Plastic tax e sugar tax, nuovo rinvio al 2024 con la Manovra Meloni

Plastic tax e sugar tax sono due tasse ipotizzate da tempo a tutela di ambiente e salute, ma vengono ancora rinviate al 2024 con la Manovra Meloni.

Plastic tax e sugar tax sono considerate le due principali tasse per la tutela dell’ambiente e della salute. Si tratta di due imposte ipotizzate già da diverso tempo, per cui il dibattito al governo si è dilungato per un periodo decisamente lungo.

Queste due tasse verrebbero aggiunte alle imposte che le imprese pagano durante l’anno, e in particolare sarebbero da applicare a tutte quelle aziende che producono plastica o bevande zuccherate.

Anche se si parla già da tempo di queste due tasse, ancora non vengono introdotte, perché con la nuova Manovra Meloni 2023, avranno precedenza altri tipi di misure fiscali.

Secondo la bozza della Legge di Bilancio 2023, bisognerà ancora attendere almeno fino al 2024 prima di vedere introdotte plastic tax e sugar tax. Ecco tutti i dettagli e le ultime decisioni.

Plastic tax e sugar tax con la Manovra Meloni

Plastic tax e sugar tax sono due tasse da applicare alle aziende che producono determinati tipi di prodotti. Queste imposte sono state ipotizzate già gli scorsi anni, e si attendevano per il 2023, tuttavia non arriveranno.

Secondo le prime indiscrezioni sulla Legge di Bilancio 2023, queste imposte non verranno aggiunte dal prossimo anno, ma si dovrà attendere almeno il 2024. La conferma deve ancora arrivare, tuttavia si prospetta un ulteriore rinvio, rispetto a quelli già avvenuti.

Questo provvedimento non è solamente italiano, ma è l’Europa stessa a chiedere ai paesi del continente di introdurre un pagamento aggiuntivo per tutte le aziende che producono plastica e bevande zuccherate.

Gli obiettivi di queste imposte, come vedremo tra poco, sono quelli di limitare la produzione di prodotti in plastica monouso, a favore di materiali maggiormente riciclabili e facilmente smaltibili. Per ciò che riguarda invece le bevande zuccherate, l’Europa continua la sua campagna per una alimentazione sana.

Ma perché il governo attuale sceglie di non introdurre questo tipo di tasse nel 2023, ma di rinviare la questione ad un altro anno? Principalmente il motivo è quello di garantire alle imprese il risparmio su queste tasse ancora per un anno.

Plastic tax e sugar tax, cosa sono

Plastic tax e sugar tax sono due tasse ipotizzate per determinati tipi di aziende, come anticipato. La plastic tax si applicherebbe a tutte le imprese che producono prodotti in plastica, e viene anche chiamata imposta sui MACSI, ovvero prodotti in plastica per cui è previsto solamente un impiego.

Rientrano qui tutti quegli oggetti in questo materiale usa e getta, ovvero confezioni monouso, prodotti destinati al settore dell’alimentazione e per la conservazione dei cibi, o destinati al trasporto di alimenti. Ad essere tassate quindi saranno, a partire dal 2024, tutte le aziende che producono e vendono questo genere di beni.

Se la misura verrà approvata, queste aziende dovranno pagare una cifra di 0,45 euro per ogni chilogrammo di plastica: l’obiettivo di questa imposta è chiaramente quello di disincentivare questa produzione, a favore di materiale alternativo, per preservare l’ambiente.

Molto simile a questa imposta, sarà il funzionamento della sugar tax, ovvero la tassa sullo zucchero contenuto specialmente nelle bevande dolci. A questo proposito, la somma dovrà essere pagata da tutte le aziende che producono e immettono in commercio bibite di diverso tipo, contenenti sostanze edulcoranti e dolcificanti.

Anche in questo caso la tassa varierà in base alla quantità, in grammi, di zucchero contenuto nelle bibite vendute.

Plastic tax e sugar tax 2024: i motivi del rinvio

Come anticipato, il nuovo governo Meloni ha intenzione di rinviare l’adozione di queste tasse in Italia ancora di un anno, ovvero al 2024. La Manovra Meloni contiene diverse misure di revisione in materia fiscale, per cui si parla di una vera e propria riforma per il prossimo anno, che coinvolgerà aziende, lavoratori autonomi e dipendenti.

Tuttavia non c’è spazio per plastic tax e sugar tax. I motivi sono da ricondurre principalmente al momento storico attuale di inflazione, in cui il caro vita e l’aumento delle bollette di energia e gas stanno provocando non pochi problemi economici anche alle imprese.

Secondo il nuovo governo, queste tasse, se introdotte al momento attuale, potrebbero comportare un nuovo rischio economico per le aziende italiane, messe già in ginocchio dai rincari del periodo.

Confindustria, e altre associazioni che difendono le imprese, hanno chiesto infatti più volte al governo di rimandare queste tasse, soprattutto alla luce dell’inflazione e dei problemi economici che le imprese stanno affrontando in questi anni.

Una tassa di questo tipo, aggiunta a tutti i costi che le imprese italiane devono sostenere per le bollette e per contrastare i rincari, potrebbero segnare una grande perdita economica per molte aziende.

Non la pensano allo stesso modo invece le associazioni che tutelano l’ambiente, che chiedono l’introduzione di queste imposte fin da subito, per poter contrastare i rischi ambientali legati al consumismo dell’epoca moderna.

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