Tutto ciò da sapere sulla tassazione del regime forfettario!

Il regime forfettario è una tassazione agevolata. Esso è rivolto a determinate categorie di imprese. Infatti, vi sono alcune caratteristiche imprescindibili.

Aprire una propria attività, di qualsiasi forma o dimensione, può essere una sfida ardua. Lo diventa ancora di più se si è immersi in un momento storico così delicato come quello che stiamo vivendo da ormai due anni. La pandemia, ma anche la guerra in Europa, infatti, sono bocconi amari da riuscire a mandare giù.

Nonostante il senso di precarietà che attanaglia, giustamente, molti soggetti vi sono, però, altrettanti che hanno deciso di guardare al futuro con speranza e con coraggio.

Proprio per questo motivo aprire una propria azienda risulta essere un esempio di resilienza notevole. Concretizzare i propri sogni e i propri progetti risulta, a oggi, un momento importante e anche decisivo.

Per tutti coloro che hanno intenzione di avviare una piccola impresa, dunque, si apre la strada delle occasioni e dell’impegno. La prima cosa che bisogna fare in tale contesto è quella di aprire una propria partita IVA. Essa può essere a regime ordinario o a regime forfettario.

“Il regime forfettario consente infatti di ottenere un’imposta sostitutiva unica, di essere esclusi dal pagamento dell’Iva e di considerare le spese attraverso il coefficiente di redditività.”

Questo è, infatti, quanto afferma l’articolo proveniente dal sito NotizieOra.it in cui si analizzano le caratteristiche basilari del regime forfettario.

Quest’ultimo, infatti, è regolato dalla legge e ha dei limiti ben delineati, sia per quanto riguarda i criteri di entrata sia per quanto concerne quelli di uscita. A ribadirlo, inoltre, ci pensa l’Agenzia delle Entrate:

“Il regime forfetario rappresenta il regime naturale delle persone fisiche che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale, purché siano in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge e, contestualmente, non incorrano in una delle cause di esclusione. Al regime possono inoltre accedere i soggetti già in attività.” 

Un argomento, dunque, che merita la giusta analisi come si cercherà di fare all’interno di questo articolo.

Le caratteristiche essenziali del regime forfettario

Il regime forfettario è, dunque, una tipologia particolare di tassazione che ha come scopo quello di favorire le imprese di piccole dimensioni. Esso è all’interno del nostro sistema legislativo dal 2015 tramite la Legge di Stabilità.

“A differenza del regime fiscale ordinario, per chi apre una partita IVA forfettaria, al reddito viene applicata un’imposta del 15%. Imposta sostitutiva che scende addirittura fino al 5%, per i primi 5 anni, per chi apre una nuova attività.”

Proprio tali caratteristiche rendono il regime forfettario così vantaggioso per coloro che operano in realtà imprenditoriali di ridotte dimensioni. A dare alcune nozioni basilari a riguardo, inoltre, ci pensa il canale YouTube Business24 all’interno di un proprio video esplicativo. 

Tra i requisiti per poter avere libero accesso al regime forfettario vi è la soglia massima di guadagni annuali. Essendo una tassazione agevolata pensata per le piccole aziende, tale cifra si attesta a 65.000,00 euro annuali. Cifra che, in ogni caso, ha visto un certo incremento nel corso del tempo.

Ciò, però, non è tutto. Vi è anche un limite ben preciso che fa riferimento al lavoro accessorio e al lavoro dipendente. Esso, infatti, si attesta a 20.000,00 euro lordi annuali.

Altra caratteristica essenziale, inoltre, riguarda i lavori svolti in precedenza dall’imprenditrice o dall’imprenditore che abbiano intenzione di avviare la propria piccola realtà commerciale. Nei tre anni precedenti alla nuova apertura, infatti, non si deve aver esercitato alcuna attività di tipo commerciale di qualsiasi tipo di compagine.

Motivi che portano all’esclusione dal regime forfettario

Come si è visto, dunque, vi sono determinati requisiti che portano all’accesso al regime forfettario. Al medesimo modo, però, vi sono anche diversi motivi che portano all’esclusione dallo stesso. Tra coloro che ne sono esentati, infatti, vi sono:

I non residenti, ad eccezione di coloro che risiedono in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo che assicuri un adeguato scambio di informazioni e che producono in Italia almeno il 75% del reddito complessivamente realizzato”. 

Naturalmente, vi sono anche altri casi di esclusione. Non son accettati all’interno del regime forfettario anche le diverse persone fisiche che già usufruiscono di regimi speciali ai fini di IVA. Inoltre, sono respinti anche tutti coloro che vendono mezzi di trasporto nuovi, quelli che vendono terreni edificabili o che cedono dei fabbricati a terzi.

Inoltre, non tutte le tipologie di attività commerciali possono rientrare all’interno del regime forfettario. Ne sono estranei, per esempio, tutti coloro che facciano parte delle associazioni professionali, ma anche chi controlla associazioni in partecipazione.

I vecchi regimi antecedenti al regime forfettario

Prima del regime forfettario, però, vi erano altri regimi volti ad agevolare dal punto di vista fiscale le piccole imprese sparse lungo il territorio della penisola italiana. La comparsa del regime forfettario e la sua applicazione dal 1° gennaio 2015, però, ne ha decretato la definitiva scomparsa.

Tra i regimi abrogati, si possono trovare il regime fiscale di vantaggio, in vigore dal 1° gennaio 2012, che, a propria volta, aveva assorbito il regime dei contribuenti minimi al suo interno. Ma sono stati cancellati anche il regime delle le nuove attività produttive e il regime contabile agevolato.

Naturalmente, tutti coloro che in passato hanno usufruito di queste agevolazioni fiscali ormai andate in pensione hanno avuto la possibilità di completare il proprio percorso al loro interno. Una volta terminati gli anni previsti, poi, sono stati inseriti all’interno del nuovo regime forfettario.

Nel corso del 2016, infatti, entro i primi sessanta giorni dalla pubblicazione, tali imprenditori e tali imprenditrici hanno potuto effettuare le rettifiche del caso. Un passaggio necessario per poter accedere alla nuova tassazione agevolata

Gli adempimenti del regime forfettario

Naturalmente, sono diversi gli adempimenti da portare a termine per poter rimanere all’interno del regime forfettario. Vi sono, però, allo stesso tempo numerose semplificazioni che renderanno la vita degli imprenditori e delle imprenditrici interessati davvero molto più tranquilla in campo economico.

Tra queste ultime si può ritrovare il fatto che i fruitori del regime forfettario non siano affatto obbligati ad addebitare l’IVA in fattura ai propri clienti. Allo stesso tempo, quindi, non sottraggono l’IVA dai vari acquisti effettuati.

Altro vantaggio che li distingue dalla partita IVA ordinaria è il fatto che i detentori del regime forfettario non sono costretti a fare la comunicazione annuale dell’IVA né, tanto meno, devono registrare i corrispettivi e le fatture emesse.

Tra gli obblighi, invece, vi è il fatto di dover numerare e conservare in maniera esemplare le varie fatture di acquisto insieme alle eventuali bollette doganali. Le fatture, inoltre, devono essere integrate nelle varie operazioni con la presenza con debitori di imposta con l’indicazione della relativa aliquota.

Da quest’anno, inoltre, risulta molto probabile che il regime forfettario perda uno dei suoi storici privilegi. Infatti, sarà presto obbligatorio effettuare la fatturazione elettronica anche in questo campo per evitare che vi siano possibili evasioni fiscali

L’Unione Europea, infatti, ha dato il suo assenso all’Italia in tale contesto. Fatturazione elettronica, è bene ricordarlo, che già da anni era stata resa obbligatoria per tutti i detentori di partita IVA ordinaria.

L’importanza del regime forfettario

Risulta ormai evidente quanto il regime forfettario possa rappresentare un ottimo baluardo per tutti coloro che abbiano intenzione di aprire una piccola attività commerciale. Possono, però, entrarvi anche coloro che abbiano un’impresa già avviata.

Coloro che, infatti, abbiano già un’attività in opera, vi accedono tranquillamente senza dover fare comunicazione alcuna. Essi, però, devono necessariamente fare una dichiarazione telematica all’INPS la quale deve essere trasmessa in maniera annuale e sistematica entro il 28 febbraio.

Coloro che, invece, si apprestano ad aprire una nuova forma di esercizio commerciale sono tenuti a farne dichiarazione tramite il modello AA9/12 predisposto per l’inizio di una qualsiasi attività.

Qualora si evitasse di effettuare la dichiarazione di inizio attività, infatti, si potrebbe incorrere in una multa che può andare tra i 250,00 euro e 2.000,00 euro.

In ogni caso, i motivi per accedere al regime forfettario sono numerosi. Esso, infatti, presenta una serie di semplificazioni e agevolazioni fiscali in grado di aiutare le nuove imprese a decollare. 

Le piccole imprese, infatti, rappresentano il cuore pulsante dell’economia italiana ed ecco perchè risulta facile comprendere il motivo per cui gli si voglia dare una spinta decisiva. La loro presenza e la loro nascita possono dare un aiuto concreto a diversi cittadini in un periodo tanto delicato come quello che stiamo attraversando.

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