Prezzo benzina mai così alto: le accise più alte d’Europa!

Le accise che uccidono: in Italia, le più alte d'Europa! Ecco come è aumentato il prezzo della benzina e gli interventi del Governo! Sciopero il 14 marzo!

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE – Il prezzo della benzina non è mai stato così alto. A causa della guerra tra Russia e Ucraina gli approvvigionamenti stanno diminuendo. Ad oggi, il prezzo della benzina è di 2,30/2,45 euro al litro. Per quale motivo? A causa delle accise. L’Italia è il secondo paese in Europa ad avere le accise più alte.

Sul sito “Prezzi dei carburanti in Europa (cargopedia.it)” possiamo constatare un aumento generalizzato del prezzo della benzina in tutta l’Europa, tranne che per Russia, Bielorussia ed Ucraina, dove il prezzo si aggira rispettivamente a 0,34-0,62 e 1,07 al litro.

L’Italia se confrontato a paesi come la Germania, la Spagna e la Francia risulta essere il paese con il prezzo della benzina più alto. Anche il Presidente del consiglio, Mario Draghi, aveva annunciato un aumento del 100%, quindi, le famiglie dovranno decidere se fare la spesa o mettere carburante, poiché l’aumento riguarderà anche i prodotti alimentari.

Nel frattempo, gli autotrasportatori sono in rivolta e molti di loro hanno deciso di fermarsi e scioperare contro i rincari. Secondo http://www.ilgiornale.it/

“Per un serbatoio da 500 litri sono 100 euro in più di gasolio a Milano piuttosto che a Parigi o Berlino. Tuttavia, anche all’estero i rincari non mancano e i dati sono in continua evoluzione.”

Ma a cosa è dovuto un tale aumento? La causa di tale aumento non è dovuta solo alla guerra tra Russia e Ucraina, ma anche alle accise: in Italia abbiamo le accise più alte d’Europa. In particolare, di accise paghiamo 0,73 euro al litro di benzina. Ma a queste dobbiamo anche aggiungere l’Iva al 22%

Entrambe determinano il prezzo finale. Ma non solo la benzina, anche il diesel ha subito un aumento considerevole. Con 0,62 euro di accise e il 22% di Iva, il prezzo medio del diesel è fisso a 1,89 euro al litro. Tuttavia, non mancano le speculazioni.

Nel frattempo, paesi come Belgio e Francia e Bulgaria sono quelli con le tasse più basse, ovvero rispettivamente 0,60 euro, 0,59 euro e 0,33 euro al litro. Ma vediamo più precisamente cosa sono le accise e quali ancora siamo costretti a pagare.

Prezzo della benzina da record: le accise storiche!

Ma cosa sono le accise? Se dovessimo scomporre questi 0,73 centesimi, potremmo vedere che ogni parte è costituita da voci specifiche che adesso andremo ad elencare. Alcune di queste accise risalgono addirittura agli anni 50. Vediamo quali.

Le accise ancora in vigore sono 19, ovvero:

  • le accise della crisi di Suez del 1956, con 0,00723 centesimi di euro;
  • accise del disastro del Vajont del 1963, con 0,00516 centesimi di euro;
  • accise per l’alluvione di Firenze del 1966, con 0,00516 centesimi di euro;
  • accise per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005, con 0,005 centesimi di euro;
  • accise per il terremoto dell’Aquila del 2009, con 0,0051 centesimi di euro;
  • accise per il finanziamento alla cultura nel 2011, con 0,0071 centesimi di euro;
  • accise per la crisi libica del 2011, con 0,04 centesimi di euro;
  • accise per la ricostruzione del terremoto del Belice del 1968, con 0,00516 centesimi di euro;
  • accise per il terremoto del Friuli del 1976, con 0,0511 centesimi di euro;
  • accise per il terremoto dell’Irpinia del 1980, con 0,0387 centesimi di euro;
  • accise per la missione in Bosnia del 1996, con 0,114 centesimi di euro;
  • accise per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004, con 0,02 centesimi di euro;
  • accise per l’alluvione in Liguria e in Toscana nel 2011, con 0,0089 centesimi di euro;
  • accise per il decreto Salva Italia del 2011, con 0,082 centesimi di euro;
  • accise per la ricostruzione dopo il terremoto in Emilia del 2012, con 0,02 centesimi di euro.

Alle accise attualmente in vigore si dovrà aggiungere anche l’Iva al 22%. Già da ieri il prezzo della benzina e del gasolio è riuscito a superare i 2,30 e 2,40/45 euro al litro, un prezzo che sta mettendo letteralmente in ginocchio il settore degli autotrasporti.

Il record più alto è stato raggiunto dall’isola di Ischia dove il prezzo del diesel ha raggiunto i 2,608 euro al litro, mentre il prezzo della benzina è arrivato a 2,518 euro al litro.

Proprio per questo, da lunedì 14 marzo 2022 partirà uno sciopero generale che coinvolgerà per l’appunto il settore degli autotrasportatori. Ad annunciarlo è stata proprio l’Associazione nazionale Trasporto unito.

L’obiettivo dello sciopero è quello di tutelare non solo i lavoratori, ma anche le imprese, messe in ginocchio dalle spese del trasporto dei prodotti.

Prezzo benzina da record: lo sciopero degli autotrasportatori e i tagli alle accise!

Nella giornata di ieri il partito capeggiato da Silvio Berlusconi, Forza Italia, ha presentato al governo una proposta che riguarda il taglio immediato delle accise attraverso l’intervento già previsto dalla legge Finanziaria del 2008. Secondo Mauro D’Attis, deputato di Forza Italia, questa soluzione

“non comporta riduzioni di gettito per la finanza pubblica […] dovrebbe portare ad una riduzione delle accise di circa 20 centesimi per litro”

Una soluzione che sicuramente riuscirà a tamponare di molto i nuovi aumenti. Tuttavia, il prezzo della benzina continua a crescere giorno dopo giorno e ad essere preoccupata di ciò è anche Confartigianato Imprese.

Secondo quest’ultimo, infatti, i nuovi aumenti potrebbero danneggiare e divorare il margine di guadagno dei lavoratori del settore.

Alla preoccupazione di Confartigianato Imprese si unisce anche quella Confartigianato Trasporti, le quali hanno già sollecitato il Governo chiedendo una riduzione delle tasse, e quindi delle accise, sul prezzo della benzina e del gasolio.

Piano di trivellazione del Governo e decreto bollette

In questo articolo, pubblicato ieri e intitolato Gas e Petrolio in Italia: i piani di estrazione del Governo! | Trend Online (trend-online.com), abbiamo spiegato quali provvedimenti ha adottato il Governo per far fronte all’aumento del prezzo della benzina e dell’energia elettrica. 

Il decreto bollette prevede, in particolare, maggiore estrazione di materiale dal sottosuolo nazionale, anche se non è chiaro quali giacimenti potranno essere utilizzati a tale scopo, e ridurre così i costi energetici.

Al momento i giacimenti attualmente attivi, ma anche quelli più in difficoltà, sono quelli presenti nell’Adriatico, al largo di Ravenna e al largo delle Marche.

Verranno usati anche i nuovi giacimenti presenti nel canale di Sicilia, ovvero Argo e Cassiopea, e uno al largo di Crotone. A ridurre i costi energetici contribuiranno anche le risorse rinnovabili, quali solare ed eolico. Ma non solo.

Il nuovo Decreto-legge Energia, numero 17 del 1° Marzo 2022, prevedrà ulteriori aiuti finanziari per circa 80 milioni di euro destinati al settore autotrasporti. A comunicarlo è stato il direttore di Confartigianato che è attualmente in trattative con il Governo.

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