Reverse charge: cos’è? Quando applicarlo all’IVA in fattura!

Scopri tutto sul Reverse Charge? Cos'è? Come funziona? Quando va applicato? Cosa dice l'art. 17 del DPR 633/72? Come si registra una fattura? E molto altro!

Continuando a leggere questo breve articolo, avrai il modo di andare a conoscere e di andare a scoprire tutto quello che riguarda il Reverse Charge, ossia un particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura.

Nello specifico, ci occuperemo di andare ad approfondire gli argomenti che riguardano i seguenti aspetti:

  • Come funziona;
  • Quando va applicato;
  • Come si registra in fattura.

Ma ci concentreremo anche su altre tematiche e, proprio a questo proposito, inizieremo con l’andare a dare una breve definizione ed andremo a parlare, in sostanza, di che cos’è il Reverse Charge.

Dopodiché, andremo a parlare di come funziona il Reverse Charge ed andremo a vedere, anche, quando va applicato questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura.

Successivamente, andremo ad approfondire quest’ultimo argomento, andando a parlare, inizialmente, di che cosa dice l’art. 17, Comma 6, lettera a-ter, ed andremo a vedere, anche, che cosa concerne, anche, l’art. 17, Comma 6, lettera c.

Questo specifico articolo fa riferimento al Decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972.

Poi, andremo a parlare di quali sono le operazioni che sono soggette al Reverse Charge ed andremo a vedere, anche, quali sono i codici Ateco che rientrano all’interno di questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura.

Dopodiché, andremo a parlare di che cosa vuol dire la terminologia “IVA Reverse Charge” ed andremo a vedere tutto ciò che è collegato a questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura.

Prima di andare a terminare questa mini guida, andremo a parlare di che cosa bisogna fare per poter integrare una fattura in Reverse Charge ed andremo a vedere, anche, come si registrano le fatture con questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA.

Ed infine, per andare a concludere questo breve articolo, andremo a parlare di che cosa succede nel momento in cui non si applica il Reverse Charge ed andremo a vedere, anche, quali sono le principali differenze che intercorrono tra questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura, ed il cosiddetto “Split Payment”.

Qui sotto potrete trovare un breve video di “Carlo Alberto Micheli”, dove viene spiegato, in una maniera estremamente chiara e precisa, tutto quello che riguarda il Reverse Charge ed, in particolare, il funzionamento di questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA e quando questo debba essere inserito in fattura.

Che cos’è il Reverse Charge?

Il primo passo che ci appresteremo ad effettuare all’interno di questa breve guida, sarà quello di andare a dare, inizialmente, una breve definizione e quello di andare a parlare, in sostanza, di che cos’è il Reverse Charge.

Nello specifico, quest’ultimo è un particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura, il quale permette a colui che presta i beni o i servizi e, quindi, emette la fattura, di trasferire al cliente l’onere di versare l’imposta sul valore aggiunto nelle casse dello Stato.

Come funziona il Reverse Charge?

Dopo aver dato una breve definizione e dopo aver parlato di che cos’è, in sostanza, il Reverse Charge, passiamo adesso a vedere, invece, come funziona questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura.

Nello specifico, nella pratica del Reverse Charge, colui che vende un proprio bene oppure presta un proprio servizio non inserisce all’interno della sua fattura l’IVA, ma sarà il cliente a dover inserire quest’ultima nella fattura, la quale dovrà essere registrata nel registro delle fatture emesse e nel registro degli acquisti.

Quando va applicato il Reverse Charge?

Dopo aver parlato di come funziona il Reverse Charge, passiamo adesso a vedere, invece, quando va applicato questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura.

Nello specifico, in seguito vedremo i precisi ambiti e settori in cui dovrà essere applicata l’IVA in fattura con il Reverse Charge, ma adesso ci soffermeremo sulle novità che sono state introdotte dal Decreto Legge n.124 del 26 ottobre del 2019.

Quest’ultimo dispone che questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura debba essere applicato quando colui che presta un servizio, inerente la materia degli appalti, si avvale della sede e di beni strumentali di proprietà del cliente.

Quando si applica il Reverse Charge? Ecco cosa dice l’Art. 17, Comma 6, Lett. A-Ter!

Dopo aver parlato di quando va applicato il Reverse Charge, passiamo adesso ad approfondire questo specifico argomento, andando a vedere, invece:

quando si applica questo questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura, secondo quanto viene disciplinato dall’art. 17, Comma 6, lettera a-ter, del Decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972.

Nello specifico, secondo quanto dispone questo specifico articolo del DPR in questione, il Reverse Charge deve esse applicato nei casi in cui vengano svolti i seguenti servizi:

  • Servizi di pulizia;
  • Servizi di demolizione;
  • Servizi di installazione di impianti.

Quando si applica il Reverse Charge? Ecco cosa dice l’Art. 17, Comma 6, Lett. C!

Dopo aver parlato di che cosa dice l’art. 17, Comma 6, lettera a-ter, passiamo adesso a vedere, invece, quando si applica il Reverse Charge, secondo quanto viene disciplinato dall’art. 17, Comma 6, lettera c, del Decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972.

Nello specifico, secondo quanto dispone questo specifico articolo del DPR in questione, il Reverse Charge deve esse applicato nei casi in cui vengano acquistati i seguenti beni, prima che questi ultimi vengano venduti al cliente finale:

  • Telefoni cellulari;
  • Computer.

Quali sono le operazioni soggette al Reverse Charge?

Dopo aver parlato, in maniera estremamente approfondita e dettagliata, di quando va applicato il Reverse Charge e della disciplina prevista dalla legge, passiamo adesso a vedere, invece, quali sono le operazioni che sono soggette a questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura.

Nello specifico, ecco quali sono le operazioni soggette al Reverse Charge:

  • Servizi di pulizia generale di edifici;
  • Servizi di pulizia specializzata di edifici, di impianti e di macchinari industriali;
  • Demolizione e smantellamento di edifici;
  • Smantellamento di altre strutture;
  • Installazione, manutenzione e riparazione di impianti elettrici, elettronici, idraulici, di riscaldamento, di condizionamento dell’aria, di distribuzione del gas, antincendio e antincendio integrati relativi ad edifici o ad altre strutture;
  • Installazione, manutenzione e riparazione di ascensori e di scale mobili;
  • Isolamento termico e acustico;
  • Costruzione ed installazione NCA di edifici;
  • Intonacatura;
  • Stuccatura;
  • Posa in opera di casseforti, forzieri, porte blindate, infissi, controsoffitti, pareti mobili, ecc…;
  • Rivestimenti di pavimenti e muri;
  • Posa in opera e tinteggiatura di vetri;
  • Altri lavori edili e di muratura presso edifici.

Quali sono i codici Ateco che rientrano nel Reverse Charge?

Dopo aver parlato di quali sono le operazioni che sono soggette al Reverse Charge, passiamo adesso ad approfondire questo specifico argomento, andando a vedere, invece, quali sono i codici Ateco che rientrano all’interno di questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura.

Nello specifico, ecco quali sono i codici Ateco che rientrano nel Reverse Charge:

  • 81.21.00
  • 81.22.02
  • 43.11.00
  • 43.21.01
  • 43.21.02
  • 43.22.01
  • 43.22.02
  • 43.22.03
  • 43.29.01
  • 43.29.02
  • 43.29.09
  • 43.31.00
  • 43.32.01
  • 43.32.02
  • 43.33.00
  • 43.34.00
  • 43.39.01
  • 43.39.09

Cosa vuol dire IVA Reverse Charge?

Dopo aver parlato di quali sono i codici Ateco che rientrano all’interno del Reverse Charge, passiamo adesso a vedere, invece, che cosa vuol dire la terminologia “IVA Reverse Charge” e, dunque, tutto ciò che è collegato a questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura.

Nello specifico, questa operazione consente di trasferire il dovere di versare l’IVA dal prestatore del servizio al cliente.

Come si integra una fattura in Reverse Charge?

Dopo aver parlato di che cosa vuol dire la terminologia “IVA Reverse Charge”, passiamo adesso a vedere, invece, che cosa bisogna fare per poter integrare una fattura con questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA.

Nello specifico, la fattura elettronica in Reverse Charge deve essere integrata allo stesso modo delle normali fatture elettroniche e deve contenere uno tra i seguenti codici:

  • TD16;
  • TD17;
  • TD18;
  • TD19.

Come si registrano le fatture in Reverse Charge?

Dopo aver parlato di come si integra una fattura in Reverse Charge, passiamo adesso a vedere, invece, che cosa bisogna fare per poter registrare una fattura con questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA.

Nello specifico, ecco come si registrano le fatture in Reverse Charge:

  • Per prima cosa bisogna integrare la fattura con l’applicazione dell’IVA e con i codici di fatturazione descritti nel precedente paragrafo;
  • Per seconda cosa, occorre registrare la fattura nel registro degli acquisti;
  • Ed infine, bisogna registrarla anche nel registro delle vendite, in modo da neutralizzare l’IVA.

Cosa succede se non si applica il Reverse Charge?

Prima di andare a terminare questo breve articolo e Dopo aver parlato di come si registrano le fatture in Reverse Charge, passiamo adesso a vedere, invece, che cosa succede nel momento in cui non si applica il Reverse Charge.

Nello specifico, la sanzione minima che viene applicata quando quando avviene una violazione nella fatturazione con questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA è di 500 euro e sarà corrisposta in una misura pari al 5%/10% dell’importo non indicato in fattura.

Che differenza c’è tra Reverse Charge e Split Payment?

Dopo aver parlato di che cosa succede nel momento in cui non si applica il Reverse Charge, passiamo adesso a vedere, invece, quali sono le principali differenze che intercorrono tra questo particolare meccanismo di applicazione dell’IVA all’interno di una fattura, ed il cosiddetto “Split Payment”.

Nello specifico, in quest’ultima operazione il prestatore addebita l’IVA al committente; mentre nel Reverse Charge abbiamo visto che non è così.

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