Ravvedimento operoso 2022: cos’è? Calcolo e sanzioni!

Scopri tutto sul ravvedimento operoso 2022, con il quale il contribuente può sanare il pagamento omesso, tardivo o insufficiente di un'imposta.

A tutti può capitare di sbagliare, figuriamoci se non si può sbagliare nella compilazione della propria dichiarazione dei redditi e nel pagamento delle imposte dovute allo Stato.

Lo Stato italiano viene dipinto spesso come intransigente, ed è vero, ma è anche vero che lascia al contribuente la possibilità di sbagliare e anche di rimettere in regola la propria posizione fiscale, con lo strumento del ravvedimento operoso.

Il ravvedimento operoso è una particolare tipologia di operazione che consente al contribuente di rimediare, in un secondo momento, e, dunque, di ravvedersi, in modo da poter sanare il pagamento che sia stato:

  • Pagamento omesso;
  • Pagamento tardivo;
  • Pagamento irregolare;
  • Pagamento insufficiente.

Quindi, se il contribuente non provvede a pagare entro i termini previsti, di volta in volta, nel caso particolare di imposta o tassa alla quale ci si ritrova a dover adempiere, allora può decidere di pagare attraverso il ravvedimento operoso.

Il ravvedimento operoso è stato introdotto all’interno del nostro ordinamento, attraverso l’emanazione del Decreto Legislativo n. 472 del 1997 e figura, nello specifico, nell’art. 13 di tale legge.

Tramite questa operazione, il contribuente ha la possibilità di ravvedersi e di regolarizzare la propria posizione fiscale nei confronti dello Stato e di pagare l’imposte se egli si ritrova in una delle situazioni che sono state esplicitate in precedenza.

Questa soluzione di compromesso, però, può prevedere delle sanzioni, che sono comunque minori rispetto a quelle che si avrebbero nel caso in cui non si ricorresse a tale strumento.

Inoltre, il ravvedimento operoso matura degli interessi legali che vanno ad aumentare la somma di denaro che bisogna versare per una determinata imposta.

L’art. 13 del Decreto Legislativo n. 471 del 1997, prevede una sanzione pari al 30% per il pagamento delle imposte dovute oltre i termini previsti.

La normativa è stata però modificata, integrata ed aggiornata dal Decreto Legislativo n. 158 del 2015, il quale prevede una riduzione della sanzione prevista fino al 15%, nei casi di pagamenti dell’imposta dovuta con un ritardo che non sia superiore al termine di 90 giorni, dopo la data di scadenza fissata.

In sostanza, più il pagamento tramite il ravvedimento operoso sarà tempestivo, e minori saranno le sanzioni e gli interessi da pagare in aggiunta a quanto già dovuto.

Come vedremo in maniera più dettagliata nel corso di questo articolo, le sanzioni, oltre al termine dei 90 giorni, vengono ridotte anche in base alla diversa tipologia di violazione e di ravvedimento operoso che si va ad utilizzare.

Questo istituto giuridico tributario è stato modificato dal Governo Draghi e, tali modifiche, sono entrate in vigore, appunto, a partire dal 1° gennaio 2022.

Nello specifico, è stato modificato il tasso d’interesse legale, il quale è stato portato all’1,25%, e tanti altri fattori!

Continuando a leggere questo articolo, potrai conoscere tutto ciò che riguarda il ravvedimento operoso 2022!

Nello specifico, andremo a dare, inizialmente, una breve definizione, andremo a parlare di che cos’è il ravvedimento operoso ed andremo a vedere chi può utilizzare questo tipo di strumento.

Dopodiché, andremo a parlare di quali sono le principali imposte che possono essere pagate, in un momento successivo, attraverso il ravvedimento operoso e di quali e quante tipologie di ravvedimento operoso esistono.

Contestualmente, andremo a parlare anche delle sanzioni previste in base alle diverse tipologie di ravvedimento operoso.

Successivamente, andremo a vedere quali sono le principali novità che sono state introdotte per quanto riguarda il ravvedimento operoso 2022.

Ed infine, per concludere questo articolo, andremo ad approfondire il tema del calcolo degli interessi legali per il ravvedimento operoso 2022.

Ravvedimento operoso: che cos’è?

Prima di accingerci ad espletare tutte le novità previste per il 2022, il funzionamento e il calcolo del ravvedimento operoso 2022, dobbiamo andare a fare delle opportune premesse, per poter comprendere al meglio il senso dei paragrafi successivi.

Per l’appunto, il primo passo che andremo ad effettuare in questa breve guida, sarà quello di andare a dare una breve definizione e di andare a vedere che cos’è il ravvedimento operoso.

Il ravvedimento operoso è una particolare tipologia di operazione tributaria che consente al contribuente di regolarizzare la propria posizione con il Fisco, andando a sanare i pagamenti omessi, tardivi, irregolari o insufficienti di una determinata imposta dovuta.

Questo particolare istituto è disciplinato dall’art. 13 del Decreto Legislativo n. 472 del 1997, successivamente integrato dal Decreto Legislativo n. 158 del 2015.

Il ravvedimento operoso prevede il versamento, oltre che dell’imposta, anche di sanzioni e di interessi legali, che fanno aumentare l’importo da pagare in misura, via via crescente, in base al numero di giorni di ritardo dal pagamento dell’imposta rispetto alla data fissata.

Oltre che alla tempestività del pagamento, la somma di denaro da versare allo Stato varia anche in base alla tipologia di violazione che il contribuente abbia commesso.

Il ravvedimento operoso viene pagato attraverso un unico modello f24, con determinati codici tributo da dover inserire, il quale contiene:

  • L’imposta dovuta;
  • Il tasso d’interesse legale maturato;
  • Le sanzioni applicate.

Chi può utilizzare il ravvedimento operoso?

Dopo aver dato una breve definizione ed aver visto che cos’è il ravvedimento operoso, andiamo adesso a parlare di chi può utilizzare il ravvedimento operoso.

Nello specifico, possono pagare in ritardo un’imposta, attraverso l’istituto del ravvedimento operoso, tutti i contribuenti che non abbiano ricevuta alcuna notifica per atti di liquidazione e di accertamento.

L’unico limite che si ha con il ravvedimento operoso è che, il versamento delle imposte dovute attraverso questo istituto, non preclude all’Agenzia delle Entrate la possibilità di fare accertamenti, anche in un momento successivo al pagamento di quanto dovuto.

Invece, prima della Legge di Bilancio del 2015, si poteva accedere al ravvedimento operoso solamente se si rientrava entro un determinato periodo di tempo, oltre il quale decadeva in maniera automatica il beneficio.

In particolare, ecco qua sotto i motivi per cui, prima del 2015, non si poteva utilizzare il ravvedimento operoso:

  • Quando l’omesso, il ritardato, l’irregolare o l’insufficiente pagamento dell’imposta dovuta era già stato notificato;
  • Quando erano già iniziate le operazioni di accesso, di accertamento, di ispezione, di verifica e di controllo;
  • Quando erano già stata iniziata qualsiasi altra attività di accertamento.

Le principali tasse e imposte oggetto di ravvedimento operoso!

Dopo aver parlato di chi può utilizzare il ravvedimento operoso, passiamo adesso a vedere quali sono le principali tasse e le principali imposte che possono essere oggetto di ravvedimento operoso.

Nello specifico, queste sono:

  • L’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF);
  • L’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA);
  • L’Imposta sul Reddito delle Società (IRES);
  • L’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP);
  • Le addizionali comunali e regionali;
  • L’imposta di registro;
  • L’imposta di bollo;
  • L’imposta catastale;
  • L’imposta ipotecaria;
  • Le ritenute alla fonte;
  • Ecc…

Ravvedimento operoso 2022: tipologie e sanzioni!

Dopo aver parlato delle principali imposte e tasse oggetto di ravvedimento operoso, passiamo adesso a vedere quali sono le principali tipologie di ravvedimento operoso 2022.

Nello specifico, ecco quali sono le varie tipologie di ravvedimento operoso:

  • Il ravvedimento operoso Sprint, entro 14 giorni dalla scadenza (sanzione che può andare dallo 0,1% allo 1,4% al giorno);
  • Il ravvedimento operoso Breve, dopo 14 giorni ma entro 30 giorni dalla scadenza (sanzione dell’1,5%);
  • Il ravvedimento operoso Intermedio, dopo 30 giorni ma entro 90 giorni dalla scadenza (sanzione dell’1,67%);
  • Il ravvedimento operoso Lungo, dopo 90 giorni ma entro 1 anno dalla scadenza o entro la scadenza fissata per la dichiarazione (sanzione del 3,75%);
  • Il ravvedimento operoso Biennale, dopo 1 anno ma entro 2 anni dalla scadenza o entro la scadenza fissata per la dichiarazione dell’anno successivo (sanzione del 4,29%);
  • Il ravvedimento operoso Lunghissimo o Ultra Biennale, dopo 2 anni dalla scadenza (sanzione del 5% o del 6%);
  • Il ravvedimento operoso per omessa presentazione della dichiarazione, entro 90 giorni dalla scadenza (sanzione del 10% o del 12%);
  • Il ravvedimento operoso Parziale o Frazionato.

Ravvedimento operoso: le novità previste per il 2022!

Dopo aver parlato delle principali tipologie di ravvedimento operoso, andiamo adesso a vedere quali sono le principali novità che sono previste per il 2022.

Nello specifico, le novità sul ravvedimento operoso 2022 si possono riassumere nell’aumento del tasso di interesse legale, portato all’1,25%, su disposizione del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Questo incremento è stato deciso il 13 dicembre del 2021, così come previsto e disciplinato dall’art. 1284, comma 1, del codice civile, il quale prevede, oltre al termine del 15 dicembre di ogni anno per la modifica dell’interesse legale, anche le motivazioni per cui il Mef può decidere di modificarlo.

Ecco i fattori che contribuiscono a far modificare il tasso d’interesse legale:

  • Il rendimento medio annuo lordo dei Titoli di Stato che abbiano una durata inferiore ad 1 anno;
  • Il tasso d’inflazione annuale.

Ravvedimento operoso 2022: calcolo degli interessi legali

Oltre al versamento dell’imposta dovuta, il contribuente che procede al ravvedimento operoso, deve pagare anche:

Gli interessi legali;

Le sanzioni.

Partiamo dagli interessi legali ed andiamo a vedere come sono stati modificati dal Mef nel corso degli anni.

  • 2010: 1%;
  • 2011: 1,5%;
  • 2012: 2,5%;
  • 2013: 2,5%;
  • 2014: 1%;
  • 2015: 0,5%;
  • 2016: 0,2%;
  • 2017: 0,1%;
  • 2018: 0,3%;
  • 2019: 0,8%;
  • 2020: 0,05%;
  • 2021: 0,01%;
  • 2022: 1,25%.

Bisogna poi ricordarsi, quando si vanno ad applicare gli interessi legali dell’1,25% sull’ammontare dell’imposta dovuta, di dividere il tutto per 365 giorni.

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