Conti correnti: ecco quelli più a rischio controllati dal Fisco

Conti correnti a rischio controlli fiscali: ecco quali sono e come avvengono gli accertamenti.

Il Fisco ha a disposizione diversi strumenti per tenere sotto controllo i dati economici dei cittadini e delle imprese, la principale finalità di queste operazioni è combattere l’evasione fiscale, il lavoro nero e le false dichiarazioni per accedere agli aiuti di stato.

Ogni anno vengono potenziati i meccanismi e gli algoritmi che permettono di verificare la corrispondenza tra quanto dichiarato e quanto effettivamente in possesso di ogni contribuente.

Una procedura che si avvale dell’aiuto del redditometro ad esempio, ma anche solo semplicemente con le attestazioni dell’ISEE, tramite il quale, confrontando i dati dichiarati, si può risalire facilmente ai parametri finanziari del profilo che viene preso in esame.

L’Agenzia delle entrate e la guardia di finanza infatti sono autorizzate, anche senza preventivamente informare il contribuente, qualora vi siano dei sospetti, a svolgere operazioni di controllo delle giacenze medie, degli ultimi movimenti effettuati tramite banca e degli acquisti che dovessero risultare dall’estratto conto.

Vediamo quindi come avvengono le verifiche fiscali sui conti correnti ed altri strumenti finanziari, su quali elementi si concentrano, e quali sono le principali operazioni considerate ad alto rischio.

I conti correnti controllati dal Fisco

Chiariamo subito che tutti i conti correnti sono a rischio controllo, compresi quelli base e quelli che prevedono in abbinamento una carta prepagata con iban per poter svolgere movimenti bancari online. Alcune tipologie però sono più considerate esposte alle verifiche, questo però non dipende tanto dal contratto bancario, ma dall’attività svolta dal contribuente e dalle operazioni effettuate .

Quindi non sono esenti da indagini ed accertamenti nemmeno i minimi depositi di risparmio, in quanto anche una cifra che viene lasciata ferma sul conto senza movimentazioni recenti, può allertare l’agenzia delle entrate e far scattare una verifica con incrocio dati presenti negli archivi, la cosiddetta “Superanagrafe” dei dati fiscali.

Attenzione quindi alla conformità di quanto dichiarato per quanto riguarda:

  • Giacenza media annua
  • Movimenti quali versamenti ed accrediti di cifre superiori a 5000 euro
  • Prelievi in contanti, oltre i 1000 euro per i quali può essere richiesta una autodichiarazione sulla finalità della somma richiesta.

Oltre al classico conto corrente, e relativi movimenti, la Guardia di Finanza potrà monitorare anche altri strumenti finanziari come:

  • Investimenti e partecipazioni in società
  • Assicurazioni e prodotti di risparmio previdenziale come polizze vita e fondi pensione
  • Carte di credito, anche prepagate
  • Depositi titoli e conti deposito.

Per le persone fisiche, anche chi possiede un solo conto base quindi, potranno essere analizzate tutte le entrate e le uscite, ed i risparmi sotto forma di altri prodotti, qualora il fisco consideri uno scostamento troppo ampio tra quanto dichiarato ad esempio tra l’imponibile irpef indicato nellla Certificazione Unica e quanto si spende effettivamente durante l’anno. Mentre per i titolari di partita IVA i controlli sono più complessi ed i rischi anche più elevati.

Controlli anti evasione sui conti correnti aziendali

Ovviamente c’è da dire che i conti correnti associati ad una partita iva e cioè quelli aziendali sui quali vengono effettuate operazioni a nome dell’impresa commerciale o professionale, sono sicuramente più soggetti a verifiche.

Questo perchè è il tipo di contribuente che in genere è più a rischio evasione fiscale. Infatti solitamente i controlli fiscali si concentrano sulla prevenzione delle omesse dichiarazioni di guadagni per cercare di arginare il fenomeno dei ricavi in nero e l’evasione di imposte quali IRPEF ed IVA.

Per questo ad essere controllate saranno sicuramente le operazioni di versamento e prelievo contanti ma non solo, possono essere abbinati ad indagini sul tenore di vita del titolare e sugli ultimi acquisti di beni eventualmente considerati di lusso, cioè su spese superiori ai 5.000 euro. Inoltre in questi casi può scattare il cosiddetto redditometro che prevede un’attenta analisi di tutta la situazione economica generale del soggetto che è sotto inchiesta.

Per evitare le accuse di violazione alla privacy, potranno essere verificati i conti correnti anche in via preliminare con i dati sensibili nascosti e solamente, se, in seguito al controllo dovessero risultare dei sospetti di evasione fiscale si potrà procedere a rilasciare le informazioni anagrafiche del titolare per approfondire eventualmente le indagini.

In quest’ultimo caso sarà responsabilità del soggetto controllato produrre apposita documentazione al fine di provare che non siano avvenute attività illecite o omesse dichiarazioni sulla situazione economica.

Controlli agenzia entrate sull’ISEE

Per i privati, attualmente il maggiore indicatore che può far scattare il controllo fiscale di accertamento è l’ISEE. Lo strumento di certificazione dei redditi che ultimamente quadsi tutti sono costretti a compilare per ottenere le agevolazioni previste dallo stato.

Nell’ISEE deve essere infatti presente la giacenza media di tutti i rapporti di conto corrente bancario intestati al nucleo familiare, e già questo porta in sede di attestazione ad un preventivo controllo preliminare per accertare che i dati corrispondano al vero.

Nel corso dell’anno di validità l’Agenzia delle Entrate potrà su base ISEE intraprendere ulteriori controlli che potrebbero scattare in seguito ad operazioni sospette e quindi portare alla scoperta di un tenore di vita del contribuente molto più elevato rispetto a quanto dichiarato.

Anche qui il fine ultimo è il contrasto in particolare per i privati, al lavoro nero, e alle entrate di denaro non dichiarate nella sezione “patrimonio mobiliare” per le quali, in caso di accertamento per difformità, si rischiano anche denunce penali per vari tipi di reato, oltre che quella per evasione fiscale, quella sulle attività in nero e quella sulle false dichiarazioni, specialmente se grazie ai dati ISEE falsati sul conto corrente si richiedono bonus ed aiuti dallo stato per i nuclei familiari a basso reddito.

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