RAL: ecco come calcolare il netto

La RAL, Retribuzione Annua Lorda, indica l'importo totale dello stipendio percepito da un dipendente in un anno, al lordo delle imposte sui salari. Vediamo come calcolare il netto.

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La RAL (Retribuzione Annua Lorda) è la somma totale dei ricavi annui dello stipendio di un dipendente. Vediamo dunque come calcolare il netto.

Come funziona lo strumento per calcolare il netto

Lo strumento gratuito di PMI.it calcola innanzitutto la retribuzione annua lorda (RAL), cioè quella solitamente concordata al momento della stipula del contratto di lavoro. Per determinare la retribuzione netta mensile, lo strumento applica le regole stabilite dalla normativa vigente (tenendo conto delle modifiche dal 2022 previste dalla riforma dell'IRPEF inserita nella Legge di Bilancio). In sostanza, il datore di lavoro, in qualità di sostituto d'imposta, separa le imposte e le detrazioni applicabili all'importo lordo, a seconda del rapporto di lavoro, della regione di residenza e dell'eventuale inclusione di persone a carico nel nuovo calcolo di quale parte dell'IRPEF è recuperabile.

Ecco come viene calcolato l'importo della trattenuta fiscale sullo stipendio.

A partire dalla RAL, si calcola l'importo dello stipendio al netto delle imposte, si sottraggono le imposte locali e comunali in base alla nuova classificazione IRPEF e le detrazioni a cui il dipendente ha diritto e si aggiungono alla busta paga dei dipendenti che hanno diritto a ricevere il beneficio IRPEF (perso le nuove detrazioni per lavoro dipendente 2022). Per calcolare lo stipendio netto mensile si tiene conto del mese della busta paga e del numero di giorni lavorati come dipendente.

Calcolare il netto: ecco come si calcola

Il calcolo della retribuzione netta RAL così ottenuto può differire leggermente a seconda del relativo contratto di lavoro (CCNL), che può prevedere alcuni contributi aggiuntivi, anche se la retribuzione netta calcolata dallo strumento gratuito PMI.it è un buon punto di partenza per capire, ad esempio, eventuali aumenti di stipendio, non tiene conto delle detrazioni aggiuntive calcolate nella dichiarazione dei redditi o di eventuali costi (cifra IVA) da detrarre da parte del lavoratore autonomo o del professionista.

Altri elementi da considerare per un calcolo preciso dello stipendio netto sono:

  • l’aliquota contributiva applicata dall’Ente previdenziale di appartenenza a carico del lavoratore (l’aliquota INPS è pari al 9,19%, quella a carico del datore di lavoro non viene indicata in busta paga e varia a seconda dei settori di appartenenza, l’imponibile IRPEF è pari allo stipendio lordo meno i contributi INPS);

  • il regime fiscale;

  • eventuali altri redditi.

La decontribuzione 2023

Per i lavoratori dipendenti, l'aliquota fiscale è ridotta al 2% per i redditi annui lordi fino a 35.000 euro (corrispondenti a uno stipendio mensile di 2.692 euro) e al 3% per i redditi annui lordi fino a 25.000 euro (corrispondenti a uno stipendio mensile fino a 1.923 euro) dal 1° gennaio 2023. L'esenzione parziale dai contributi previdenziali è interamente a carico della lavoratrice nel rapporto di lavoro, ad eccezione del lavoro domestico.

Le dipendenti che rientrano dal congedo di maternità hanno diritto a una detrazione del 50% dei contributi a carico del lavoratore per un periodo di 12 mesi.

Per i datori di lavoro, una nuova disposizione della manovra 2023 prevede un'esenzione contributiva del 100% per 12 mesi per il lavoro svolto nell'anno di reddito di residenza permanente (anche di conversione), ad esclusione del lavoro domestico.

Per i giovani è previsto un esonero contributivo del 100% fino a 8.000 euro annui, con estensione da tre a quattro anni in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna, in caso di assunzione a tempo indeterminato di persone con meno di 36 anni.

Per le donne disoccupate di tutte le età e per i disoccupati di età inferiore ai 50 anni è prevista una riduzione del 50% fino a 8.000 euro per ogni incremento occupazionale per un periodo di 12 mesi per i contratti a tempo determinato e di 18 mesi per i contratti a tempo indeterminato.

Questi incentivi all'occupazione si applicano ai datori di lavoro privati, ad eccezione del lavoro domestico.

I fattori da tenere in considerazione

Abbiamo visto che tra i fattori da tenere in considerazione per il calcolo preciso della retribuzione netta mensile e annuale ci sono i contributi dei dipendenti, che è utile conoscere anche per il calcolo dell'imposta da versare allo Stato, poiché la base imponibile dell'IRPEF è pari alla retribuzione lorda al netto dei contributi INPS.

Ma cosa sono i contributi previdenziali e assistenziali?

I contributi previdenziali, solitamente versati all'INAIL o all'INPS, sono versamenti obbligatori che i datori di lavoro devono effettuare agli enti previdenziali per conto dei propri dipendenti, a copertura di eventi quali malattia, disoccupazione, parto, infortuni sul lavoro o invalidità.

Con riferimento all’INPS, le aliquote delle contribuzioni ai fini pensionistici (IVS) sono in genere pari al 33% della retribuzione lorda del lavoratore, di cui:

  • il 9,19% a carico del lavoratore. Queste trattenute previdenziali vengono riportate in busta paga e vanno scorporate dalla retribuzione lorda, per ottenere il valore dello stipendio netto;

  • il 23,81% a carico del datore di lavoro. Questi oneri sociali non vengono indicati in busta paga, quindi non bisogna tenerne conto per calcolare il RAL o lo stipendio netto. Per conoscere il loro ammontare, ogni anno al lavoratore viene consegnato “Modulo 01 M”, dove è riportato il rendiconto dei contributi previdenziali versati a nome del lavoratore dal datore di lavoro.

Le gestioni in relazione alle quali la misura della contribuzione ai fini pensionistici si attesta a una diversa misura sono:

  • Fondo di quiescenza degli iscritti all’Istituto Postelegrafonici IPOST (32,65%);

  • Fondo Volo (a seconda dell’anzianità assicurativa e dell’adesione o meno a fondi complementari di previdenza: 38%, 37,70%, 40,82%);

  • Fondo Pensioni Lavoratori Spettacolo (solo per ballerini, tersicorei, coreografi e assistenti coreografi iscritti successivamente al 31 dicembre 1995: 35,70%).

contributi assistenziali, che essendo versati dal datore di lavoro non hanno impatto sul calcolo dello stipendio netto, hanno un importo variabile a seconda del settore produttivo di appartenenza dell’azienda datrice di lavoro. Solitamente gli importi sono pari a:

  • contributo disoccupazione (per i rapporti T.D.+1,40%): 1,61%;

  • contributo per l’indennità economica di malattia (misura variabile in base al settore): 2,22% – 3,21%;

  • contributo maternità (misura variabile in base al settore): 0,24% – 0,46%;

  • contributo per il fondo di garanzia TFR : 0,20%.