Mutuo cointestato, chi scarica gli interessi? Ecco a cosa fare attenzione

In caso di mutuo cointestato, chi scarica gli interessi con la dichiarazione dei redditi? Vediamo quali sono le regole.

Tra le diverse spese che è possibile portare in detrazione con la dichiarazione dei redditi, ci sono anche quelle relative agli interessi sul mutuo, per l’acquisto della prima casa.

In breve, chi apre un mutuo con una banca per comprare una casa in cui vi abita in modo stabile, può poi dichiarare queste spese per ottenere un’agevolazione sull’IRPEF pagata ogni anno allo stato.

Talvolta il mutuo però risulta essere cointestato tra più persone: cosa succede in questi casi? Chi può effettivamente beneficiare della detrazione e come si applica? Vediamo i dettagli nell’articolo.

Mutuo cointestato: la detrazione sugli interessi

Aprendo un mutuo, le spese ad esso correlate sono di diverso tipo: oltre alla rata mensile da versare alla banca, vi sono anche le imposte allo stato, gli interessi, ma anche eventuali spese di perizia, oltre alle spese del notaio.

Anche se nel complesso non è possibile portare in detrazione fiscale tutti questi costi, si può tuttavia presentare la documentazione del mutuo sulla prima casa insieme alla dichiarazione dei redditi, per ottenere una detrazione su alcune spese.

L’agevolazione prevede infatti una detrazione del 19% sulle spese per gli interessi passivi e gli oneri accessori. La norma prevede una soglia massima su cui si applicano le detrazioni di 4.000 euro.

La detrazione fiscale spetta in relazione al periodo di imposta in cui effettivamente queste spese sono state sostenute, ed è importante rispettare il requisito di destinazione della casa, che deve essere adibita a prima abitazione.

Il beneficiario di questa agevolazione deve quindi essere colui che ha intestato il mutuo con la banca, e risulta proprietario dell’immobile, abitandovi stabilmente. Per chiedere questo sostegno fiscale, come accade per altre detrazioni, è necessario presentare la dichiarazione dei redditi corretta.

Per farlo, è possibile procedere in autonomia sul sito dell’Agenzia delle Entrate oppure chiedere il supporto di un CAF abilitato, e il documento che i lavoratori dipendenti o i pensionati utilizzano in questi casi è il Modello 730.

In caso di mutuo intestato ad una sola persona, non ci sono problemi per individuare il beneficio della detrazione, tuttavia se il mutuo è cointestato, ad esempio ad una coppia, come si procede?

Mutuo cointestato: chi riceve la detrazione

In caso di mutuo cointestato, la detrazione fiscale viene prevista comunque per entrambi gli intestatari del mutuo. La detrazione quindi non va persa, ma è possibile suddividerla tra coloro che hanno stipulato il mutuo.

Gli acquirenti devono essere i contraenti del mutuo, per poter beneficiare dello sconto fiscale, e la detrazione fiscale viene ripartita in base alla quota del mutuo corrisposta da ciascuno.

Va segnalato però che in caso di mutuo cointestato, il limite massimo di 4.000 euro agevolabili si applica al totale, per cui è possibile che venga applicato a 2.000 euro per ciascun beneficiario della coppia.

Poniamo invece il caso che uno dei due coniugi sia a carico fiscale dell’altro, ma che entrambi siano proprietari dell’immobile: in questo caso il beneficio viene corrisposto unicamente alla persona a cui è intestato il mutuo che sostiene le spese e che ha a carico il coniuge.

Riassumendo, la detrazione d’imposta non va mai persa, anche se ci sono più cointestatari di un mutuo, semplicemente viene suddivisa, in base alle quote versate dai singoli. A cambiare è il limite massimo agevolabile, per ogni persona.

Quali spese si possono detrarre

In base alle regole viste prima, quali sono le spese che effettivamente si possono presentare con la dichiarazione dei redditi, da cui è possibile ottenere uno sconto fiscale? Si tratta degli interessi sul mutuo in primo luogo, ma anche di altri costi.

Il costo del notaio per esempio è detraibile fiscalmente per stipulare il contratto di mutuo ipotecario, ma anche le spese di perizia e quelle di istruttoria.

Anche l’attività di intermediazione degli istituti può essere portata in detrazione fiscale, come la provvigione per scarto rateizzato nei casi di mutui in contanti.

Altre spese che si possono detrarre fiscalmente sono le seguenti:

  • penalità anticipata per estinzione del mutuo;

  • quote per la rivalutazione che dipendono da clausole di indicizzazione;

  • eventuali perdite su cambio, per mutui in valuta estera;

  • imposta di iscrizione o cancellazione di ipoteca;

  • imposta sostitutiva sul capitale prestato.

Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
778FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate