Nuova Partita Iva: ecco quando inizierai a pagare le tasse

Hai deciso di aprire la tua prima Partita Iva, magari con il regime forfettario agevolato, ma non sai quando pagherai le tasse? Ecco le risposte.

Hai pensato a lungo prima di tentare, ma poi hai deciso che la tua strada è quella del lavoratore autonomo, ovvero hai scelto di avviare una professione indipendente. Oltre a tutto ciò a cui dovrai pensare appena hai aperto la tua nuova attività, dovrai aprire una Partita Iva, iniziare a guadagnare e pensare in autonomia a pagare le tasse allo stato. 

La questione delle imposte è uno dei principali scogli che chi lavora come autonomo deve affrontare, una volta aperta la Partita Iva. Il pagamento delle imposte è un obbligo di legge, e ogni anno chi lavora versa allo stato una certa somma.

Mentre i lavoratori dipendenti non si accorgono di questo versamento, perché se ne occupa il datore di lavoro, se decidi di avviare una professione autonoma devi tenere presente che sarai tu ad occuparti di tutto. Aprire una Partita Iva non ha costi iniziali, se non quelli che devi al commercialista. Inoltre, puoi pensare a tutto in autonomia, come spiega Italpress.com:

“L’apertura della partita IVA può essere fatta presentando l’apposito modulo presso l’Agenzia delle Entrate oppure spedendolo con una raccomandata A/R o con in via telematica (se disponi già di firma digitale e una PEC).”

Al di là dei primi passaggi, per cui potrai farti aiutare da un commercialista, o potrai anche decidere di procedere online, è importante per te sapere quando dovrai iniziare a versare le prime tasse, ovvero quando dovrai pagare una certa somma allo stato. Conoscere queste informazioni è piuttosto utile anche per prevedere di accantonare una certa cifra di denaro dal tuo lavoro, per pagarla allo stato.

Tuttavia per sapere quali imposte dovrai pagare, devi conoscere prima di tutto il regime fiscale previsto per la tua Partita Iva: vediamo in questo articolo come cambiano le tasse e quando dovrai iniziare a pagarle il primo anno in cui inizi a lavorare come autonomo.

Nuova Partita Iva: il regime di tassazione

Quando decidi di aprire una tua attività, devi tenere presente che non avrai un datore di lavoro che ti paga le tasse o i contributi INPS, per cui dovrai provvedere in autonomia a versare queste somme allo stato. In ogni caso non preoccuparti: non dovrai procedere da solo, ma potrai farti aiutare da un intermediario esperto in materia, come un commercialista.

Per la scelta del commercialista avrai due possibilità: cercarne uno nella tua zona, a cui rivolgerti, oppure cercare assistenza da un commercialista online. Per alcune pratiche potresti anche chiedere il supporto di un centro CAF, tuttavia per una assistenza continua durante l’anno è consigliato avere un commercialista di fiducia.

Quando si decide di aprire una attività autonoma, qualunque sia il settore e il tipo di attività, dovrai scegliere il codice ATECO, ovvero una sigla che individua correttamente la tua professione o il servizio che offri. Questa informazione puoi chiederla direttamente all’Agenzia delle Entrate. Successivamente, dovrai scegliere il regime di tassazione che più si addice alla tua attività.

Anche per questa scelta ti potrà accompagnare il tuo commercialista di fiducia. Se segui un regime fiscale ordinario dovrai pagare le imposte in base a determinate soglie e importi, se invece scegli un altro regime fiscale, specialmente quello agevolato forfettario, potrai ricevere un supporto in più nel pagamento delle tasse, che saranno molto ridotte.

Una volta verificato ciò che devi fare appena avviata la tua professione dal punto di vista burocratico, non ti rimane altro che iniziare a lavorare, cercare i primi clienti e fatturare. Tuttavia può capitare di essere un po’ spaesati, almeno all’inizio, su quali sono le imposte da pagare, e quali sono le scadenze da rispettare sia per le cifre da pagare che per accantonare i contributi INPS per la pensione.

Quando si pagano le tasse con Partita Iva

Per rispondere alla domanda iniziale, vediamo quando si possono pagare le tasse con la Partita Iva. Non avendo un datore di lavoro, dovrai occuparti tu stesso, in prima persona oppure con l’aiuto del commercialista, a pagare queste somme, utilizzando i moduli appositi.

Non tutti pagano la stessa quantità di soldi allo stato, perché queste dipendono da quanto guadagni durante un anno di lavoro. Secondo l’attuale sistema italiano, le imposte aumentano all’aumentare del tuo guadagno, in forma progressiva. Tuttavia se lavori con il regime forfettario sarai avvantaggiato: potrai pagare sempre la stessa percentuale di tasse, secondo quella che è l’aliquota fissa al 15%.

Inoltre per i primi anni di attività, per la precisione per i primi cinque anni, potrai pagare una cifra ancora inferiore, con il 5% rispetto al tuo guadagno. Si tratta di una possibilità molto vantaggiosa se sei all’inizio e desideri avviare una attività con un guadagno annuo iniziale non troppo elevato.

In ogni caso, per sapere quando dovrai pagare, devi fare riferimento al momento in cui hai iniziato l’attività autonoma: allo stesso modo di come accade per i lavoratori dipendenti, dovrai presentare una dichiarazione annuale dei redditi, ovvero dei guadagni che hai ricevuto dal tuo lavoro autonomo con Partita Iva.

Generalmente le imposte si pagano in due momenti diversi, durante l’anno:

  • 30 giugno: a questa data si paga una parte della somma dovuta l’anno precedente, se è prevista, e la prima parte dell’anno in corso;
  • 30 novembre: in questa data si paga il saldo, ovvero la seconda parte delle tasse per l’anno in corso.

Anche se generalmente ogni situazione è a sé stante, puoi tenere presenti a grandi linee queste date sia per il pagamento delle imposte che per versare i contributi INPS. In ogni caso se hai un commercialista non preoccuparti di ricordare le scadenze: ci penserà lui a dirti quando pagare.

Quante tasse si pagano con la Partita Iva

Un altro discorso riguarda la quantità di denaro che dovrai versare allo stato per pagare le tasse. Per ogni professionista con Partita Iva, quindi per ogni lavoratore autonomo, questa cifra è differente, anche se esistono delle aliquote, ovvero delle percentuali sul guadagno che sono uguali per tutti.

Anche in questo caso a fare il calcolo ci pensa il commercialista, tuttavia può essere utile conoscere a grandi linee con un po’ di anticipo quanto dovrai versare, e quindi quanto mettere da parte dal tuo lavoro. Anche se fare un calcolo preciso non è semplice, puoi valutare in base al regime di tassazione utilizzato, qual è la percentuale del tuo guadagno che dovrai destinare allo stato.

Se lavori con il regime ordinario, le principali somme che dovrai pagare si riferiscono all’IRPEF, ovvero le stesse imposte che pagano anche i lavoratori dipendenti. Anche se le imposte sono sempre un tasto dolente in Italia per chi lavora in autonomia, vengono calcolate sulla base di quanto effettivamente guadagnato nel corso dell’anno, secondo alcune percentuali specifiche.

Se il tuo guadagno rimane inferiore a 15.000 euro annui, dovrai mettere da parte circa il 23% del guadagno per pagare le tasse. Quando invece supera 50.000 euro, dovrai mettere da parte il 43% di ciò che hai guadagnato durante l’anno per versarlo allo stato. Nel mezzo, ci sono altre percentuali in base a quanto hai ricavato.

Ricordati che oltre a queste cifre devi anche togliere da ciò che hai ricavato anche i contributi INPS, ovvero una somma che andrà all’ente previdenziale per garantirti la pensione. Sapere in anticipo quale cifra pagherai per il tuo lavoro non è facilissimo, tuttavia puoi avere un’idea da queste cifre.

Se invece la tua Partita Iva prevede il regime forfettario, le somme dovute saranno molti inferiori, del 15% o del 5% in base a quando hai iniziato, tuttavia non potrai superare 65.000 euro annui di guadagno. Mentre con il regime ordinario puoi avere anche dipendenti che ti aiutano, con il forfettario puoi averli solamente se il pagamento degli stipendi non supera 20.000 euro annui.

Calcolo delle tasse con e senza Partita Iva

Il calcolo delle tasse che viene fatto dal commercialista ti aiuterà a sapere quanto dovrai pagare allo stato per il tuo lavoro. Inoltre è possibile anche conoscere quanti contributi devi pagare all’INPS, ovvero mettere da parte per la tua pensione. Senza la Partita IVA invece, ovvero come lavoratore dipendente, non dovrai preoccuparti di nulla, perché penserà a tutto il tuo datore di lavoro.

Anche per chi lavora per una azienda, ovvero non come autonomo, lo stato chiede di pagare ogni anno, e di dichiarare i propri guadagni tramite dichiarazione dei redditi. Se sei curioso di sapere quante imposte paghi come dipendente, puoi leggere la tua busta paga, o farla leggere ad un centro CAF che ti può aiutare.

Nella busta paga infatti vengono segnate alcune informazioni importanti sia per quanto riguarda il tuo stipendio, sia per le tasse e i contributi che versi allo stato. Solo perché non le vedi, non vuol dire che queste cifre non ci sono e non vengono correttamente pagate ogni anno. In busta paga puoi leggere quali cifre ogni periodo di lavoro versi allo stato, ovvero quanto il tuo datore di lavoro provvede a pagare.

Lavorando come autonomo sarà piuttosto semplice sapere quali sono le tasse che paghi, perché dipendono da quanto hai guadagnato, dal tipo di Partita Iva e dal regime fiscale che utilizzi. Negli ultimi anni moltissime persone hanno scelto il regime fiscale agevolato, ovvero quello forfettario, per risparmiare sulle imposte, e per versare allo stato una somma minore di imposte rispetto a quelle pagate con regime fiscale ordinario.

In ogni caso avviare un lavoro di tipo autonomo comporta sicuramente dei rischi, per cui dovrai ingegnarti per trovare nuovi clienti, creare collaborazioni stabili nel tempo, guadagnare una certa somma di denaro. In ogni caso potrai anche appoggiarti a iniziative ulteriori che sostengono i lavoratori autonomi, come alcuni contributi a fondo perduto messi a disposizione dallo stato, o iniziative mirate a sostenere specifici settori.

Lavorare come autonomo garantisce una certa flessibilità, maggiore rispetto ad un lavoro di tipo dipendente, ma la responsabilità del lavoro è interamente tua, per cui valuta bene prima di decidere di iniziare un lavoro di questo tipo, e valuta anche in quale settore muoverti.

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