Quando non conviene il regime forfettario? Ecco quali sono gli elementi da valutare

Aderire al regime forfettario conviene sempre? La risposta è no, ci sono alcuni casi in cui risulta svantaggioso. Vediamo quando non conviene.

Seppur aderire al regime forfettario, in una buona parte dei casi, risulta vantaggioso, ci sono alcune circostanze in cui risulta** meno conveniente**.

Il regime forfettario può essere svantaggioso? Potrebbe sorprendere, ma la risposta è sì. Per alcuni contribuenti, è più conveniente accedere al regime ordinario.

Sul regime forfettario, comunque, nelle ultime settimane si sta discutendo molto. Sono state avanzate** molte proposte di revisione**, a partire dalla soglia dei ricavi per accedervi fino alla all’aumento dell’aliquota.

Elenchiamo quali potrebbero essere le prospettive future, alla luce delle proposte in essere e ragioniamo su quali sono attualmente i vantaggi per chi accede al cosiddetto regime fiscale agevolato e per chi essere un forfettario non conviene affatto.

Tutti i vantaggi del regime forfettario

Il regime forfettario è noto per la** estrema convenienza** rispetto al regime ordinario, per tutti qui titolari di Partita Iva in possesso dei requisiti per accedervi.

Ci sono, però, molte circostanze in cui il regime forfettario non è molto vantaggioso e ci sono alcuni elementi da ponderare bene prima di decidere se accedere ad un regime oppure all’altro.

Quali elementi? I titolari di Partita Iva devono valutare le spese sostenute o che pensano di sostenere e anche la propria situazione familiare.

Il regime forfettario è riservato alle persone fisiche titolari di Partita Iva, caratterizzato da una tassazione agevolata del 15% e del 5%. La tassazione del 5% è riservata solo alle nuove attività per i primi cinque anni.

Non tutti possono accedere a questo regime agevolato: è richiesto, infatti, il possesso di alcuni requisiti minimi. Bisogna stare altrettanto attenti alle cause che ne possono comportare la fuoriuscita.

Per chi avvia una nuova attività, il regime forfettario potrebbe sembrare la scelta più logica e, da un punto di vista economico, più conveniente. Anche a molti professionisti in regime ordinario che non superano il tetto di ricavi annuali di 65.000 euro potrebbe far gola passare al regime forfettario, in quanto potrebbe sembrargli più vantaggioso. Ma non è sempre così.

Quali sono i vantaggi del regime forfettario? Si tratta di un regime di tassazione sostitutivo dell’Irpef; pertanto, chi vi accede non deve pagare le addizionali Irpef, l’Irap, è escluso dal regime Iva e gode, inoltre, del 35% di sconto sui contributi Inps.

È tempo di passare agli svantaggi.

Quando non conviene il regime forfettario

Gli elementi che si devono valutare per stabilire se aderire al regime forfettario conviene oppure no sono: le spese sostenute e la propria** situazione familiare**.

Poc’anzi abbiamo elencato quali sono i vantaggi del regime agevolato.** Quali sono gli svantaggi**? Essendo il regime pensato con un’aliquota piatta – al 15% -, i titolari di Partita Iva non possono beneficiare delle detrazioni e delle deduzioni Irpef.

Inoltre, i forfettari non possono dedurre i costi sostenuti. Infatti, per determinare il reddito imponibile dei forfettari si deve calcolare l’ammontare delle fatture incassate o dei corrispettivi e non sottraendo i costi ai ricavi.

Al totale dei ricavi annui che, attualmente, deve essere inferiore a 65.000 euro si applica il coefficiente di redditività, in base al Codice Ateco di appartenenza. Si ottiene, così, il reddito imponibile al quale si sottraggono i contributi che il contribuente ha versato l’anno precedente e poi si applica l’aliquota.

A cosa bisogna prestare attenzione? Si devono considerare le spese sostenute durante l’anno: maggiori sono quelle che risultano dall’applicazione del coefficiente, chiaramente meno conviene al titolare della Partita Iva aderire al regime agevolato. Se le spese sono tante è più vantaggioso aderire al regime ordinario, in quanto consente di scaricare le spese sostenute.

Il secondo elemento da considerare è la** situazione familiare**. Da forfettario si perde il diritto a fruire di eventuali detrazioni per i figli a carico. Se in una famiglia, solo un coniuge è forfettario, ma anche l’altro coniuge percepisce un reddito, allora aderire al regime agevolato potrebbe convenire, in quanto l’altro coniuge andrebbe a scaricarsi le detrazioni per i figli a carico e, eventualmente, anche le spese sanitarie.

Diversa situazione è quando solo uno dei due coniugi percepisce reddito. Se forfettario perde il diritto a beneficiare delle detrazioni Irpef per i figli a carico.

Si comprende bene che non c’è, in assoluto, un regime più conveniente dell’altro. Si deve sempre valutare la propria situazione personale. Abbiamo visto, infatti, che per molte Partite Iva il regime forfettario non conviene ed è molto più svantaggioso del regime ordinario

Regime forfettario: proposte e possibili novità

Durante le ultime settimane, si sta ragionando molto sulla flat tax e sulla revisione del regime forfettario

Tra le varie ipotesi, c’è quella dell’innalzamento del tetto della soglia dei ricavi per poter accedere al regime agevolato. La soglia, attualmente, è fissata a 65.000 euro l’anno di ricavi. 

Si sono susseguite diverse proposte di innalzare la soglia fino a 100.000 euro o ad almeno 85-80.000 euro. Nulla di definitivo, ma l’innalzamento a 80-85.000 sembrerebbe la strada più percorribile.

Oltre ad innalzare la soglia dei ricavi, si discute anche su un possibile aumento dell’aliquota relativa all’imposta sostitutiva dal 15% attuale al 20%. Si tratta, come già detto, solo di proposte; ancora non è stata annunciata nessuna decisione ufficiale e definitiva.

Sara Bellanza
Sara Bellanza
Aspirante storica contemporaneista, classe 1995.Amante della lettura e della scrittura sin dalla tenera età, ho una laurea triennale in Filosofia e Storia e una laurea magistrale in Scienze Storiche, conseguite entrambe presso l’Università della Calabria. Sono autrice di alcune pubblicazioni scientifiche inerenti alla storia contemporanea e alla filosofia: "L'insostenibile leggerezza della storia" e "L’insufficienza del linguaggio metafisico" per la rivista "Filosofi(e)Semiotiche", e "Il movimento comunista nel cosentino" per la "Rivista Calabrese di Storia del '900".Nonostante la formazione prettamente umanistica, la mia curiosità mi ha spinto a conoscere e a informarmi sugli ambiti più disparati. Leggo, scrivo e fotografo, nella speranza di riuscire a raccontare il mondo così come lo vedo io.
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
774FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate