Si può aprire più di una Partita IVA? Ecco cosa dice AdE!

All'apertura della Partita IVA il soggetto deve comunicare quale attività svolge attraverso il Codice Ateco, ma se ne svolge più di una?

Come si deve muovere un soggetto che esercita più di una attività? Deve aprire più di una Partita IVA? La risposta è no, perché non è proprio possibile farlo, ma piuttosto bisogna avere due codici Ateco distinti per ogni attività, mentre invece è possibile avere un’attività autonoma e contemporaneamente far parte di una società di persone o di capitali.

Nel corso dell’articolo proviamo a fare chiarezza su un tema importante per i titolari di Partita IVA, chiamati ad essere consapevoli dei loro obblighi ma anche delle loro possibilità. Non è infatti raro che un soggetto con Partita IVA eserciti più di una attività, per una serie di ragioni, ma non sempre si è consapevoli di quale possibilità dà Agenzia delle Entrate nella gestione di questo tipo di situazione lavorativa.

Vediamo dunque, nel corso dell’articolo, come funziona una Partita IVA con due Codici Ateco, ma anche come e perché non è possibile aprire più di una Partita IVA per ogni soggetto. In ultimo, vedremo anche come gestire l’eventualità di una Partita IVA ed un’attività in società di persone o di capitali.

Ricordiamo che oltre a dover regolare le tasse nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, c’è anche da regolare la propria posizione nei confronti dell’INPS, attraverso il versamento dei contributi. Proprio questo è un aspetto particolarmente sensibile a cui va prestata la giusta attenzione, perché non tutti i regimi sono uguali e soprattutto non tutti i codici Ateco.

Inoltre, è in corso una riforma fiscale che va a toccare aspetti anche legati alla Partita IVA, dal regime transitorio alla definizione di nuovi codici Ateco, dunque suggeriamo a tutti i soggetti interessati di rimanere aggiornati e non perdere le novità in arrivo dal Governo. La legge delega alla riforma fiscale potrebbe arrivare nel prossimo mese, dunque parliamo di un orizzonte temporale piuttosto vicino.

Che significa avere la Partita IVA? Definizione e funzionamento

Innanzitutto, definiamo cosa significa avere una Partita IVA. Significa in sostanza esercitare un’attività autonoma di varia natura a cui è associata sostanzialmente una serie numerica di 11 cifre. Queste cifre sono univoche e identificative del soggetto tanto quanto il codice fiscale (tanto che in numerosi casi è richiesto proprio il codice fiscale in alternativa alla Partita IVA).

Si capisce quindi che ad ogni Partita IVA deve essere associata un’attività, ma soprattutto che ad ogni soggetto può essere associata una ed una sola Partita IVA. Proprio come ognuno di noi ha un solo codice fiscale e ad ogni codice fiscale corrisponde uno solo di noi.

Aprire Partita IVA significa sostanzialmente comunicare ad Agenzia delle Entrate che si svolge un’attività autonoma ed è una procedura piuttosto semplice che può fare chiunque in relativamente poco tempo. Nonostante questo, in genere ci si rivolge ad un professionista (un commercialista) per effettuare questo passaggio ed anche per regolamentare la propria posizione nel tempo nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.

Il termine Partita IVA dovrebbe significare che i soggetti che ne sono titolari sono tenuti al versamento dell’IVA, anche se sappiamo che nei fatti non è esattamente così: ci sono infatti soggetti che operano in regime forfettario e non sono tenuti a questo obbligo, ma solo al pagamento di tasse e contributi.

Un regime semplificato che però ha gli stessi limiti di ogni altro regime in termini di gestione dell’attività e di impossibilità di aprire più di una Partita IVA. Vediamo meglio cosa significa, invece, avere più di un codice Ateco.

Codice Ateco: come scegliere quello corretto?

Il Codice Ateco non è altro che una serie di cifre che rappresenta la tipologia di attività esercitata. Scegliere quello corretto, però, non è cosa così semplice per chi non ha particolare esperienza e conoscenza in questo ambito, motivo per cui è necessario farsi seguire da un commercialista anche in questo passaggio.

Esercitare un’attività con il Codice Ateco sbagliato fa andare incontro ad una serie di problemi e ovviamente ad una sanzione, con il rischio che sia più elevata se c’è un tentativo di elusione (cioè se si è appositamente scelto un codice Ateco che prevede costi inferiori rispetto a quelli dovuti).

Come detto in precedenza, però, è possibile che ad ogni Partita IVA corrisponda più di un Codice Ateco ed in questi casi la situazione dal punto di vista contabile cambia e si complica un po’. Bisogna infatti considerare ogni codice singolarmente al momento del pagamento delle tasse e dei contributi, secondo le regole di quella tipologia di attività. Ciò significa che varia il coefficiente di redditività, elemento fondamentale per stabilire la base imponibile su cui pagare tasse e contributi.

Codice Ateco: cosa succede con due o più? Stessa P.IVA, diverse attività

La Partita IVA rimane una e sempre la stessa, anche se le attività esercitate dovessero essere per assurdo dieci. A cambiare sono i singoli codici Ateco di ogni attività, ancora una volta considerati attentamente dal commercialista sulla base dell’attività esercitata e della singola situazione.

Ad ogni tipologia di attività corrisponde un diverso Codice Ateco ed un diverso inquadramento dal punto di vista dei contributi, perché alcuni li pagano in quota fissa divisa in tre o quattro tranche, mentre in altri casi si procede al calcolo dei contributi sulla base di quanto fatturato.

Queste complicazioni vanno considerate al momento dell’apertura della Partita IVA (o dell’aggiunta del Codice Ateco nuovo), insieme al tetto di 65.000 euro di fatturato che resta e va considerato come somma di tutto il fatturato ottenuto dalle diverse tipologie di attività.

Partita IVA e società: è possibile avere entrambe?

Sì, è possibile essere titolare di Partita IVA e contemporaneamente essere socio di una società, in quanto essa ha personalità giuridica e quindi una Partita IVA che non corrisponde ad un unico soggetto come accade invece con l’attività individuale.

C’è però da aggiungere che in questi casi è un po’ più complesso l’aspetto della fiscalità, in quanto c’è da regolare con l’Agenzia delle Entrate sia la propria posizione come titolare di Partita IVA sulla base di quanto fatturato, sia la propria posizione in termini di redditi da società.

La società può essere sia di persone che di capitali, in quanto la questione della personalità giuridica è identica, ma c’è una distinzione in caso di socio di maggioranza o meno. Se infatti il soggetto possiede più del 50% è necessario che l’attività sia della medesima natura di quella esercitata in Partita IVA, se invece si tratta di socio di minoranza non c’è questo vincolo aggiuntivo da rispettare.

Partita IVA e Codici Ateco: novità all’orizzonte?

La prossima approvazione della legge delega alla riforma fiscale porta un po’ di novità appunto in ambito fiscale e Agenzia delle Entrate è già pronta a mettere in pratica numerosi cambiamenti. Alcuni di questi potrebbero riguardare proprio le Partite IVA ed anche il loro sistema di Codici Ateco.

Sono già arrivate alcune novità in questo ambito, ma riguardano comunque una quota minoritaria di soggetti. A riguardare molti potrebbe essere invece la novità riguardante il nuovo regime transitorio che verrà approvato probabilmente a partire dal gennaio 2023.

Si tratterebbe di una forma intermedia tra il regime forfettario ed i regimi “superiori” in termini di obblighi e tenuta della contabilità. Un regime transitorio di due anni con tetto di fatturato pari a 100.000 euro (probabilmente, non è ancora certo) e con una tassazione tra il 10 ed il 20%. I dettagli sono ancora in discussione, ma in qualsiasi caso sono in arrivo novità per numerosi soggetti che rientrano in questa casistica.

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