Regime forfettario per tutti i codici Ateco? Attenzione!

I codici Ateco e il regime forfettario sono intrinsecamente collegato l'uno all'altro. I primi, infatti, servono a catalogare a livello fiscale le imprese che usufruiscono del secondo. Non tutti i codici Ateco, però, possono usufruire del regime forfettario che presenta regole ben precise.

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La pandemia ha causato enormi perdite a livello umano, oltre a rivoluzionare il nostro modo di approcciarci con il prossimo. Il lockdown, il timore di contagiarsi, la paura della terapia intensiva hanno inevitabilmente colpito molte persone nel proprio intimo.

Dopo due anni di lotta contro il Covid-19, infatti, le conseguenze son state numerose sotto vari punti di vista. Nonostante ciò, però, sono davvero molte le persone che hanno intenzione di tornare alla vita con nuovi e importanti progetti.

Tra coloro che hanno il proposito di concretizzare i propri sogni, sebbene il periodo non proprio idilliaco, vi sono gli imprenditori e le imprenditrici intenzionati ad aprire una loro piccola impresa.

Un modo messo in atto dallo stato per andare incontro a questo tipo di attività commerciale è quello del regime forfettario. Nato nel 2015 grazie alla Legge di Stabilità, esso è rivolto a un ben preciso tipo di soggetti.

“In sintesi, il regime forfetario prevede rilevanti semplificazioni ai fini IVA e ai fini contabili, e consente, altresì, la determinazione forfetaria del reddito da assoggettare a un’unica imposta in sostituzione di quelle ordinariamente previste, nonché di accedere ad un regime contributivo opzionale per le imprese.” 

Queste le parole esplicative presenti sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Naturalmente, chi ha intenzione di intraprendere un’avventura di tale portata deve essere conscio di tutte le informazioni e i contesti del caso.

Per prima cosa, per poter entrare a far parte del regime forfettario bisogna controllare il proprio codice Ateco, ovvero il codice identificativo della propria attività commerciale

Tramite di esso, infatti, si potrà comprendere la portata delle proprie tasse. A dare notizie fondamentali in merito ci pensa anche il sito CODICEATECO.IT sul quale si può leggere quanto segue:

“Il codice Ateco è una combinazione alfanumerica che identifica una attività economica. Le lettere individuano il macro-settore economico mentre i numeri (da due fino a sei cifre) rappresentano, con diversi gradi di dettaglio, le specifiche articolazioni e sottocategorie dei settori stessi”.  

Ecco, dunque, i motivi principali per cui deve essere analizzata con cura questa tematica così importante.

Che cos’è il regime forfettario

Prima di snocciolare le nozioni più rilevanti riguardanti i codici Ateco, è bene dare le informazioni basilari riguardanti il regime forfettario. Alcuni fatti rilevanti importanti ci vengono forniti dal sito di Impresa 8108 Blog. Su di esso si ritrovano tali parole:

“Nel Regime Forfettario 2022 resta invariata la soglia di ricavi come requisito di accesso: potrai accedere e mantenere il regime agevolato se il fatturato annuo non supera i 65.000 euro”.  

Altre importanti informazioni provenienti dal mondo del regime forfettario e dei codici Ateco vengono ampiamente snocciolate dal canale YouTube Fiscal Focus all’interno di un proprio video. 

Il regime forfettario, dunque, è un regime fiscale che prevede delle semplificazioni ai fini di IVA e anche ai fini contabili. Inoltre, le imposte solitamente riguardanti il mondo della partita IVA, sono assoggettate a un’unica tassa pari al 15% di aliquota. Per i primi cinque anni di impresa, però, tale aliquota può abbassarsi fino al 5%.

Le tasse abrogate grazie all’introduzione del regime forfettario sono state il regime di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità, il regime contabile agevolato per gli “ex minimi” e, infine, il regime delle nuove iniziative produttive.

Motivi di esclusione dal regime forfettario

I motivi che possono portare all’esclusione dal regime forfettario possono essere tanti e davvero molto diversi tra di loro. Come si è già potuto vedere in precedenza all’interno di questo articolo, uno dei motivi che ne decretano l’entrata è il limite di ricavo nell’anno precedente. Superare tale soglia, dunque, ne caratterizza anche l’uscita.

“Se hai aperto una nuova attività, il limite di 65.000 € va però ridotto in proporzione ai mesi di operatività. Dovrai cioè dividere 65.000 per 365 (i giorni in un anno completo) e moltiplicare il risultato per i giorni di attività effettiva.”

Altro modo per uscire dal regime forfettario, inoltre, è quello di superare la cifra messa come limite per quanto riguarda le spese relative al personale dipendente e il lavoro accessorio. Quanto risulta essere tale cifra? Essa si attesta 20.000 euro.

Inoltre, per riagganciarci all’argomento dei codici Ateco, ci sono molte attività che vengono escluse preventivamente dal regime forfettario. Tra le categorie depennate troviamo i sali e tabacchi, le agenzie di viaggio e di turismo, il mondo dell’editoria, gli agriturismi, ma anche la vendita di rottami.

I codici Ateco e la loro importanza

Date le premesse, dunque, è importante ora comprendere che cosa siano i codici Ateco e a che cosa servano nel mondo del regime forfettario. Per prima cosa, bisogna sottolineare il fatto che la soglia dei 65.000 euro annuali è valida per tutti i tipi di regimi forfettari, in maniera del tutto sconnessa dal codice Ateco di appartenenza.

L’aliquota del 15%, o 5% per i primi cinque anni, si applica sul reddito imponibile dell’azienda presa in esame. Il codice Ateco, poi, è diverso per ogni attività. Esso si suddivide per sezioni, divisioni, gruppi, classi, categorie e sotto-categorie

Il codice Ateco, poi, è indispensabile per aprire qualsiasi forma di partita IVA, sia essa ordinaria che a regime forfettario. Per poter aprire la propria piccola impresa, infatti, bisogna essere in regola con l’Agenzia delle Entrate. Ciò avviene anche tramite la comunicazione relativa alla tipologia di azienda che si vuole concretizzare.

Il codice Ateco, di conseguenza, serve per redimere le regole da seguire da parte dei piccoli imprenditori e delle piccole imprenditrici all’interno del loro progetto. Esso, infatti, verrà adoperato per classificare e regolare l’impresa a livello economico e contributivo.

Come si è già visto, infine, un codice Ateco è un codice alfanumerico. Le lettere hanno lo scopo di riportare l’impresa al macro-settore economico di appartenenza. I numeri, invece, rappresentano le categorie e i settori specifici propri di quella attività.

I vantaggi e obblighi del regime forfettario

Naturalmente, essendo un regime fiscale rivolto alle piccole imprese, vi sono numerosi vantaggi all’interno del regime forfettario. Lo scopo, infatti, è quello di dare una mano concreta alle attività di dimensioni ridotte sparse lungo il territorio italiano.

Per tali tipi di soggetti, infatti, è previsto l’esonero dal pagamento del bollo per le fatture relative agli acquisti UE, ma non solo. Vi è anche l’esonero riguardante registrazione degli acquisti e quella relativa alle varie fatture emesse. Inoltre, si è esentati dall’annuale comunicazione IVA.

Numerosi, dunque, sono i vantaggi del regime forfettario il quale, però, ha anche alcuni obblighi che bisogna rispettare in maniera assoluta.

Tra di essi compare di numerare e salvare le fatture d’acquisto. Oltre a ciò bisogna anche certificare i vari corrispettivi.

Fino a questo momento, inoltre, i detentori del regime forfettario erano esclusi dal dover emettere la fattura elettronica, obbligatoria per tutti i possessori di partita IVA ordinaria. L’Unione Europea, però, ha dato il consenso affinché l’Italia possa allargare il bacino di costrizione.

Proprio per questo motivo, nei prossimi mesi si ci aspetta che la fattura elettronica venga estesa anche ai detentori di regime forfettario. Questi ultimi, infatti, erano tenuti a emetterla solo nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Il regime forfettario e i codici Ateco

Da tutto quello che si è visto all’interno di questo articolo, si sarà compreso il legame indissolubile che vige tra il regime forfettario, e il suo proprietario o la sua proprietaria, e i codici Ateco.

Questi ultimi, infatti, risultano essere fondamentali. Ciò vale non solo per inquadrare la propria piccola impresa, e quindi catalogarla a livello di tasse, ma anche per i relativi contributi previdenziali da versare.

Anche l’ISTAT, Istituto Nazionale di Statistica italiano, adopera i codici Ateco per poter portare avanti le proprie statistiche in campo economico. Tale istituto collabora inoltre con l’Agenzia delle Entrate e i vari Ministeri per poter avere un quadro completo della situazione e della vitalità delle imprese italiane.

Tutto questo risulta indispensabile alle varie aziende di ridotte dimensioni per poter andare avanti all’interno del variegato e complesso panorama economico italiano. I codici Ateco, in tutto ciò sono fondamentali e per questo motivo bisogna stare molto atenti a inserire la propria attività all'interno della casellazione corretta.

Tale classificazione verrà, infatti, richiesta al momento dell'apertura della propria attività e della propria partita IVA, senza alcun tipo di distinzione tra il modello ordinario e quello a regime forfettario. Naturalmente, l'ISTAT provvede a fornire gli strumenti più adatti per potersi autoclassificare ed evitare di incorrere in gravi errori.