Partita IVA: tutte le novità ed incentivi 2022

Gli ultimi giorni di questo 2021 rappresentano le ultime fasi di una corsa ai contributi per le partite Iva. In quest'articolo, in visione del prossimo 2022, andiamo per gradi ad osservare quali siano novità ed incentivi, laddove presenti, per tutti i titolari di partita Iva: dalla riduzione delle aliquote IRPEF all'annullamento di IRAP, di seguito tutte le possibile novità per lavoratori autonomi ed imprese.

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Molte sono le novità che sembrano verranno introdotte dalla nuova riforma fiscale 2022.

Oltre alla corsa agli aiuti previsti dal Decreto Sostegni bis della scorsa primavera che prevede contributi a fondo perduto per oltre 4,5 miliardi, ci sarà anche quella per i contributi a fondo perequativo.

Senza contare il bonus fino a 1.000 euro da richiedere entro il 6 dicembre per tutte quelle imprese che sono rimaste escluse dai precedenti aiuti a fondo perduto. In quest'articolo di Trend-Online, si approfondisce al meglio chi siano i destinatati e chi, sfortunatamente, non vi possa accedere.

Prima di addentrarci nelle novità per il 2022 e nei contributi destinati a chi abbia una partita IVA, come sempre, torniamo un attimo indietro per analizzare la situazione globalmente.

Come aprire una Partita Iva nel 2021

Questo paragrafo ti sarà particolarmente utile nel caso in cui si voglia aprire una nuova attività, oppure trasformare le proprie prestazioni occasionali in un lavoro continuativo.

Inizialmente, infatti, la maggioranza dei lavoratori autonomi ha iniziato a lavorare con ritenuta d'acconto del 20 per cento, qualora il soggetto committente fosse residente in Italia. Naturalmente ci sono casistiche differenti e non tutte le tipologie di prestazioni consentono di lavorare con ritenuta d'acconto.

Attualmente aprire partita IVA è veramente semplice, ed avviene interamente per via telematica.

Sarà necessario infatti dare comunicazione all’Agenzia delle Entrate dell’inizio della propria attività, entro 1 mese dal primo giorno di attività, utilizzando un apposito modulo scaricabile nel sito dell'Agenzia delle Entrate.

  • modello AA9/7 (ditta individuale e lavoratori autonomi);
  • modello AA7/7 (società).

I passaggi che si vanno ad affrontare, però, dovranno essere stati ben studiati in precedenza. Al momento della domanda, sarà infatti necessario indicare quale tipo di regime fiscale si voglia andare a scegliere ed il codice ATECO scelto.

Per quanto riguarda i regimi fiscali, abbiamo dedicato un articolo su Trend Online al regime forfettario che, con molta probabilità, attraverserà delle modifiche a decorrere dall'anno 2022. Si parla, in effetti, della possibilità di estendere anche ai forfettari l'obbligo di fatturazione elettronica, per ora adottato da circa il 10 per cento.

Quanto alle tempistiche, si va da circa 1 ora di attesa per i professionisti, a tempi un pochino più lunghi nel caso in cui si voglia aprire una nuova attività. In questo secondo caso, la pratica è più complessa, e anche più onerosa.

Per chi abbia già aperto una partita Iva negli anni precedenti e sia incorso nelle conseguenze della pandemia, nel prossimo paragrafo, specifichiamo quali siano le novità ed i contributi cui si può avere diritto.

I contributi a fondo perduto e gli incentivi per partita Iva

Come accennato in apertura, ve ne sono di diversi.

Innanzitutto, il Contributo a fondo perduto per attività chiuse, richiedibile dai titolari di partita Iva le cui attività sono rimaste chiuse nel periodo che intercorre tra il 1 Gennaio e il 25 Luglio 2021. La domanda è aperta nel mese di Dicembre, nei giorni compresi tra il 2 ed il 21.

In particolare, vi sono due tipologie di contributi:

  • il primo, fino a 25 mila euro, per discoteche, night club e simili che risultavano chiuse al 23 Luglio 2021 (chiamasi "contributo maggiorazione discoteche"; 
  • il secondo, fino a 12 mila euro, per tutte le attività che sono rimaste chiuse per almeno 100 giorni tra il 1 Gennaio e il 25 Luglio 2021 (chiamasi "contributo attività chiuse").

Riporta il sito dell'Agenzia delle Entrate che l'accesso ai due contributi non è alternativo, pertanto potrà essere fatta domanda per entrambe le forme di sostegno.

Tra pochissimi giorni, invece, il 9 Dicembre, sarà in scadenza la domanda per la richiesta del Contributo start-up.

Riporta l'Agenzia delle Entrate, che tale contributo è richiedibile dai soggetti titolari di reddito d'impresa che hanno attivato la partita IVA dal 1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2018, e la cui attività d'impresa, in base alle risultanze del registro delle imprese tenuto presso la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, è iniziata nel corso del 2019, a seguito della presentazione di un’apposita istanza.

Per questo contributo, l'importo massimo ottenibile è di 1000 euro.

In scadenza a breve, vi è inoltre la domanda per il Contributo per gli operatori con ricavi tra i 10 e i 15 milioni di euro. La domanda, in scadenza il 13 Dicembre, prevede che i contributi vengano elargiti ai titolari di attività d’impresa, ai lavoratori autonomi e ai percettori di reddito agrario titolari di partita IVA che abbiano  conseguito ricavi o compensi tra i 10 ed i 15 milioni di euro nell'arco dell'anno 2019.

In questi casi, l’incentivo viene calcolato applicando la contrazione media mensile del fatturato, del 20% o 30% - riporta Il Giornale.

Entro la fine dell'anno, il 28 Dicembre per l'esattezza, sarà invece necessario presentare la domanda per il contributo a fondo perequativo.

I soggetti richiedenti, che non devono avere avuto ricavi superiori ai 10 milioni di euro nel 2019 e devono comunque aver subito una flessione dei propri introiti di almeno il 30 per cento tra 2019 e 2020, potranno fare richiesta del contributo.

Nel sito dell'Agenzia delle Entrate, si riporta il metodo di calcolo.

La base di calcolo del contributo è costituita dalla differenza tra il risultato economico d’esercizio 2019 e il risultato economico d’esercizio 2020, diminuita dall’importo complessivo dei contributi a fondo perduto dell’emergenza Covid-19 già percepiti dal richiedente.

Se questi sono incentivi e contributi per partita Iva per l'anno in corso, vediamo nel prossimo paragrafo qual è la proiezione per il 2022, a cominciare dalla riduzione della pressione fiscale.

Come si intende ridurre la pressione fiscale

All'interno della manovra fiscale 2022, si parla della riduzione della pressione fiscale, modificando gli scaglioni previsti dall'IRPEF.

Ricordiamo che IRPEF è l'imposta sui redditi delle persone fisiche ed è un'imposta progressiva. Pertanto, all'aumentare del reddito, aumenterà anche la percentuale della quota che andrà devoluta in tasse.

È tenuto a versare IRPEF, sia esso lavoratore dipendente o autonomo, chiunque abbia un reddito percepito in Italia. IRPEF fa versata anche da chi non risiede in Italia ma percepisce reddito nel nostro Paese.

Interessante notare è che nel 2020, il gettito Irpef totale è stato pari a 187.436 milioni di euro, ossia oltre un terzo del totale delle entrate tributarie, riporta Lavoro e Diritti.

Attualmente, gli scaglioni di IRPEF sono 5. Si va da un minimo del 23 per cento per i redditi entro i 15 mila euro, ad un massimo del 43 per cento per i redditi al di sopra dei 75 mila euro.

Per il 2022, invece sono previsti 4 scaglioni.

Il primo resta invariato, il 23 per cento per i redditi fino ai 15 mila euro. Tra i 15 e i 28 mila, invece, l'aliquota è prevista scendere dal 27 al 25 per cento. 

Cambia il terzo scaglione, che includerà i redditi tra i 28 e i 50 mila euro e la cui aliquota calerà dal 38 al 35 per cento. Sopra i 50 mila euro, infine, un unico scaglione che prevede un'aliquota del 43 per cento, com'era prima previsto per i redditi sopra i 75 mila euro.

Sottolineamo, comunque, che si tratta ancora di un'ipotesi al vaglio, ma che potrebbe alleggerire, e non di poco, la pressione fiscale del cosiddetto ceto medio. Secondo le stime, potrebbe trattarsi di un aumento in busta paga tra i 100 ed i 1000 euro annui.

Un'altra proposta della quale si sta discutendo in questi giorni, è quello dell'azzeramento IRAP per partite Iva. Lo vediamo nel prossimo paragrafo.

La proposta di azzeramento Irap per partite Iva

In favore di partite Iva e lavoratori autonomi, è intervenuto Matteo Salvini, riferiscono fonti Ansa.

Va benissimo un importante taglio di tasse per dipendenti e pensionati, ma la Lega porta al tavolo una richiesta di forte intervento anche per partite Iva e autonomi che più di tutti hanno sofferto i lockdown, basti pensare alla chiusura di 300mila attività in 18 mesi. Per questo è necessario l'azzeramento dell'Irap per partite Iva e lavoratori autonomi.

Ricordiamo che IRAP, acronimo di Imposta Regionale sulle Attività Produttive, è una tassa da versare annualmente alla propria regione di appartenza e che va a colpire il valore di produzione dell'attività, ovvero il suo guadagno al netto dei costi di gestione principali (non possono essere detratti quelli del lavoro dipendente).

La maggior parte del ricavato da tale tassa viene utilizzato per finanziare i servizi sanitari.

Non tutti i titolari di partita Iva sono comunque tenuti al versamento di IRAP, in base al cosiddetto principio di autonoma organizzazione. Nella fattispecie, chi organizza il proprio lavoro in modo personale ed individuale non è tenuto al pagamento.

Non vi è una percentuale fissa in quanto si tratta di un'imposta regionale, dove proprio le regioni hanno un margine di manovra di quasi l'1 per cento.

Il confronto tra le parti comunque si prospetta molto acceso.

Fonti di Repubblica sottolineano come Cgil, Cisl e Uil bocciano il governo sul taglio delle tasse da 8 miliardi, di cui 7 sull'Irpef e uno sull'Irap.

Insomma, è chiaro che sarà necessario attendere ulteriormente per avere notizie e certezze sul futuro delle partite Iva nel 2022.

Insomma, cosa deve aspettarsi nel 2022 per chi abbia partita Iva?

Mentre si avvia verso la fase finale la corsa ai bonus per i titolari di partita iva, non sono molte le novità per il 2022 che siano già confermate.

Per quanto riguarda la tassazione, si prospetta la possibilità di un cambiamento nel versamento di IRPEF ed IRAP, che però non è ancora passato al vaglio.

Novità interessanti per chi si accinga ad aprire Partita Iva con regime forfettario nel 2022, anno che potrebbe vedere l'inizio dell'obbligo alla fattuazione elettronica anche per i forfettari.

Al momento, però, non vi è ancora certezza alcuna, e bisognerà attendere l'esito del dibattito in corso tra governo e sindacati e la conferma della legge fiscale.