Pensioni e fisco: le agevolazioni fiscali 2022

In Italia le pensioni sono state soggette a revisione per il 2022, e anche in materia di fisco sono arrivate importanti modifiche sulle agevolazioni.

In Italia le imposte si applicano su diversi redditi, oppure su proprietà e possedimenti come immobili, terreni e fabbricati, anche da strutture poste in affitto. Per quanto riguarda le tasse sui redditi, non sono presenti solamente quelle per i redditi percepiti da lavoro dipendente o autonomo, ma anche sulle somme che ogni mese i pensionati ricevono dall’ente previdenziale INPS o da una cassa apposita.

Va tenuto in considerazione che in Italia la principale tassa del fisco applicata sui redditi è l’IRPEF, l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche. Questa tassa viene applicata quindi sui redditi percepiti dai lavoratori dipendenti, ma anche dei pensionati, per il 2022.

Recentemente la riforma fiscale ha modificato proprio questa imposta variando le aliquote, ovvero le percentuali di applicazione della tassa. Come riporta Cafcisl.it, insieme alle nuove aliquote, che passano da cinque a quattro, cambiano anche le detrazioni fiscali possibili:

“Cambiano anche i calcoli relativi alle detrazioni, che sono diversi a seconda del tipo di reddito: quello da lavoro dipendente o assimilato, quello da pensione o i redditi da lavoro autonomo.”

Per quanto riguarda le pensioni a partire dal primo marzo 2022 vengono rese operative le novità IRPEF introdotte con la riforma del fisco e la Legge di Bilancio 2022. Ricordiamo che anche queste imposte vengono applicate in base al criterio della progressività, per i pensionati come accade per i dipendenti. Questo significa che le imposte salgono con l’aumentare effettivo dei redditi percepiti.

Inoltre per il 2022 sono state introdotte diverse modifiche alle pensioni che riguardano necessità di riequilibrare i versamenti mensili in base agli ultimi dati rilevati dall’ISTAT. Vediamo in questo articolo come cambiano per il 2022 le tasse applicate alle pensioni e quali sono le agevolazioni fiscali possibili per i pensionati.

Pensioni e fisco: come cambiano le detrazioni

La riforma dell’IRPEF ha come diretta conseguenza diretta un leggero aumento delle pensioni degli italiani, di circa 211 euro all’anno. Come accade già per il lavoro di tipo dipendente, per le per le pensioni le imposte vengono applicate in base all’entrata economica effettiva, calcolata a livello annuale, secondo diversi scaglioni.

Questo significa che le soglie di applicazione delle imposte variano in base a diversi scaglioni, relativamente al sistema attuale a 4 aliquote. Dal 2022 infatti gli scaglioni da prendere in considerazione, con una rimodulazione delle percentuali, sono quattro, contro i cinque presenti in precedenza.

Ma come vanno influenzare le pensioni degli italiani questi dati? A guadagnare maggiormente dalla riforma in termini di detrazioni fiscali sono i cittadini che hanno una pensione fino a 50.000 euro. Si tratta di una larga fascia di cittadini pensionati che potranno effettivamente ricevere ogni mese un importo aggiuntivo alla propria pensione.

Per quanto riguarda le detrazioni fiscali, che vengono applicate normalmente sui redditi percepiti, per le pensioni sono previste le seguenti detrazioni:

Reddito annuo inferiore a 8.500 euro: detrazione di 1.955 euro;

Reddito annuo tra 8.500 e 28.000 euro: detrazione calcolata applicando la formula 700 euro+1.255 x (28.000- reddito complessivo/19.500);

Reddito annuo tra 28.000 e 50.000 euro: detrazione calcolata applicando la formula 700 x (50.000- reddito complessivo/22.000);

Reddito annuo superiore a 50.000 euro: non sono previste detrazioni.

Tuttavia va tenuto conto che nel caso in cui i redditi vadano da 25.000 a 29.000 euro vengono aggiunti a queste detrazioni altri 50 euro.

Pensioni e fisco: redditi esteri

Altre novità importanti che riguardano le pensioni e il fisco per il 2022 sono quelle in materia di redditi da pensione proveniente dall’estero. In particolare viene esteso il campo di applicazione del trattamento agevolato, ovvero di un’imposta unica del 7% sui redditi provenienti da fonti estere, per tutti quei pensionati che si trasferiscono in una regione italiana del Mezzogiorno.

Si tratta di una novità interessante che può riguardare diversi pensionati che hanno lavorato e vissuto all’estero, e che hanno poi trasferito la propria residenza in una regione italiana. Tuttavia solamente alcune regioni italiane vengono prese in considerazione dalla novità.

Infatti è stato deciso tramite Decreto Sostegni ter di favorire i soggetti che recepiscono redditi da pensione da soggetti esteri. Si tratta in questo caso di pensionati che decidono di trasferire la propria residenza stabile in Italia, ma continuano a percepire redditi da pensioni da un altro paese.

In questo caso l’agevolazione del fisco riguarda un’unica aliquota, come imposta sostitutiva, del 7% su questi redditi. La nuova norma include sia i redditi da pensione percepiti nel caso di lavoro dipendente sia per altre tipologie di lavoro, anche autonomo.

Questa particolare regola riguarda alcune regioni italiane, in cui i pensionati che percepiscono redditi dall’estero possono richiedere l’agevolazione del fisco: Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise e Puglia. Si tratta di pensionati che devono essere neo residenti, secondo l’ultimo provvedimento con i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate.

Regime agevolato per le pensioni: requisiti

Questo particolare regime fiscale agevolato per le pensioni estere può essere accessibile solamente nel rispetto di alcuni obblighi, e in particolari situazioni:

•I soggetti richiedenti sono persone fisiche neo residenti, ovvero che sono state residenti in un paese estero almeno nei 5 anni precedenti al momento della presentazione della domanda. Sono inclusi i soggetti che provengono da paesi con cui l’Italia ha una particolare convenzione, come quelli dell’Europa;

•Si può procedere a richiedere l’agevolazione fiscale durante la dichiarazione dei redditi per l’anno in cui soggetto si trasferisce in una delle regioni viste sopra;

•L’imposta sostitutiva del 7% va versata con una un’unica soluzione e F24, tramite codice tributo “1899”;

•Il Comune in cui il soggetto si trasferisce deve avere un limite di grandezza di 20.000 abitanti.

Il regime fiscale agevolato per le pensioni può essere applicato per 9 anni successivamente al periodo in cui il soggetto si trasferisce in Italia, e può decadere nel caso di mancanza dei requisiti di accesso, o mancato versamento dell’imposta sostitutiva, oppure per un ulteriore trasferimento fuori dalle regioni viste prima. Non è possibile richiedere questa agevolazione successivamente.

Una novità che riguarda questa particolare agevolazione è stata introdotto dal Decreto Sostegni ter, per cui possono richiedere l’agevolazione anche i soggetti che si trasferiscono in uno dei Comuni dove è avvenuto il terremoto dell’Aquila il 6 aprile 2009.

Come interviene il fisco sulle pensioni

Dopo aver visto quali sono le agevolazioni fiscali disponibili per il 2022, vediamo in questo approfondimento come funziona in generale l’applicazione delle imposte per tutti i percettori di una pensione. va ricordato che sussistono alcune differenze nel versamento di queste tasse al fisco, anche nelle modalità di pagamento.

Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, le tasse sono versate direttamente dal sostituto d’imposta, ovvero dal datore di lavoro. Nel caso di lavoratori autonomi invece queste tasse vengono pagate dallo stesso soggetto lavoratore che ha una propria partita IVA.

Questo significa che lavoratore autonomo dovrà versare in autonomia, o con l’aiuto di un commercialista, le proprie imposte e i contributi a fini previdenziali. Per quanto riguarda le pensioni, sono gli enti previdenziali a versare le tasse per conto dei pensionati. Come spiega l’ente previdenziale INPS infatti, vengono applicate diverse imposte sulla pensione:

“L’INPS applica le ritenute fiscali previste a titolo di IRPEF sulle pensioni erogate, nonché le detrazioni spettanti richieste. Gli importi delle addizionali IRPEF regionali e comunali  sono calcolati sulla base delle aliquote stabilite annualmente dalle Regioni e dai Comuni.”

Anche se l’IRPEF è la tassa principale pagata sui redditi, come visto prima, e riguarda anche i pensionati, non è l’unica tassa del fisco italiano sulle erogazioni mensili delle pensioni. Sui redditi da pensione infatti vengono trattenute dal fisco le seguenti imposte:

•IRPEF: l’imposta sui redditi delle persone fisiche;

•Addizionali regionali;

•Addizionali comunali;

•Detrazioni fiscali.

Quando si parla di addizionali comunali e regionali, si tratta di piccole in percentuali aggiuntive, che possono variare tra 1,23% e 1,74%, e che vengono applicate dalle singole regioni e dai comuni in cui il soggetto risiede.

Le detrazioni fiscali invece che possono essere richieste per le tasse sulle pensioni sono quelle viste prima, per cui anche i pensionati possono presentare alcune spese specifiche da portare in detrazione. Si tratta per esempio dei familiari a carico, delle spese mediche o di altre uscite economiche agevolabili.

Fisco e pensioni: scaglioni IRPEF 2022

Per quanto riguarda la prima tassa citata, l’IRPEF, il fisco applica alcune aliquote, sia ai redditi da lavoro dipendente che alle pensioni, con un sistema che si basa su 4 scaglioni per il 2022, in relazione al totale del reddito percepito durante l’anno:

•redditi fino a 15.000 euro: aliquota al 23%;

•redditi da 15.000 a 28.000 euro: aliquota al 25%;

•redditi fra 28.000 e 50.000 euro: aliquota al 35%;

•redditi oltre i 50.000 euro: aliquota al 43%.

Questi nuovi scaglioni hanno introdotto non poche novità in termini fiscali, andando a modificare un sistema che in precedenza prevedeva 5 aliquote differenti. Il governo è intervenuto tramite riforma del fisco per avvantaggiare principalmente il ceto medio, e favorire la spinta economica.

Di conseguenza è stato rivisto anche il bonus IRPEF, ovvero l’ex bonus Renzi che viene applicato nelle buste paga dei lavoratori dipendenti, ma anche alle pensioni. Le modifiche introdotte dal fisco per il 2022 sono molteplici, e si ipotizza che non saranno le uniche, perché al momento si discute sul futuro di altre particolari misure, come la flat tax per il regime forfettario, oppure il cashback fiscale.

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