Naspi: attenzione al 31 gennaio per non perdere indennità!

Naspi: attenzione al 31 gennaio per non perdere indennità! Necessaria la comunicazione alla fine del mese del reddito annuo presunto!

Può accadere che tra i mille impegni e le mille scadenze che le famiglie italiane devono tenere a mente ogni giorno per il pagamento di tasse, tributi, presentazione documenti, e quant’altro, qualche cosa possa ogni tanto sfuggire.

Tuttavia ci sono alcune date che si devono assolutamente tenere a mente perché sono fondamentali per poter continuare a percepire determinate indennità, sussidi o prestazioni economiche erogate direttamente dallo Stato o per il tramite di propri enti centrali o decentrati.

Una di queste prestazioni economiche, della quale parliamo all’interno di questo articolo, è la NASPI una prestazione che viene riconosciuta a tutti i lavoratori dipendenti che si trovano in particolari condizioni.

In effetti la Naspi altro non è che una forma di tutela che viene riconosciuta a tutti i lavoratori dipendenti che hanno perso il proprio lavoro, che viene pagata con cadenza mensile e per la durata massima due anni.

Tuttavia i percettori di questa prestazione economica devono tenere a mente una data importantissima, ovvero il 31 gennaio 2022, perché è il temine ultimo entro il quale dare comunicazione del cosiddetto reddito annuo presunto.

In mancanza di tale comunicazione entro la data sopra indicata, questi soggetti corrono il rischio di perdere proprio questa prestazione economica.

Ma procediamo per gradi e spieghiamo che cosa è la Naspi, che cosa è il reddito annuo presunto e l’importanza della comunicazione perentoria entro il limite temporale sopra indicato.

Naspi: che cosa è

La Naspi e una prestazione di natura economica, un vero e proprio sostegno, che lo Stato va ad erogare a tutti i lavoratori dipendenti che abbiano perso il proprio lavoro per motivi indipendenti dalla propria volontà.

È fondamentalmente la misura che, introdotta nel nostro ordinamento con il D. Lgs. n. 22/215, è andata a sostituire di fatto, ogni altro sostegno in precedenza previsto per le persone che si trovano in stato di disoccupazione.

È una prestazione che viene erogata mensilmente e risulta compatibile anche con il reddito di cittadinanza, pertanto sono due misure di sostegno cumulative e non alternative.

Naspi: a quanto ammonta

L’importo della Naspi viene calcolato ogni anno a partire da un valore minimo che viene poi opportunamente rivalutato tenendo conto della variazione dell’indice Istat fornita dall’Inps. Ad esempio con riferimento all’anno appena trascorso, l’importo base della Naspi ammontava a 1.227,55 euro.

Quindi sulla base di questo importo base definito dall’Inps, si calcola l’ammontare della Naspi.

Nello specifico, se la retribuzione media del soggetto negli ultimi quattro anni è inferiore a questa soglia di riferimento, allora la Naspi è pari al 75% della retribuzione mensile, in caso contrario la Naspi è pari al 75% della soglia limite definita dall’Inps.

Per chi fosse interessato un video tratto dal canale lucia pirruccio – YouTube, offre spuntiinteressanti sul tema.

Naspi: chi sono i beneficiari

Abbiamo detto che la Naspi è una vera e propria misura di sostegno economico che si sostanzia in una prestazione monetaria erogata in favore di tutti i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, che per ragioni indipendenti dalla propria volontà abbiano perduto il proprio lavoro.

Oltre ai soggetti sopra menzionati, la legge di Bilancio ha, proprio per il 2022, ampliato la platea dei soggetti ammessi a godere di tale sussidio, prevedendo che hanno diritto a richiedere la Naspi, anche tutti gli operai agricoli che abbiano un contratto a tempo indeterminato.

Non ha invece diritto a ricevere questo tipo di indennità, chi ha un contratto a tempo indeterminato con la Pubblica Amministrazione, chi ha maturato già i requisiti per andare in pensione, sia essa di vecchiaia o anticipata, chi percepisce un assegno di invalidità, oppure tutti coloro che essendo extracomunitari, svolgono lavori stagionali a seguito di uno specifico permesso di soggiorno.

Naspi e importo sussidio

Abbiamo visto poco sopra come viene calcolata e a quanto di fatto, ammonti l’importo che mensilmente viene pagato a titolo di indennità di disoccupazione.

Tuttavia bisogna dire che proprio sull’argomento, è tornata recentemente la legge di Bilancio 2022 che ha stabilito quanto segue:

“Con riferimento agli eventi di disoccupazione verificatisi dal primo gennaio 2022, la Naspi si riduce del 3 per cento ogni mese a decorrere dal primo giorno del sesto mese di fruizione; tale riduzione decorre dal primo giorno dell’ottavo mese di fruizione per i beneficiari di Naspi che abbiano compiuto il cinquantacinquesimo anno di età alla data di presentazione della domanda”.

Tradotto in termini più semplici la recente manovra di Bilancio è intervenuta a cambiare quanto fino ad ora avveniva riguardo la riduzione dell’indennità, nel senso che fino al precedente anno la riduzione dell’indennità era prevista a partire dal terzo mese, mentre adesso a partire dal 2022, la riduzione del 3% mensile, opera a partire solo dal sesto mese.

Non solo, l’attuale manovra di Bilancio ha altresì stabilito che, se il soggetto che ha perso il lavoro ha più di 55 anni, tale riduzione ha effetto a partire dall’ottavo mese di erogazione dell’indennità stessa.

Naspi e durata erogazione

La Naspi è dunque una prestazione di natura monetaria, qualificabile proprio come un sussidio di disoccupazione che viene erogata ogni mese e variabile in base sempre alla storia contributiva di ogni persona.

Normalmente viene pagata per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive degli ultimi quattro anni del soggetto in questione, e comunque per un periodo mai superiore a 24 mesi.

Abbiamo visto poi che l’importo di questa indennità, non rimane costante nel tempo, ma subisce un decalage progressivo man mano che aumentano i mesi di godimento.

Naspi: come fare la domanda

La domanda per poter richiedere questa indennità deve essere fatta esclusivamente online sfruttando il servizio telematico che mette a disposizione l’Inps e a cui si può accedere utilizzando l’identità digitale, per cui attraverso SPID, CIE o CSN.

In alternativa, in mancanza di queste credenziali digitali, ci si può avvalere del contact center messo a disposizione dallo stesso istituto oppure avvalersi dell’aiuto di Caf abilitati o anche di commercialisti.

Ovviamente la domanda deve contenere tutte le informazioni che siano considerate rilevanti ai fini della possibilità di essere o meno ammessi a godere di questo sussidio, quindi, oltre a tutte le specifiche anagrafiche del richiedente, essendo un sussidio erogato a seguito della perdita involontaria del lavoro da parte del dipendente, si devono anche indicare tutte le informazioni del datore di lavoro, ivi comprese le motivazioni che hanno portati alla fine del rapporto di lavoro stesso.

Naspi e motivo di decadenza

Bisogna dire però che così come viene erogato, sussistono delle particolari ragioni, al verificarsi delle quali il diritto al percepimento dello stesso beneficio decade.

Ovviamente tale beneficio decadrà nel caso in cui il soggetto abbia trovato un nuovo impiego come dipendente per più di sei mesi ma contemporaneamente abbia completamente omesso di comunicare all’Inps nel mese immediatamente, successivo il reddito presunto che ipotizza di ottenere da questa attività.

Altresì decade dalla Naspi quando non comunichi il reddito che percepisce per lavori part-time o lavori subordinati che siano ancora esistenti entro un mese dal momento in cui abbia fatto richiesta per la Naspi.

Decade inoltre dal benefico quando non invia entro un mese dalla domanda di accesso alla Naspi, la comunicazione del proprio reddito annuo che pensa di ottenere da lavori subordinati part time ancora attivi, oppure non provveda a dare identica comunicazione di questo reddito se abbia nel frattempo iniziato un’attività autonoma o parasubordinata.

Perde inoltre il diritto alla Naspi se ha i requisiti per ottenere un assegno di invalidità, oppure per andare in pensione, sia di vecchiaia che anticipata.

Può accadere invece che la Naspi anziché essere completamente tolta, possa essere semplicemente sospesa per un certo periodo, per poi tornare ad essere erogata. Questo può accadere in due casi fondamentali.

Il primo ricorre quando si viene assunti con un contratto di lavoro a tempo determinato, però questo non dura più di sei mesi. In tal caso la Naspi interrotta durante questo periodo di validità del contratto, verrà di nuovo regolarmente erogata alla fine del rapporto lavorativo.

L’altra situazione in cui la Naspi viene interrotta e poi nuovamente erogata, ricorre quando si ottenga un nuovo lavoro all’interno di uno dei paesi della Comunità con i quali l’Italia abbia sempre siglato degli accordi per quanto riguarda le tutele e le assicurazioni in materia di disoccupazione.

Naspi: attenzione alla scadenza del 31 gennaio 2022

Abbiamo sopra definito la Naspi come una misura di sostegno rivolta proprio a tutti i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, che abbiano perso per motivi indipendenti dalla loro volontà il proprio lavoro. Questo sussidio, il cui importo dipende dalla situazione contributiva del richiedente, verrà erogato mensilmente per una durata massima di ventiquattro mesi.

È un aiuto che si rivela quindi proprio fondamentale per tutte le famiglie in cui la perdita del lavoro rappresenta davvero un evento di sicuro destabilizzante per l’equilibrio di tutti i componenti.

Tuttavia con riferimento a questo sussidio, ci sono alcuni aspetti che meritano un’attenzione particolare, perché la loro dimenticanza può comportare la perdita del sussidio stesso.

Nello specifico, tutti coloro che percepiscono la Naspi, devono prestare molta attenzione alla data del prossimo 31 gennaio 2022, entro la quale dovranno necessariamente effettuare una comunicazione all’Inps altrimenti corrono il rischio di vedersi decadere il diritto a questo sussidio.

In dettaglio la comunicazione alla quale ci stiamo riferendo è quella del reddito annuo presunto. Cerchiamo ora di comprendere meglio cosa si intende per reddito annuo presunto

Naspi e reddito annuo presunto

A seguito di una comunicazione ufficiale da parte dell’Inps si è ricordato:

“che per le Naspi in corso di fruizione per le quali lo scorso anno 2021 è stata effettuata la dichiarazione del reddito annuo presunto è necessario comunicare, entro la data del 31gennaio, il reddito presunto riferito al corrente anno 2022“.

In effetti abbiamo sopra elencato tutti i casi in cui il disoccupato possa vedersi ridotta o sospesa la Naspi nell’ipotesi di omessa comunicazione di quello che abbiamo definito il reddito annuo presunto, quando il soggetto stipuli un nuovo contratto di lavoro dipendente o quando percepisca l’indennità di disoccupazione e contemporaneamente svolga un’attività autonoma o subordinata.

Ricorrendo tali eventualità bisogna sempre verificare che la somma del reddito percepito dal lavoratore e l’importo della Naspi, non superino un limite minimo base stabilito dalla legge.

Entrando nei dettagli, ricordiamo che a seconda dei casi, la Naspi può essere ridotta o sospesa nel caso in cui un lavoratore svolga un’attività lavorativa subordinata o autonoma e contemporaneamente percepisca l’indennità di disoccupazione, ma se siamo nel caso in cui il soggetto interessato stipuli un nuovo contratto di lavoro dipendente, allora è necessaria un’altra verifica.

Bisognerà in quest’ultima situazione controllare se la somma del nuovo reddito percepito come lavoratore dipendente e la Naspi, rientrino o meno nel limite reddituale previsto dalla normativa. Questo ovviamente, sempre al fine di evitare di perdere il diritto al sussidio di disoccupazione.

Naspi e limite reddituale

Ad oggi il limite reddituale annuo fissato per poter beneficiare della Naspi è paria 8.145 euro.

Se a seguito del nuovo lavoro come dipendente, la somma dei due redditi rimane inferiore a tale soglia minima, se ne deve dare tempestiva comunicazione all’Inps.

Nello specifico all’ente si deve dare comunicazione proprio del reddito presunto annuo, e questa comunicazione deve essere fatta obbligatoriamente entro il 31 gennaio 2022 altrimenti si perde il diritto alla Naspi.

Bisogna sottolineare che il nuovo contratto di lavoro non può essere un contratto stipulato con lo stesso datore di lavoro che aveva provveduto al licenziamento per il quale poi il lavoratore aveva iniziato a fruire della Naspi.

Naspi e mancanza della comunicazione

Se questo reddito presunto annuo non viene comunicato nella data stabilita, allora il lavoratore perde l’indennità di disoccupazione.

Più in dettaglio se il nuovo rapporto di lavoro stipulato aveva una durata inferiore a sei mesi, l’Inps sospende solo l’erogazione della Naspi, ma se il contratto di lavoro stipulato ha una durata superiore all’anno allora il diritto al beneficio decade per sempre.

Redazione Trend-online.com
Redazione Trend-online.com
Di seguito gli articoli pubblicati dalla Redazione di Trend-online. Per conoscere i singoli autori visita la pagina Redazione Trend-online.com
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
764FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate