Reddito di cittadinanza: scatta nuovo obbligo! Perdi tutti i soldi se non lo fai subito

Cosa cambia nel 2023 per il Reddito di Cittadinanza? Che novità ci sono sul Reddito di Cittadinanza? Ultime novità INPS modello e invio domanda telematica.

Nuove prospettive per il Reddito di cittadinanza arrivano cambiamenti? La presenza di vecchie disposizioni allacciata a nuovi interventi mette in crisi i percettori del sussidio. Le notizie vecchie e nuove si accavallano tanto da creare una nuvola di confusione. 

Peraltro, c’è da chiedersi perché l’INPS ha attivato tardivamente l’aggiornamento della domanda telematica permettendo un rapido accesso al Reddito di cittadinanza e l’immediato avvio dei controlli sul diritto all’ammortizzatore sociale.

La situazione dei percettori del reddito di cittadinanza è chiara per continuare a fruire del beneficio economico devono compilare un nuovo modulo, pena la decadenza del diritto al sussidio. La recente novità è stata introdotta dall’INPS nel messaggio n. 3684 pubblicato il 7 ottobre 2022.

Si parla, di un aggiornamento sviluppato dietro presentazione di un apposito modulo per coloro che percepiscono il sussidio di Stato, messo a regime per le famiglie come supporto economico per contrastare attivamente la povertà assoluta. 

L’erogazione del Reddito di cittadinanza è subordinata dalla presenza di quest’ultimo modello. Da subito si comprende che una bella fetta di fruitori potrebbe essere messa nelle condizioni di non ricevere più il sussidio di Stato, ma soprattutto di doverlo restituire. 

Vediamo subito cosa dice la circolare dell’INPS, cercando di capire esattamente come, quando e chi deve restituire il Reddito di cittadinanza.  

Reddito di cittadinanza: scatta l’obbligo! Perdi tutti i soldi se non lo fai subito

Prima di capire esattamente cosa produce l’obbligo del nuovo modulo è importante ricordare in sintesi i passaggi che hanno portato a quest’ultima evoluzione. 

L’INPS richiede una nuova prassi per l’invio delle domande telematiche con l’aggiornamento dei dati essenziali per il rilascio del Reddito di cittadinanza. Le direttive recepite riguardano le disposizioni contenute nella Legge di Bilancio 2022. 

Il riferimento cade sul decreto legge del 28 gennaio 2019, che richiede l’aggiornamento dell’indicazione dei dati essenziali per l’individuazione delle condizioni indispensabili per godere del sussidio. Elementi riconducibili al richiedente e alla composizione dei membri appartenenti al nucleo familiare, con riferimento alle condanne penali e misure cautelari. 

In presenza di una condanna definitiva scatta la perdita del Reddito di cittadinanza con effetto retroattivo. Per cui, tutte le somme di denaro percepite indebitamente devono essere restituite. L’INPS procede con l’applicazione delle disposizioni sancite nel comma 10. 

È possibile richiedere nuovamente il Reddito di cittadinanza solo decorsi 10 anni dalla condanna penale. 

D’altra parte, non è del tutto una novità per i fruitori del sussidio, specie considerando che a luglio l’Istituto ha richiesto un ulteriore aggiornamento attraverso la presentazione della dichiarazione d‘immediata disponibilità al lavoro (DID). 

Reddito di cittadinanza: 288 milioni di frodi a danno dello Stato  

Ogni aggiornamento operato sulle condizioni del Reddito di cittadinanza è finalizzato alla scoperta dei furbetti. Per assurdo, anche l’aggiornamento di un modulo porta in grembo il potenziamento della lotta agli illeciti

Fermo restando che parliamo dell’applicazione di disposizioni operate dal precedente Esecutivo, resta da comprendere che l’attuale governo ha preannunciato una spietata lotta verso coloro che percepiscono indebitamente il sussidio e non solo.

D’altra parte, il numero dei fruitori del RdC che non rispetta le regole è impressionante, parliamo di circa 288 milioni di frodi a danno dello Stato. 

Da un lato, prende piede l’intenzione del Governo italiano di falciare il sussidio per coloro che si trovano nella posizione di poter lavorare. Per questo motivo, il nuovo aggiornamento porta in grembo una scia rivoluzionaria dell’ammortizzatore sociale. 

Reddito di cittadinanza: nuove prospettive più controlli e addio sussidio 

Le prospettive future vertono sul diritto al sussidio per i fragili, le famiglie in stato di povertà e coloro che si trovano nella situazione di non poter affrontare un contesto lavorativo. 

Ciò significa che domani il Reddito di cittadinanza non verrà bloccato a tutti, molti lo riceveranno ancora fino alla scadenza naturale. È, possibile, che applicando le nuove disposizioni e l’introduzione delle prossime modifiche dell’ammortizzatore sociale il processo del blocco si attivi addirittura al primo rifiuto di un’offerta congrua di lavoro.

In tanti non arriveranno alla seconda opportunità, specie se percettori da almeno 12 mesi. Non scatterà la restituzione delle somme percepite in precedenza, ma le prospettive future vertono sul fermo immediato del sussidio.

Come, quando e chi deve restituire il Reddito di cittadinanza?  

Va sottolineata la presenza dell’aggiornamento dei requisiti disposti dalla normativa vigente, ovvero un rafforzamento dei controlli destinati all’individuazione degli illeciti.

È attesa una task force pronta a stanare tutti i percettori indebiti del RdC e non solo. I controlli saranno indirizzati a scovare tutti coloro che hanno presentato dichiarazioni “difformi”, non solo ai fini del nucleo familiare, con l’omessa presenza di membri ai fini dell’Indicatore ISEE, ma soprattutto, saranno indirizzati alla verifica delle residenze fittizie.

Insomma, si attendono grossi cambiamenti rivolti anche all’individuazione della proprietà delle auto non presenti tra la categoria di quelle ammissibili dalla normativa.  

Occorre, sottolineare, che la normativa vigente punisce tutti coloro che svolgono un’attività lavorativa in nero. Ricordiamo che le recenti novità in materia di omissione di dichiarazione sono contenute nella Legge di Bilancio 2022. 

È punito secondo la legge italiana il cittadino o lo straniero che non modifica le condizioni sullo stato occupazionale, lo stesso principio segue per il lavoro autonomo. In ogni caso, si dispone di 30 giorni per la rettifica della comunicazione d’inizio lavoro. Per i percettori indebiti scatta il blocco del sussidio e la restituzione delle somme percepite indebitamente. 

Il falso o la dichiarazione mendace sono punibili con una sanzione, la perdita del diritto e nei casi gravi alla reclusione da un minimo di due anni fino a un massimo di sei anni.  Se, l’omessa dichiarazione della condizione reddituale o, ancora, patrimoniale non solo produce la revoca del sussidio, ma anche alla reclusione da un minimo di uno anno fino a un massimo di tre anni. 

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