I redditi dei figli si sommano a quelli dei genitori? Ecco i chiarimenti

I redditi percepiti dai figli conviventi con i genitori, si sommano insieme? Ecco a cosa fare attenzione e i chiarimenti.

Quando si parla di redditi, soprattutto quando la famiglia è numerosa, possono sorgere diversi dubbi intorno alla loro cumulabilità. Ovvero: quando i redditi sono cumulabili tra figli e genitori? Quando vanno dichiarati insieme, e quando invece, si possono dichiarare separatamente?

Altri quesiti invece possono emergere intorno alla richiesta di particolari bonus e sussidi: quando è necessario sommare i redditi di tutti i componenti della famiglia per chiedere l’accesso a bonus fiscali o di assistenza?

Cerchiamo di chiarire questi aspetti, e vedere quando i redditi dei figli si sommano a quelli dei genitori, e quando invece questo non avviene.

Quando i redditi dei figli non si sommano a quelli dei genitori

Una prima distinzione tra redditi dei figli e dei genitori va fatta quando si parla di modello 730. Con questo documento ogni anno i lavoratori sono tenuti a dichiarare i propri redditi percepiti, quindi il guadagno derivato dal lavoro, da eventuali altre rendite, ma anche da eventuali pensioni.

Ogni soggetto quindi procede in modo distinto a presentare la propria dichiarazione dei redditi utilizzando generalmente il modello 730. Il modello Redditi PF invece è il documento maggiormente usato da parte di chi ha una Partita Iva e lavora in autonomia.

Quando in una famiglia ci sono genitori e figli, conviventi nella stessa casa, il modello 730 relativo ai redditi del figlio non va a contenere informazioni aggiuntive sui genitori, quindi in questo caso i redditi non si sommano.

Prendiamo ad esempio una famiglia con due figli conviventi, che lavorano entrambi: ognuno dei figli è tenuto a presentare annualmente la propria dichiarazione dei redditi, chiedendo il supporto di un professionista o di un centro CAF, oppure procedendo direttamente online con la dichiarazione precompilata fornita dall’Agenzia delle Entrate.

In questo modo i figli vanno a dichiarare qual è il reddito percepito, in modo individuale, dal lavoro svolto. Il modello 730 quindi non somma i redditi dei genitori, né quelli tra fratelli, ma è del tutto individuale. Anche i genitori che lavorano o percepiscono pensione effettuano la propria dichiarazione dei redditi.

Se però a carico di un lavoratore che presenta la dichiarazione ci sono altre persone, come figli, che non lavorano, nella dichiarazione vanno inseriti i dati di queste persone a carico.

In questo modo il lavoratore può accedere ad importanti agevolazioni, come le detrazioni per le spese sanitarie sostenute per loro. Si parla quindi qui di familiari che non percepiscono alcuna remunerazione, disoccupati o con un reddito sotto la soglia minima per essere considerati non a carico.

Riassumendo, tramite modello 730 i soggetti singoli presentano la propria dichiarazione dei redditi percepiti, e i dati che riguardano le persone strettamente a proprio carico. Le cose cambiano, come vedremo tra poco, quando si parla di ISEE.

Quando i redditi dei figli si sommano a quelli dei genitori

Un caso diverso è quello per cui si deve presentare l’ISEE, ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. In questo caso infatti vanno sommati tutti i redditi percepiti dai lavoratori nella famiglia, e i redditi da pensione.

Si vanno a dichiarare qui sia i guadagni che le proprietà immobiliari e non, i dati relativi ai conti correnti e ai veicoli posseduti da tutti i componenti del nucleo familiare. A differenza del solo modello 730, l’ISEE è un valore che tiene in considerazione le informazioni di tutti coloro che rientrano nel nucleo familiare.

In questo caso vanno indicati tutti i componenti, sia quelli a carico che quelli che percepiscono reddito, eventuali soggetti che ricevono una pensione, soggetti disoccupati, figli e così via.

Per il calcolo dell’ISEE i redditi dei figli si sommano a quelli dei genitori se formano un unico nucleo familiare, ovvero se abitano nello stesso immobile.

Si possono richiedere invece due attestazioni ISEE separate se i figli sono autonomi, vivono un case differenti e non percepiscono mantenimento dai genitori.

Disporre del valore ISEE, che può essere richiesto in un centro CAF, all’INPS oppure con il supporto di professionisti, è utile per poter accedere a diverse agevolazioni fiscali e bonus.

Pensiamo ad esempio al reddito di cittadinanza, alla pensione di cittadinanza, al bonus bollette, ma anche al bonus prima casa per giovani under 36. In tutti questi casi è indispensabile disporre del valore ISEE che tiene presente la situazione reddituale di ogni membro della famiglia.

In altri casi invece l’ISEE è facoltativo: pensiamo alla possibilità di richiedere degli sconti sulle tasse universitarie, oppure all’Assegno Unico, per cui chi non presenta questo valore ottiene comunque il bonus, ma di importo più basso.

Omettere dei dati che riguardano alcuni componenti della famiglia che percepiscono reddito, come i figli, non è un’operazione consentita, per cui si può andare incontro alla perdita dei bonus e anche a sanzioni.

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