Polizza vita, quando bisogna dichiararla nell'ISEE e quali tipologie

Una polizza vita va dichiarata ai fini ISEE, così dice la normativa e lo conferma il più recente Decreto Crescita. Ma questo vale per tutte le tipologie di polizze?

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Una polizza vita va dichiarata ai fini ISEE, così dice la normativa e lo conferma il più recente Decreto Crescita. In sostanza, si tratta di una possibile ricchezza del nucleo familiare e, come tale, va dichiarata.

In molti si chiedono e ricercano online se la polizza vita vada dichiarata all'interno dei documenti utili per la documentazione della situazione economica, in quanto purtroppo è un argomento piuttosto complesso a causa della scarsa chiarezza di informazioni.

Proviamo a comprendere meglio il funzionamento di questo importante indicatore, della DSU, e delle varie tipolgoie di polizze, non tutte infatti entrano a far parte dell'ISEE e vanno indicate. 

Quali polizze vita vanno dichiarate nell'ISEE

Esistono diversi tipi di polizza vita, cioè di assicurazioni che riguardano il futuro economico della famiglia. Infatti, l'obiettivo di queste polizze è quello di tutelare il futuro della famiglia o del soggetto considerato, dove la morte del contraente è solo una delle possibili eventualità su cui assicurarsi.

Vi sono infatti assicurazioni caso morte (cioè il beneficiario, in genere l'erede, percepisce una cifra alla morte del contrante), assicurazioni caso vita (strumento di risparmio come un piano di accumulo), polizze vita miste (proteggono da entrambe le casistiche caso vita e caso morte), assicurazione mutuo casa (per saldare il mutuo in caso di morte del contraente o incidenti gravi).

Queste sono le tipologie principali e sono sufficienti per capire che in alcuni casi si ha effettivamente accesso ad una quota di risparmio in maniera piuttosto rapida, quasi come fosse liquido. Ecco perché sono da considerare all'interno della Dichiarazione che, come abbiamo visto, fotografa la situazione economica e patrimoniale della famiglia nel corso dell'anno solare precedente.

Come indicare la polizza vita nella dichiarazione ISEE

La polizza vita assicura il futuro dell'assicurato, appunto, attraverso la disponibilità di somme più o meno ingenti che possono essere legate ad un evento specifico (compimento di una certa casistica, morte del contraente o altre) oppure essere semplicemente disponibili e svincolabili dal contraente in qualsiasi momento (come un piano di accumulo).

Come anticipato, le polizze vita vanno dichiarate nella DSU (la certificazione unica utile ai fini ISEE) secondo il DPCM 159/2013 (con modifica nel Decreto Crescita) solo se vi è un diritto di riscatto, cioè una possibilità di liquidare il contratto.

In tal caso, va dichiarata la cifra versata in premi al 31 dicembre del secondo anno precedente a quello di presentazione dei documenti, già al netto di eventuali riscatti parziali e altrettanto per le polizze a premio unico anticipato.

Il motivo è molto semplice: il contraente potrebbe beneficiare potenzialmente subito della cifra della polizza e, quindi, fa parte della sua ricchezza da considerare all'interno della Dichiarazione ISEE.

Cos'è l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente

La Dichiarazione ISEE è uno strumento ormai molto noto e diffuso che (quasi) tutte le famiglie italiane fanno anno dopo anno, semplicemente per poter accedere ad alcune agevolazioni e vantaggi, fornendo una serie di documenti ben precisa.

La più nota è sicuramente il Reddito di Cittadinanza, in quanto per averne accesso è necessario rispettare dei vincoli ISEE e fornire una serie di documenti e garanzie che attestino la sussistenza della condizione. In primis, non avere un lavoro e avere una situazione di "disagio economico", come definito dalla normativa.

In realtà tale attestazione è necessaria anche per tanti altri sussidi e agevolazioni, a partire da quelle legate alla famiglia (come i tanti bonus) fino ad arrivare alla retta universitaria. In generale, possiamo dire che è uno strumento molto utile che tiene in considerazione:

  • dati anagrafici della famiglia, cioè banalmente la composizione da Stato di famiglia;
  • dati economici, cioè le informazioni legate al reddito di ogni componente della famiglia allo stato attuale;
  • dati patrimoniali, legati a tutti i beni in possesso (beni mobiliari e immobiliari) di ogni singolo membro del nucleo familiare.

Senza questo indicatore non si può accedere ad agevolazioni e sussidi statali di varia natura, nemmeno alle borse di studio universitarie per i figli.