tributo 3918: imposta municipale propria per gli altri fabbricati – comune;

  • Codice tributo 3919: imposta municipale propria per gli altri fabbricati – stato;

  • Codice tributo 3923: imposta municipale propria – interessi da accertamento – comune;

  • Codice tributo 3924: imposta municipale propria – sanzioni da accertamento – comune;

  • Codice tributo 3925: imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale d – stato;

  • Codice tributo 3930: imposta municipale propria per gli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale d – incremento comune.

Questi codici tributo vanno inseriti nel Modello F24 per provvedere al pagamento dell’acconto e del saldo 2023, attraverso la sezione “Imu e altri tributi locali”.

Quando non si paga l’IMU

Attualmente in Italia non è previsto il pagamento dell’imposta sulle prime case, ovvero sulle abitazioni in cui si risiede stabilmente. Tuttavia esistono anche altri casi di esonero da questa tassa, e alcuni sono stati introdotti piuttosto di recente.

Un esempio è quello degli immobili occupati abusivamente: su queste abitazioni non è previsto il pagamento dell’IMU, tuttavia va dimostrato che la casa sia effettivamente occupata.

Sono esonerati dal pagamento i proprietari di case occupate abusivamente che hanno presentato una regolare denuncia all’autorità giudiziaria.

Questa novità è stata introdotta a seguito del periodo di pandemia, quando molte case sono state occupate abusivamente e le associazioni di proprietari hanno iniziato a presentare il problema chiedendo un supporto al governo.

Tuttavia questo non è l’unico caso di esenzione, perché anche per le zone che sono state al centro di eventi naturali calamitosi viene previsto un esonero al pagamento dell’imposta.

Si parla quindi di territori dell’Emilia-Romagna, del Veneto e della Lombardia, che accedono ad una particolare esenzione. Per conoscere le informazioni specifiche sulla tassa nel proprio comune, è consigliato informarsi sui siti ufficiali o presso gli uffici degli stessi.

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