Pensione troppo alta? Non ti preoccupare, l’Inps non può chiedere soldi indietro

Nel caso in cui l'Inps dovesse versare una pensione troppo alta, è necessario restituirla? Quali importi non devono essere restituiti?

Nel caso in cui l’Inps dovesse versare una pensione troppo alta, è necessario restituirla? Quali importi non devono essere restituiti? E quali si possono tenere? In estrema sintesi, come ci si deve comportare a fronte di versamenti troppo alti effettuati dall’Inps.

Quando si parla di pensione e somme erogate direttamente dall’ente previdenziale di stato, generalmente si parla di importo tolti, non dati. Può capitare, comunque, che per errore l’Inps versi delle somme che in realtà non siano dovute. Questi importi possono arrivare per una pensione troppo alta – a causa di calcoli errati sul suo ammontare – o per delle integrazioni o delle maggiorazioni che in realtà non spettavano. In questi casi l’Inps può chiederci i soldi indietro? Le somme ricevute senza averne diritto – ma che non sono state chieste all’ente previdenziale – devono essere necessariamente restituite? Scopriamo cosa prevede la legge.

Pensione troppo alta: quando i soldi non sono da restituire

Nel momento in cui l’Inps dovesse erogare una pensione troppo alta, o una somma che nella realtà non spetta, siamo tenuti a restituirla? La risposta non può essere univoca, perché in alcuni casi è necessario rimborsare la somma, in altri casi no. Cerchiamo di capire quale debba essere il comportamento corretto da tenere.

Iniziamo con il sottolineare che anche i pagamenti effettuati dall’Inps sono soggetti ad una prescrizione: passati dieci anni, l’ente non potrà chiedere il rimborso di alcuna somma. Questo diciamo che è il primo punto. Il pensionato o l’utente finale non sarà tenuto a restituire le somme, nel caso in cui queste siano state erogate a seguito di un provvedimento formale e definitivo, che però è viziato da un errore di qualsiasi natura. Lo sbaglio, comunque, deve essere imputabile in tutto e per tutto all’Inps. In questo caso, quando dovesse arrivare una pensione più alta, si parla della cosiddetta sanatoria degli indebiti, che è prevista dall’articolo 13 della Legge 412/91, che si applica a tutti gli indebiti Inps successivi al 31 dicembre 2000.

Quanto erogato erroneamente dall’Inps con la pensione deve invece essere restituito:

  • quando l’indebita percezione è dovuta ad un dolo dell’interessato;
  • nel caso in cui il pensionato, che è a conoscenza di fatti che potrebbero incidere sulla pensione, non ha provveduto a comunicarli all’Inps.

Pensione troppo alta: se è calcolata male si deve restituire?

Nel caso in cui il diretto interessato dovesse ricevere una pensione più alta del dovuto, a causa di un errore nel provvedimento di liquidazione o di ricostruzione della prestazione, i soldi non dovranno essere restituiti nei seguenti casi:

  • gli importi siano stati riconosciuti a seguito di un provvedimento formale e definitivo;
  • il suddetto provvedimento sia stato comunicato al diretto interessato;
  • nel provvedimento ci sia un errore imputabile direttamente all’Inps. In questo caso l’errore può essere costituito da una valutazione omessa od errata, ai fini del riconoscimento dell’importo della pensione.

Sottolineiamo, comunque, che l’errore non può essere imputato all’Inps quando il pensionato non abbia comunicato – o lo abbia fatto solo in parte – fatti sconosciuti all’ente, i quali possono avere un impatto diretto sul diritto ad ottenere la pensione. O che comunque possano condizionare l’ammontare dell’importo erogato.

L’eventuale errore potrà essere imputato direttamente all’Inps – e quindi i soldi non dovranno essere restituiti – quando l’interessato provvede a comunicare all’Inps tutti i fatti che possono incidere sul diritto ad ottenere la pensione e che possano condizionare il suo importo. Nonostante l’avvenuta comunicazione, se l’istituto continua ad erogare l’importo troppo elevato, i soldi non dovranno essere restituiti.

Errori successivi alla liquidazione

L’Inps potrebbe erogare delle somme troppo alte in un momento successivo rispetto al provvedimento di liquidazione della prestazione. Questo errore si può attribuire ad un cambiamento della situazione di fatto, che può andare ad incidere direttamente sulla misura della pensione. Sostanzialmente, può capitare che benché la pensione sia stata liquidata nella maniera corretta, possono intervenire delle norme o dei fatti in base ai quali gli importi erogati debbano essere rivisti.

Se le somme sono state versate sulla base di una valutazione errata, da parte dell’Inps, dei fatti intervenuti successivamente al provvedimento e conosciuti dall’ente, gli indebiti non possono essere richiesti, quindi si applica la sanatoria. I soldi vanno invece restituiti se i fatti non erano conosciuti dall’Inps e sussisteva l’obbligo, da parte dell’interessato, di dichiararli.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengo
Giornalista. Ho una laurea in Materie Letterarie, conseguita presso l'Università degli Studi di Torino. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, fisco, tasse e tributi, diritto, economia e finanza.
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