Le ultime novità provenienti da Bruxelles vedono la Commissione europea impegnata a stilare una nuova normativa che disciplini l’obbligo di fattura elettronica e di dichiarazione IVA per venire incontro alle nuove necessità dell’era digitale e soprattutto per scongiurare i rischi di evasione fiscale. Ma andiamo a vedere come si sta muovendo l’Unione europea al riguardo.
Fattura elettronica in Europa: le nuove regole della Commissione europea
La proposta portata avanti dalla Commissione europea riguarderebbe gli obblighi relativi all’IVA e alla fattura elettronica, oltre che il trattamento IVA nelle piattaforme digitali e la previsione di una registrazione EU univoca per la stessa. Si tratterebbe quindi di disciplinare l’ambito della fatturazione elettronica con regole europee unitarie.
Fonti di Bruxelles fanno presente che entro fine 2021 avverrà una consultazione pubblica riguardante la tematica sull’obbligo di dichiarazione IVA e fattura elettronica EU al fine di valutare gli impatti sulla proposta e nell’autunno 2022 la Commissione europea procederà alla concreta formulazione della nuova direttiva comunitaria. Ma prima di approfondire gli aspetti relativi a tali provvedimenti, cerchiamo di capire cos’è la fatturazione elettronica e quali vantaggi comporta.
Fattura elettronica: in cosa consiste e quali sono le differenze con la fattura cartacea
La fattura elettronica è un documento digitale, creato nel rispetto di specifici standard web quali il formato XML (utilizzato già in Italia per la FatturaPA), ricevuto e trasmesso tramite Sistema di Interscambio (SdI). Queste caratteristiche strutturali e di diffusione la differenziano dalla consueta fattura cartacea.
Cronologicamente, la fattura elettronica è stata introdotta in Italia nel 2008 tramite relativa Legge finanziaria in seguito alle raccomandazioni dell’Unione europea che invitava tutti gli Stati membri a mettere in atto un piano normativo e tecnologico volto alla gestione digitale dei rispettivi sistemi di controllo fiscale e di fatturazione, aggiungendo inoltre l’obbligo di conservazione per dieci anni della documentazione in formato elettronico.
Attualmente l’Italia è l’unico Paese EU che – a seguito delle direttive dell’Unione europea – ha introdotto l’obbligo di emettere fattura elettronica non solo per le operazioni effettuate con la Pubblica Amministrazione ma anche per le transazioni tra privati.
Fattura elettronica: quali sono i vantaggi pratici del documento di fatturazione digitale
A livello pratico, l’adozione della fattura elettronica comporta una serie di riduzioni di costi come quelli relativi alla stampa su carta delle fatture, alle marche da bollo, all’eventuale spedizione o ancora alla necessità di avere a disposizione uno spazio fisico dove conservare il documento in formato cartaceo.
Ulteriori agevolazioni della fattura elettronica riguardano una completa automazione e ottimizzazione dei processi tra le parti che comportano l’azzeramento degli errori di registrazione o gli smarrimenti, un rischio inferiore di errori nei pagamenti, di duplicazioni o di falsi oltre che una riduzione nei tempi medi di pagamento.
Fattura elettronica: quali sono le facilitazioni in campo fiscale della e-fattura
La "transizione elettronica" del modo di emettere fattura fa riferimento all’emanazione – a livello europeo – della Direttiva 2014/55/UE del 16 aprile 2014 che disciplinava i processi relativi agli appalti pubblici tramite fattura elettronica.
Il documento – emanato in sede di Commissione europea – presenta però degli obiettivi che si sono rivelati analoghi a quelli alla base del sistema di fattura elettronica della Pubblica Amministrazione italiana, ovverosia:
- Avere un miglior controllo sull’evasione fiscale, il che comporta un conseguente risparmio e una migliore collocazione delle risorse finalizzate alla spesa pubblica e alla sua gestione.
- Avere una maggiore competitività tra le imprese che esula dal semplice adempimento delle scadenze fiscali, ma è legato ai processi di dematerializzazione delle aziende. L’adozione della fattura elettronica, infatti, si mostra uno step necessario per portare a compimento il processo di transizione digitale, soprattutto per quelle attività che – aderendo al Piano Nazionale Industria 4.0 – possono finalmente avviare la gestione digitale della loro produzione.
Il ricorso alla fattura elettronica ridurrebbe, quindi, i rischi di evasione fiscale e ciò ha indotto l’Italia all’iniziativa di renderla obbligatoria anche tra soggetti privati. Tali vincoli permettono al sistema di controllo dell’Agenzia delle Entrate di ispezionare in tempo reale l’effettiva validità dell’IVA dichiarata, mettendola a confronto con quella versata e dando alle autorità competenti la possibilità di bloccare le operazioni considerate sospette o rivelatesi effettivamente illecite.
A partire dal 1° gennaio 2021 sono state introdotte in Italia una serie di cambiamenti circa la compilazione del tracciato XML da trasmettere al Sistema di Interscambio e la semplificazione per la creazione della fattura elettronica in caso di integrazione dell’IVA. Tutte queste novità vengono presentate dal dott. Francesco Russo nel video YouTube sottostante.
Fattura elettronica: quali i cambiamenti a livello europeo e per gli appalti pubblici
A partire dal 1° luglio 2021 sono state introdotte nuove regole relative alla fattura elettronica in formato europeo destinate alle pubbliche amministrazioni e agli appalti pubblici. In particolare, le novità di questa versione 2.0 della normativa vigente, riguarderebbero le informazioni fiscali che dovranno essere obbligatoriamente inserite nel tracciato della e-fattura europea. Vediamo un po’ più nello specifico.
Già nel maggio 2021, si era previsto un sistema normativo (articolo 3, comma 1, del d. lgs. n.148/2018) per la gestione della fatturazione elettronica in formato europeo tramite il Sistema di Interscambio. In questo decreto venivano descritte le regole relative ai processi di ricezione, controllo e invio di fattura elettronica proveniente dall’estero (UBL, CII) o di trasmesse quelle all’interno del territorio nazionale (UBL Domestic) e relative alle pubbliche amministrazioni.
Fattura elettronica italiana ed estera: come agisce il Sistema di Interscambio
Attualmente, quindi, l’Italia si mostra particolarmente avvantaggiata nei confronti degli altri Paesi comunitari in quanto, già attrezzata per la gestione della fatturazione elettronica nazionale in formato FatturaPA, è in grado di gestire l’eventuale fattura elettronica proveniente dall’estero in formato europeo. In che modo?
Il Sistema di Interscambio, infatti, recepisce la fattura elettronica destinata alla pubblica amministrazione, la traduce in formato europeo e la inoltra (secondo lo standard XML) alla relativa amministrazione destinataria insieme alla fattura elettronica in forma originaria.
Fattura elettronica: la normativa europea che regola gli appalti pubblici e le transazioni tra privati
Queste indicazioni – avanzate nella Direttiva europea 2014/55/UE e rese ufficiali dal d.lgs. n. 148/2018 – sono quindi diventate obbligatorie, introducendo nella legislazione italiana l’obbligatorietà per le pubbliche amministrazioni di ricevere ed elaborare la fattura elettronica da emettere anche in seguito all’adempimento di contratti d’appalto pubblico.
Tale procedimento potrebbe pensarsi applicabile anche nei confronti delle transazioni commerciali tra privati operanti nei diversi Paesi UE, facendo sì che ogni ordinamento nazionale preveda la possibilità di utilizzare il tracciato nella fattura elettronica UBL o CII anche per i rapporti B2B e B2C. Ciò permetterebbe, non solo di migliorare il sistema di fatturazione elettronica nazionale, ma porrebbe anche le basi per l’adozione di formati univoci e condivisibili a livello europeo.
Fattura elettronica EU: le prossime proposte della Commissione europea per la fatturazione elettronica europea e la dichiarazione IVA
Quanto detto finora darebbe una concreta spinta verso l’introduzione di un tracciato comune per la gestione delle informazioni relative alla fattura elettronica e al ciclo delle transazioni tra clienti e fornitori che verrebbero rappresentate allo stesso modo a prescindere dalla loro collocazione geografica. Le intenzioni dell’Unione europea al riguardo si muovono proprio in questa direzione.
Sembra che la Commissione europea voglia tracciare regole comuni per il sistema UE in riferimento alla fattura elettronica e alla disciplina relativa all’IVA. Già lo scorso 1° luglio 2021, infatti – oltre alle novità relative alla fatturazione elettronica in formato europeo – la Commissione ha introdotto nuove norme volte a disciplinare il regime speciale dello sportello unico (Regime OSS) e le vendite a distanza, dando inizio ad una radicale riforma dell’IVA.
Fattura elettronica e la riforma della Commissione europea: la normativa italiana come modello per i Paesi EU
Prendendo a modello l’obbligatorietà di fattura elettronica attualmente vigente in Italia, anche gli altri Stati membri dell'Unione potrebbero attuare gli stessi meccanismi di fatturazione elettronica come arma per scongiurare i rischi di evasione fiscale. Tale normativa dedicata potrebbe, ad esempio, essere introdotta nei pacchetti di riforme previsti dai vari Piani nazionali di ripresa e resilienza delle Nazioni EU.
L’Italia ha introdotto l’obbligo di emissione di fattura elettronica nel 2018, grazie alla Decisione di esecuzione (UE) 2018/593 del Consiglio del 16 aprile 2018 che ne ha dato l’autorizzazione per il periodo compreso tra il 1° luglio 2018 e il 31 dicembre 2021. Tuttavia, lo scorso aprile 2021, il Governo italiano ne ha chiesto una proroga per altri tre anni da attuarsi «anche per i contribuenti soggetti al regime di vantaggio e al regime forfettario».
Fattura elettronica: quali le prospettive per la proposta messa in campo della Commissione europea per il 2022
L’obiettivo della proposta – che sarà avanzata nell’autunno 2022 dalla Commissione europea – sarebbe quello di evitare che gli Stati comunitari adottino delle regole ex novo per la gestione delle rispettive discipline nazionali per la fattura elettronica, provocando così difficoltà di comunicazione tra i sistemi di fatturazione dei diversi Stati membri.
La direttiva, recentemente pensata dalla Commissione europea, vorrebbe perciò suggerire un modello che possa assicurare l’interoperabilità tra le diverse e-fatture degli Stati membri per automatizzarne i processi di elaborazione dei dati contenuti nella fattura elettronica. Si auspica, quindi, che la Commissione prosegua lungo la via della realizzazione di un sistema di fatturazione elettronica comune per tutti i Paesi dell’Unione europea.