Prima casa: tornano tutti gli obblighi fiscali pre-pandemia

Dalla fine del 2021 e dall'inizio del 2022, sono tornati alcuni obblighi fiscali, prima interrotti causa pandemia. Uno di questi riguarda la prima casa.

Se pensavate che le interruzioni fiscali dovute alla pandemia, durassero anche un solo giorno di più del dovuto, vi sbagliavate di grosso!

L’emergenza sì, quella si può espandere fino a fine marzo e probabilmente oltre, perché permette al governo, qualsiasi esso sia, di avere e utilizzare “poteri straordinari”, un modo carino per dire che gli permette di fare quello che gli pare con gli italiani e degli italiani.

Ma il Fisco no, ha già aspettato abbastanza, eh. Bisogna ricominciare a riscuotere, le casse piangono. E così insieme alla ripresa attiva a quotidiana del lavoro di riscossione dell’Agenzia delle Entrate, la quale ha ricominciato ad inviare cartelle esattoriali e a mettere in piedi anche procedimenti di pignoramento, se mai ce ne fosse bisogno, anche le imposte sulla prima casa ricevono un nuovo avvio.

Dopo quasi due anni, infatti, sta per tornare l’obbligo di vendita per continuare a conservare le agevolazioni fiscali sulla prima casa. Ma cosa significa questo? Lo spieghiamo meglio e nel modo più semplice possibile.

Prima casa e obbligo di vendita: in cosa consiste?

Chi ha usufruito delle agevolazioni sulla prima casa PRIMA della pandemia, come spiega Leggo, lo ha fatto impegnandosi con lo Stato a vendere entro massimo un anno, una casa o un edificio per il quale si erano già ottenute le stesse agevolazioni, se ce ne fossero, ovviamente. 

In questi due anni, i magnanimi governi, prima Conte e poi Draghi, avevano ritenuto giusto sospendere questo obbligo a causa delle enormi difficoltà di compravendita di immobili e del blocco del mercato immobiliare che si è avuto durante il lockdown.

Ora, però, questo termine è scaduto.  

Come riporta Leggo, il tempo riparte da questo mese di gennaio. Ma il tempo non ricomincia a scorrere solo per l’anno riguardante la vendita dell’immobile che ha ricevuto precedenti agevolazioni.  

Anche altri obblighi riguardanti la prima casa stanno riprendendo dopo nemmeno due anni dall’inizio della pandemia. Ma se l’emergenza non è finita (ma è stata spostata a fine marzo) perché mai invece gli obblighi fiscali sono ricominciati? Temo sia una domanda alla quale sarà difficile ricevere risposta.

Quali altri due obblighi fiscali sono ripresi da questo inizio 2022?

Il primo è l’impegno a cambiare residenza nel Comune in cui si trova la casa acquistata con le agevolazioni, entro un anno e mezzo dall’atto. Il secondo è il divieto di donare o vendere per cinque anni, un edificio acquistato con le agevolazioni riguardanti la prima casa. 

Se questi obblighi che, lo ripetiamo, erano stati sospesi fino a fine 2021, dovessero essere disattesi, si rischia di perdere completamente le agevolazioni riguardanti l’acquisto della prima casa e questo non converrebbe perché si tratta di agevolazioni consistenti per chi si accinge a comprare la propria prima casa ( pagamento imposta di registro ridotta dal 9% al 2%, imposta ipotecaria importo fisso di 50 euro e imposta catastale importo fisso di 50 euro). 

Quindi chi ha venduto la casa soggetta ad agevolazioni, ha tempo un anno per acquistarne un’altra e non perdere le agevolazioni.

Prorogati i termini per fare domanda di Fondo di Garanzia prima casa

La legge di bilancio 2022 ha prorogato i termini fino a fine anno, per fare domanda di Fondo di Garanzia per la prima casa. Chi può fare domanda? I giovani under 36 che hanno un Isee non superiore a 40 mila euro annui

Avere la possibilità di essere accettati a questo fondo, dà l’opportunità di acquistare una casa anche a chi non ha un garante, perché il fondo garantisce addirittura fino all’80% del mutuo prima casa, che comunque non può superare un prezzo di acquisto di 250 mila euro. Anche i tassi di interesse da pagare alla banca saranno calmierati per chi accede al fondo di garanzia. 

Proprio per questo, la nuova manovra finanziaria ha rimpinguato il Fondo con altri 242 milioni di euro.

L’ente gestore del Fondo di Garanzia è la Consap.

È importante avere chiare tutte le caratteristiche dell’agevolazione sulla prima casa, proprio perché il governo Draghi ha deciso di prorogarla anche per il 2022, tramite la legge di Bilancio

Il bonus prima casa e il taglio delle tasse

Il bonus prima casa under 36, qualora si sia in possesso dei requisiti, porta un taglio delle tasse molto agevolante per i giovani che decidono di acquistare la loro prima casa.

  • Per esempio le compravendite non sono soggette ad Iva, gli acquirenti non pagheranno né  imposta di registro, né imposta ipotecaria e catastale.
  • Per le compravendite soggette a Iva, invece, oltre a non pagare imposta di registro, ipotecaria e catastale, agli acquirenti verrà riconosciuto un credito d’imposta pari all’Iva versata dal venditore;
  • Per ultimo, c’è l’esenzione dall’imposta di bollo.

Il credito d’imposta riguardante l’Iva, potrà essere portato:

  • in sottrazione delle imposte da pagare di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni;
  • in sottrazione delle imposte sui redditi delle persone fisiche;
  • compensato tramite modello F24, con codice tributo “6928”;

Prima casa: se non vuoi pagare le tasse e sei un under 36, cosa devi assolutamente sapere

Del bonus prima casa possono beneficiare: 

  • i giovani che non hanno compiuto ancora 36 anni;
  • i giovani che hanno un Isee che non superi i 40 mila euro annui. 

Ma quale Isee bisogna presentare per partecipare a questo bonus, quello corrente o quello ordinario?

Quello ordinario che decorre dal 1° gennaio ed è valido fino al 31 dicembre dell’anno a cui fa riferimento. Questo documento, però, fotografa la situazione patrimoniale e reddituale del contribuente, riguardante i due anni precedenti. 

L’Isee corrente riguarda invece la situazione degli ultimi 12 mesi. 

Prima casa: quando è necessario presentare l’Isee corrente e non quello ordinario?

Se la situazione reddituale, patrimoniale, lavorativa della famiglia è di molto cambiata negli ultimi due anni, allora si può richiedere di inviare l’Isee corrente e non quello ordinario che avrebbe dei dati “falsati”.

I casi in cui può presentare l’ISEE corrente sono i seguenti:

  • perdita del lavoro;
  • perdita di indennità o trattamenti previdenziali;
  • riduzione di oltre il 25% del reddito complessivo familiare;
  • riduzione di oltre il 20% della situazione patrimoniale familiare. 

L’Isee corrente, però, ha validità sei mesi e non un anno. Se dovessero intervenire variazioni o cambiamenti importanti nella situazione reddituale o patrimoniale dopo la presentazione dell’Isee corrente, bisogna ri-aggiornarlo entro due mesi. 

Prorogato anche il bonus affitti per gli under 31

La manovra finanziaria ha prorogato anche la detrazione Irpef per le locazioni contratte dagli under 31. La novità è l’aumento di un anno, mentre prima l’agevolazione era per gli under 30, adesso è per gli under 31. 

L’agevolazione viene inoltre estesa anche alla locazione di una sola porzione di unità immobiliare. Aumentato anche il tempo in cui si può usufruire dell’agevolazione, non più i primi tre anni, ma i primi quattro anni. 

La legge di Bilancio 2022 innalza anche la somma della detrazione fiscale da 300 a 991,6 euro.

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