Pensione di cittadinanza: tutte le risposte alle domande!

Il reddito di cittadinanza è una misura di sostegno al reddito per le famiglie e anche per altre categorie di destinatari. Il sussidio è infatti rivolto a tutti i soggetti inoccupati, disoccupati e in cerca di lavoro, ma è anche rivolto a tutti coloro che hanno compiuto 60 anni di età e sono sotto la soglia di povertà. In questo caso si parla di pensione di cittadinanza.

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Il reddito di cittadinanza è una misura di sostegno al reddito per le famiglie e anche per altre categorie di destinatari. Il sussidio è infatti rivolto a tutti i soggetti inoccupati, disoccupati e in cerca di lavoro, ma è anche rivolto a tutti coloro che hanno compiuto 67 anni di età e sono sotto la soglia di povertà. In questo caso si parla di pensione di cittadinanza. 

Se all'interno del nucleo familiare sono presenti soggetti over 67 o disabili gravi la famiglia non percepirà il reddito di cittadinanza, ma la pensione di cittadinanza. L'importo del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza può variare a seconda di diversi elementi, come ad esempio il numero dei componenti del nucleo familiare e reddito. Possiamo anticipare però che l’importo massimo del reddito di cittadinanza è di circa 1.500 € per i nuclei familiari numerosi.

La pensione di cittadinanza può superare in certi casi l'integrazione al trattamento minimo che durante il 2020 e 2021 ammontava a 518,58 €. In particolare, la pensione di cittadinanza potrebbe arrivare anche a 651,51 € mensili e che, nonostante la differenza con la pensione minima non sia così rilevante, la situazione potrebbe diventare interessante in presenza di più componenti del nucleo familiare.

Ma vediamo adesso tutti i dettagli inerenti alla pensione di cittadinanza. In questo articolo cercheremo di rispondere alle domande più particolari che ci sono state pervenute. Però prima dobbiamo fare una piccola premessa ed introdurre l'argomento.

Che cos’è la pensione di cittadinanza?

Nonostante ormai tutti conoscano questa forma di sostegno al reddito, cercherò comunque di introdurre l'argomento e di spiegare di cosa si tratta.

Secondo quanto disposto dal decreto in materia, la pensione di cittadinanza è una prestazione economica mensile esentasse a sostegno di tutti quei nuclei familiari composti esclusivamente da persone che sono arrivate all’età pensionabile, ovvero 67 anni. Questo sussidio, studiato per contrastare la povertà nelle persone anziane, è rivolto quindi a tutti i soggetti che hanno compiuto i 67 anni di età oppure ai disabili gravi o non autosufficienti.

“In caso di nuclei già beneficiari del reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza decorre dal mese successivo a quello del compimento del 67° anno del componente del nucleo più giovane.”

A determinare l'importo della pensione di cittadinanza è proprio il reddito dell'anziano, che non dovrà superare i 780 € mensili, nel caso di un nucleo familiare con un solo componente, con mutuo a carico e affitto. L'importo della pensione di cittadinanza può subire una maggiorazione nel caso di più componenti in un nucleo familiare.

La particolarità della pensione di cittadinanza è che può essere integrata alla pensione minima. In sostanza, se un pensionato percepisce una pensione minima di 515,58 €, con l'integrazione della pensione di cittadinanza arriverebbe a percepire 780 € mensili, che è l'importo più elevato per il solo componente. 

Detto importo potrebbe raggiungere anche i 1.536 € mensili in presenza di famiglie numerose.

Ma non solo. La pensione di cittadinanza può essere integrata alla pensione di vecchiaia, alla pensione anticipata, alla pensione di reversibilità e a tutte le prestazioni di assistenza come la pensione di invalidità civile, l'assegno sociale e così via.

Come per il reddito di cittadinanza, anche l’importo della pensione di cittadinanza viene caricato in una carta rilasciata da Poste Italiane. 

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Pensione di cittadinanza e reddito di emergenza

A sostegno delle famiglie colpite dalla pandemia, alla pensione di cittadinanza, si è aggiunto temporaneamente il reddito di emergenza. Si tratta di un contributo introdotto dal decreto rilancio perché stato poi confermato dal decreto Sostegni. 

A differenza di quanto si pensi, però, le due misure non sono compatibili, nel senso che una non può integrare l'altra.

Il reddito di emergenza è rivolto a tutte quelle famiglie che hanno un reddito Isee non superiore a 15.000 € e un reddito patrimoniale non superiore a 10.000 €. L'importo del REM viene stabilito in base ai componenti del nucleo familiare e può oscillare tra i 400 e gli 800 € mensili.

A quanto ammonta la pensione di cittadinanza?

Sia l’importo del reddito di cittadinanza che l’importo del reddito d’emergenza possono arrivare ad un massimo di 780€ mensili per una persona disoccupata e senza reddito. Quest’importo viene poi integrato da altre quote:

  • una quota in presenza di più soggetti all’interno del nucleo familiare che portare l'importo base da 1.050 € 1.100 € mensili. Per la pensione di cittadinanza questo importo raggiunge i 1.386 €;
  • una quota riferita all’affitto e al pagamento del mutuo di casa. La quota riferita al canone d’affitto è pari a 280€ mensili, mentre la quota riferita al mutuo ammonta a 150 euro mensili.

Comunque sia il beneficio non può superare la soglia di 9.360€ l’anno e allo stesso modo non potrà essere inferiore a 480€ mensili.

Bisogna tenere in considerazione che l’importo varia a seconda dei componenti del nucleo familiare dello 0,4 per ogni componente maggiorenne e dello 0,2 in presenza di minori di 18 anni, fino ad un massimo di 2,1.

Pensione di cittadinanza: spetta la tredicesima?

Secondo quanto stabilito dalla normativa, la pensione di cittadinanza spetta per un massimo di 18 mesi, per cui alla scadenza andrà rinnovato. Ma a differenza del reddito di cittadinanza, la pensione di cittadinanza viene rinnovata in automatico fino a quando non sarà il soggetto a rifiutarla.

La pensione di cittadinanza, però, non può essere integrata dalla tredicesima.

Il reddito di cittadinanza si può trasformare in pensione di cittadinanza?

Secondo quanto stabilito dalla normativa, il reddito di cittadinanza può trasformarsi in pensione di cittadinanza qualora il più giovane dei componenti compia il sessantasettesimo anno d'età. In questo caso il reddito di cittadinanza verrà convertito in pensione di cittadinanza al mese successivo al compimento dei 67 anni.

Pensione di cittadinanza: si può cambiare il titolare?

La normativa attualmente in vigore non disciplina espressamente la modifica della titolarità della prestazione. Nel caso in cui si voglia cambiare o modificare il titolare della prestazione, generalmente l'unico modo per farlo è di ripresentare una nuova domanda.

Ma secondo, quando disposto da una comunicazione da parte dell'Inps,

“è stata rilasciata un’apposita utility che consente alle sedi Inps di aggiornare i dati auto dichiarati in domanda, purché questa sia in corso di istruttoria e non sia stata oggetto di revoca o decadenza e purché non sia esaurita la durata (18 mesi) della prestazione di RdC/PdC.”

Proprio attraverso questa modalità sarà possibile effettuare diverse variazioni, come ad esempio la modifica dei dati anagrafici, la modifica del titolare della carta, lo Stato di cittadinanza, la modifica degli estremi del documento di riconoscimento, la modifica dei recapiti per le comunicazioni ecc.

Dopo aver comunicato tutte le variazioni, come quanto comunicato dal l'INPS attraverso la comunicazione 1983/2020, Poste Italiane rilascerà una nuova Carta che potrà essere utilizzata dal nuovo richiedente.

Pensione di cittadinanza in caso di decesso di un componente del nucleo familiare

Come abbiamo già accennato, la pensione di cittadinanza è un sostegno al reddito rivolto a tutti i soggetti che hanno compiuto i 67 anni di età e che si trovano quindi in età pensionabile. La pensione di cittadinanza è stata studiata per contrastare la povertà fra i pensionati ed è quindi una prestazione di assistenza, non previdenziale.

La pensione di cittadinanza, essendo legata strettamente alla vita del titolare, non può essere trasmessa e non è reversibile ai superstiti. Questo vuol dire che in caso di decesso del titolare della pensione di cittadinanza, agli eredi potranno essere devolute solamente le quote già maturate alla data della morte.

La misura, essendo però un sussidio rivolto non solamente al soggetto titolare ma l'intero nucleo familiare, non decadrà alla morte del titolare, Ma sarà necessario per gli eredi ripresentare una nuova dichiarazione Isee affinché il sussidio venga mantenuto. 

Chi lavora o è disoccupato ha diritto alla pensione di cittadinanza?

La normativa stabilisce che il reddito cittadinanza è compatibile con qualsiasi rapporto lavorativo. Lo stesso andrà ad integrare il salario percepito dal soggetto fino all' importo mensile di reddito di cittadinanza spettante.

Vale lo stesso per la pensione di cittadinanza?

Secondo la suddetta normativa, si. In particolare, la pensione di cittadinanza è compatibile con l'attività lavorativa soltanto però se il reddito di pensione e il reddito di lavoro, sommati assieme, risultano inferiori alla soglia mensile spettante, ovvero 780€. Ovviamente, anche in questo caso non dovranno essere superate le soglie di reddito.

Chi riceve sussidi ha diritto alla pensione di cittadinanza?

Come abbiamo già accennato, la pensione di cittadinanza è compatibile con qualsiasi altra misura a sostegno del reddito, come ad esempio la pensione minima, la pensione di invalidità eccetera. Questo vuol dire che tutte le prestazioni a sostegno del reddito, che siano assistenziali o meno, sono compatibili con la pensione di cittadinanza purché non si superi la soglia limite di 780 € mensili.

Secondo la Legge per Tutti:

“se si percepisce l’assegno sociale si ha diritto non alla pensione minima di 780 euro, ma a un’integrazione dell’assegno sociale, sino ad arrivare a 780 euro mensili, comprensivi dell’assegno stesso (che ammonta, nel 2021, a 460,28 euro).”

Queste sono solo alcune delle domande che ci sono state pervenute. In un altro articolo cercherò di rispondere ad altre curiosità.